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venerdì 30 ottobre 2009

Le primarie del 25 ottobre

Domenica quasi 3 milioni di elettori e simpatizzanti del Partito Democratico hanno votato per scegliere il segretario nazionale e quello regionale. Sappiamo tutti come è andata. Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario nazionale e Silvio Lai il segretario regionale.

Hanno vinto loro, ma ha vinto prima di tutto il P.D., perché queste primarie hanno dimostrato che è sempre viva una grande aspettativa nei confronti di questo Partito, nonostante le delusioni finora avute dal popolo del centro-sinistra. E poi ha vinto, si è affermato definitivamente il metodo delle elezioni primarie quale miglior modo possibile (e democratico) per la scelta dei dirigenti e dei rappresentanti nelle istituzioni del Partito.
Il gradimento del metodo delle primarie da parte degli elettori e dei simpatizzanti è un dato incontestabile che ci fa dire che queste rappresentano ormai un fatto consolidato e importante per la vita democratica del P.D., questo è il messaggio degli elettori che chiedono un partito davvero nuovo che sentono non ancora sufficientemente ‘amalgamato’ a causa della diversa provenienza di culture politiche in esso presenti.
E’ pur vero che qualche perplessità è sorta soprattutto in merito all’elezione dei dirigenti del Partito che, si è sostenuto, andrebbero eletti soltanto dagli iscritti, con l’esclusione di qualsiasi condizionamento esterno.
Tuttavia, bisogna ammettere che, stavolta, il voto delle primarie ha sostanzialmente confermato il voto degli iscritti, segno che il tesseramento è stato fatto seriamente (chi non si ricorda dei ‘signori delle tessere’ dei vecchi partiti?).
Altro risvolto positivo di queste elezioni primarie è che sia il segretario nazionale che quello regionale sono stati eletti al primo turno, evitandoci così una seconda fase di confronto ed i riposizionamenti delle varie componenti del partito, cosa che non avrebbe fatto bene al Partito Democratico.
Ha vinto nettamente Bersani, anche se nessuno dimentica che sia Franceschini che Marino rappresentano delle forti istanze presenti nel P.D. Ma il nuovo segretario, ha oggi la forza ed è legittimato ad indicare ‘la strada’ al P.D., una forza che gli deriva, appunto, dal consenso dell’elettorato delle primarie.
E quale sarà la strada già lo sappiamo: la difesa del Lavoro (con la elle maiuscola) in tutte le sue molteplici forme, insieme alla difesa della legalità e della Costituzione Repubblicana. Ma il Lavoro al centro di tutto perché è nel mondo del lavoro che sono riposte le speranze di riscatto del nostro Paese ed è a questo mondo che noi chiediamo il consenso per dare voce e per rendere manifesta la volontà di quanti vogliono battersi per realizzare l’alternativa politica alla destra oggi dominante.
Nel P.D. oggi possono convivere anime e idee politiche diverse, ma non si può non cominciare a pensare ad un sistema di alleanze che rafforzi l’area del centro-sinistra, a cominciare dai partiti collocati alla sinistra del P.D., anche perché con un distacco di 15 punti dei voti (le ultime politiche) rispetto al centro-destra, pensare di vincere da soli (la cosiddetta vocazione maggioritaria) è, almeno per ora, una pia illusione.
Ebbene, se oggi il P.D. può imboccare con decisione un certo percorso politico e se il suo segretario ha forza ed autorevolezza ciò lo si deve proprio alle primarie.
Ma se è vero che le primarie funzionano deve essere altrettanto vero che il partito, a tutti i livelli, lo vorrà utilizzare d’ora in poi oltre che per la scelta dei propri dirigenti anche, e soprattutto per scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni, che si tratti di Comuni, di Province, ecc.
L’istanza di partecipazione dei nostri elettori, d’altronde, è chiaramente contenuta nel messaggio che gli elettori del 25 ottobre hanno consegnato alle urne.
r.m.

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