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mercoledì 29 luglio 2009

SARDARA IN TV

Domenica 26 luglio. Ore 8,30, trasmissione domenicale mattutina della rete ammiraglia della televisione di stato. Con mia grande sorpresa e soddisfazione si parla di Sardara, il nostro paese.

In un servizio dalla Sardegna il giornalista e scrittore Sergio Frau illustra la reggia nuragica di Barumini (bellissime le riprese) e la sua teoria che ormai ha fatto il giro del mondo: la Sardegna è la mitica Atlantide descritta da Platone. Una grande civiltà quella sarda, collassata improvvisamente oltre 3000 anni fa. Un’onda immensa di un apocalittico sunami percorse la nostra isola dal golfo di Cagliari a quello di Oristano sommergendola e seppellendola sotto un mare di fango. Una prova? La ciclopica mole de “Su nuraxi” che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità, giaceva sotto una collina che gli abitanti di Barumini coltivavano a grano e fave fino ad una cinquantina di anni fa. Ed ecco la sorpresa. Il colle di Arbici in cima al quale la giornalista RAI e Sergio Frau mostravano i segni evidenti di un grandioso nuraghe confermava la teoria dello studioso: Arbici tale e quale Barumini prima dello scavo. Essere al centro di un tale movimento è un fatto estremamente importante per il paese di Sardara.
Sergio Frau è amico di Sardara e di alcuni sardaresi ormai da molti anni. Conosce il nostro territorio che più volte ha esplorato anche assieme a Mario Tozzi del CNR e con l’aiuto delle riprese dall’alto del bravo fotografo “volante” Francesco Cubeddu. Alcuni anni fa l’assessore al turismo del tempo propose e la Giunta deliberò ponendola in bilancio, la somma di 15.000 euro (poi mi sembra successivamente ridotta) che avrebbe contribuito, se la regione fosse stata sensibile facendo la sua parte, alla ricerca e agli studi sul colle di Arbici che il CNR era pronto ad effettuare. Un altro amico di Sardara l’archeologo che dopo il Taramelli ha fatto le ricerche più approfondite sull’area archeologica di Santa Anastasìa, professor Giovanni Ugas dell’università di Cagliari, è convinto dell’estrema importanza del nuraghe di Arbici e, pur nella professionale prudenza dello studioso serio, lascia intendere della grandiosità “baruminesca” di questo nostro nuraghe.
Non so se i soldi che erano stati stanziati siano ancora in bilancio, ma penso che sia importante per il paese di Sardara riallacciare i rapporti con tutti questi studiosi che hanno dimostrato nei fatti di essere disposti a dare una mano per il nostro sviluppo.
Luigi Melis

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lunedì 27 luglio 2009

Terme: un progetto integrato di marketing del territorio per lo sviluppo di Sardara


Ora che il TAR si è pronunciato a favore del Comune di Sardara sulla faccenda “Hotel Eucalipti/Terme” e che la nuova gestione ha finalmente fatto ingresso nella struttura alberghiera, siamo tutti in trepidante attesa di quello che succederà.


Tante domande sul destino dei lavoratori licenziati, sulle tempistiche di riapertura e sulle modalità di riavvio del complesso termale. Pare ormai chiaro che la stagione estiva sia ormai irrimediabilmente compromessa e l’assenza di informazione e chiarezza su quella che sarà la strategia di rilancio dell’area continua a gravare su tutti noi. Resta da chiedersi se, di fronte a questo nuovo scenario, noi Sardaresi riusciremo ad essere più abili e lungimiranti nella gestione e nella tutela del patrimonio inestimabile che le Terme rappresentano per lo sviluppo del paese. Saremo capaci di imparare dagli errori fatti? La neo-insediata gestione dovrebbe rappresentare per le Terme e per Sardara una seconda chance, per cui ci sono grandi aspettative da parte di tutti noi. Si è già visto come per molte zone d’Italia e del mondo il termalismo rappresenti una fonte di ricchezza e di crescita economica, un modello di sviluppo vincente per il territorio. Qual è l’insegnamento che Sardara può e deve trarre da questi esempi per non rimanere ulteriormente indietro nel suo processo di crescita?Come possiamo ispirarci a questi modelli e adattarli a quelle che sono le esigenze del nostro paese e di noi abitanti? In primo luogo serve un progetto di sviluppo integrato che contempli tutte le risorse del territorio, servono delle azioni mirate che posizionino il prodotto Sardara sul mercato (marketing del territorio) valorizzandone gli aspetti di competitività (concorrenza) rispetto agli altri prodotti/territori e promuovendone le ricchezze e l’identità. Sardara deve identificare i suoi punti di forza (la sua storia, la sua cultura, il suo paesaggio, le sue peculiarità, la varietà del suo tessuto produttivo, i suoi valori, la sua comunità) e sfruttare le opportunità offerte dal contesto economico-sociale esistente. Ma, soprattutto, deve essere ben consapevole di quelli che sono i suoi punti di debolezza, individuarli e fare in modo che essi fungano da stimolo per trasformarsi in altrettanti punti di forza (l’ottimizzazione delle infrastrutture, il miglioramento dei servizi all’utenza, la creazione di desk turistico-informativi, processi collaborativi di filiera che coinvolgano tutte le realtà presenti a Sardara nelle azioni di sviluppo). Ancora, bisogna che siamo consapevoli dell’ opportunità che lo sviluppo termale può rappresentare per il nostro paese, ma anche tener bene a mente che uno sviluppo repentino e non controllato può rappresentare un collasso in termini di salvaguardia del territorio, disservizio, risorse disponibili. Non bisogna cedere alle tentazioni facili, non bisogna passare da un eccesso all’altro facendo diventare Sardara un pullulare di strutture turistico-ricettive, una nuova Rimini: Sardara deve essere salvaguardata nella sua identità e peculiarità, il suo paesaggio e le sue campagne devono rimanere intatti, abbiamo il dovere di preservare l’eredità che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, e così loro prima di noi. Un progetto integrato di marketing territoriale non può essere concepito senza il coinvolgimento di quelli che sono i protagonisti dell’economia di un territorio. La pubblica amministrazione in primis, che deve fungere da traino e facilitare le azioni di sviluppo con tutte le risorse disponibili, le aziende, i produttori e, soprattutto, le risorse umane, cioè noi Sardaresi. Perché Sardara deve certo diventare un prodotto competitivo sul mercato regionale, nazionale e internazionale, ma non dimentichiamoci che i primi fruitori del “prodotto Sardara” sono i Sardaresi, per cui l’obiettivo prioritario dell’operazione dovrà essere il nostro stesso benessere. La finalità ultima di una pianificazione appropriata è infatti quella di produrre uno sviluppo equilibrato che preservi le risorse ambientali (fisiche, culturali, sociali), ma che soprattutto riesca a coinvolgere positivamente la comunità ospitante, divenendo un progetto di collaborazione e soprattutto condiviso. L’Hotel Eucalipti non può continuare ad essere una struttura a sé stante, una “cattedrale nel deserto”: deve stimolare l’indotto produttivo, deve veicolare visitatori/turisti verso il paese perchè visitino musei e monumenti, acquistino i prodotti locali, bevano e mangino nei bar e nei ristoranti, partecipino ai vari momenti di intrattenimento e, una volta andati via da Sardara, portino alla loro rete di conoscenze la propria testimonianza. Visitare Sardara deve diventare un’emozione per il turista, un’esperienza da ripetere più e più volte. Ma per fare ciò c’è bisogno di una rete di collaborazione forte e organizzata, bisogna ottimizzare i servizi ai turisti, migliorare la fruibilità dei luoghi e realizzare un’offerta turistica omogenea ed integrata che contempli tutti gli aspetti che contribuiscono alla crescita economica di Sardara (non solo Terme, quindi, ma anche centri di cultura, comparti artigianato e agroalimentare, centro commerciale naturale, ecc.). Non possiamo permetterci di sbagliare un’altra volta, non possiamo permetterci, in questo periodo di forte crisi economica globale, di non sfruttare al meglio quello che abbiamo la fortuna di avere a disposizione.
Roberta Atzori

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Interrogazione funzionamento servizio raccolta differenziata


Oggetto: interrogazione ai sensi dell’art.11 commi 3 e 4.b del regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale: funzionamento del servizio di raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani.


Premesso che
il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani dura da diversi anni ed è quindi necessario procedere ad una verifica del suo funzionamento;
per il secco non riciclabile è stato abbandonato l’uso delle buste trasparenti, comunemente utilizzate in tutte le realtà più evolute, per cui è possibile insaccare di tutto senza che sia possibile operare alcun controllo necessario invece per garantire un corretto funzionamento del servizio;
si sta consentendo di depositare i rifiuti umidi in buste di qualsiasi tipo, anche di plastica non biodegradabile;
quest’anomalia potrebbe costare cara alle casse del comune, e quindi ai cittadini contribuenti, per le penalizzazioni che i centri di smaltimento infliggono a chi non rispetta le norme previste;
che il servizio reso dall’appaltatore appare privo dei necessari controlli, con l’utilizzo di mezzi meccanici vecchi e malfunzionanti, che troppo spesso perdono liquami, e con il personale privo dell’abbigliamento regolamentare;
l’orario di servizio si protrae eccessivamente per cui le strade del paese restano ingombre di rifiuti fino alla tarda mattinata con effetti sgradevoli specie in questi mesi estivi;
questo modo di procedere da un’immagine di negligenza che il paese non merita, privandolo di quell’ordine e di quel decoro conosciuti in altri periodi;
I Consiglieri Comunali del Partito Democratico, Andrea Caddeo, Giuseppe Garau e Renato Atzori
Chiedono di interrogare il Sindaco per conoscere
se il Comune abbia subito penalizzazioni per il modo in cui vengono conferiti i rifiuti al centro di smaltimento;
se non ritenga necessario intervenire per correggere e regolamentare il servizio di raccolta differenziata rendendolo più efficiente, più igienico e più decoroso.
Si richiede, per la presente Interrogazione, risposta orale e che la stessa, ai sensi del punto 4.b) dell’art.11 del regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale, venga iscritta all’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio.
Sardara, lì 27/07/2009
I Consiglieri del Gruppo Consiliare
del Partito Democratico
Andrea Caddeo
Giuseppe Garau
Renato Atzori

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domenica 26 luglio 2009

ANCORA SUL GRUPPO UNICO DEL P. D.


Perché il gruppo unico del P.D. in Consiglio comunale? E’ la domanda che molti si sono posti.


Anche “ Daniele” ci ha scritto dicendosi deluso perché la sua costituzione non rispetterebbe la volontà degli elettori e non terrebbe conto dei votanti di altre forze, come P.d.C.I., P.S. , riformatori…., che presenti in” Sardara Democratica” ed in “Sardara in Comune” parteciparono a quelle elezioni.
Le ragioni della scelta sono numerose, ne esplicitiamo quattro.
- I partiti di tre anni fa, D.S. e Margherita, non esistono più. Sono confluiti in unico partito , il P.D.. Il grosso del corpo elettorale, che ha espresso i cinque consiglieri, nelle elezioni politiche, regionali ed europee, si è riconosciuto nel nuovo partito.
- I cinque consiglieri comunali hanno tutti aderito al P.D. Per Statuto , per logica e per coerenza politica devono organizzarsi con un gruppo unico. Un diverso comportamento apparirebbe in contraddizione con la loro evoluzione e con quella della base elettorale.
- I due gruppi,” Sardara Democratica “e “Sardara in Comune” sono stati il frutto di un grave errore politico, che è costato la perdita dell’Amministrazione comunale ed un danno pesante per il paese perché la destra sta amministrando molto male. Quell’errore va superato quanto prima e per riuscirci non occorre guardare indietro , ma in avanti e costruire un forte schieramento di centro sinistra. Due gruppi in consiglio comunale costituirebbero un ostacolo troppo grande per questa strategia, il gruppo unico invece avrebbe più facilità ad interpretare e rappresentare tutto il nuovo schieramento ed i suoi elettori.
- Le altre forze di centro sinistra, che parteciparono alle elezioni di allora, non avanzano contrarietà, anzi con la lettera aperta sollecitano il P.D .ad intraprendere con convinzione questa strada di unificazione. Chiedono che “la minoranza consigliare (diventi) il rappresentante istituzionale dell’alleanza politica “ di tutto il centro sinistra. Parlano quindi di minoranza, non di minoranze.
Come si vede alle forze che vogliono il bene del paese è ben presente il senso della decisione che è stata assunta e che va perfezionata. Prepara l’unita del centro sinistra e la costruzione di un’alternativa forte , coesa e vincente alla destra, che a Sardara è minoritaria.

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IL CALENDARIO VENATORIO 2009/2010


In data 6 luglio 2009 è stato pubblicato sul BURAS n. 22 il Decreto dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente n. 13548/25 del 30/6/2009 relativo al Calendario venatorio 2009/2010


Tre le novità di quest’anno :
1) La pre-apertura della caccia alla tortora (Streptopelia turtur) nei giorni 3 e 6 settembre sino alle ore 14.00 alla posta e senza l’uso del cane;
2) Il reinserimento dell’allodola tra le specie cacciabili;
3) l’aumento del carniere per il cinghiale:” in una giornata non potranno essere abbattuti più di 3 cinghiali ogni 5 fucili o frazione di 5, con un massimo di 15 cinghiali per compagnia, composta da qualsiasi numero di cacciatori”. Rispetto all’anno precedente quindi si passa da 1 a 3 cinghiali ogni 5 fucili e da 10 a un massimo 15 cinghiali per compagnia.
Davide Brugnone

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giovedì 23 luglio 2009

P.d.C.I. e P.S. LETTERA APERTA AL P. D.


Ai compagni ed amici del P.D.


Sono trascorsi ormai tre anni dalle elezioni comunali che hanno visto prevalere nel nostro paese il centro destra su due liste di centro e di centro-sinistra, Margherita ed altri - D.S. e altri.
Fu un regalo consistente per il centro destra che vinse le elezioni pur potendo contare sul 30, 35 per cento dei consensi elettorali, un monito per il centro e la sinistra, un grave risultato politico per tutto il paese , che ha visto nascere una delle peggiori amministrazioni della storia.
E’ stata una sconfitta che ( per non dimenticare) è frutto di errori, di valutazioni politiche e personali sbagliate, di divisioni e scontri talvolta laceranti a sinistra e nel centro sinistra, divisioni che avrebbero dovuto e dovrebbero farci riflettere.
A distanza di tre anni e nonostante i pessimi risultati politici e programmatici di questa giunta comunale, nonostante le proposte di scioglimento dei D. S. e della Margherita, che dovrebbe veder nascere anche a Sardara il P. D., nonostante le preoccupazioni ormai evidenti dei nostri concittadini sul prossimo futuro amministrativo, tutto resta fermo, e nonostante tutto, ognuno fermo sulle proprie posizioni e personali valutazioni.
Il tempo stringe e non è più il caso di aspettare, occorre sciogliere i nodi e andare avanti. Il Partito dei comunisti italiani e il Partito Socialista, che condividono questo documento, durante questi anni si sono fatti carico della proposta di unità della sinistra e di quella di alleanza col centro sinistra che superi le divisioni del passato e restituisca fiducia e serenità politica ai cittadini del nostro paese.
E’ opportuno e necessario stabilire sin da oggi quei contatti formali ed informali con tutte le forze politicamente organizzate del centro sinistra che diano luogo e forma all’alleanza, al progetto e al programma per il governo del paese.
Dobbiamo insieme trovare la forza di impedire al centro destra di commettere errori irrimediabili,come le varianti al PUC, la riapertura dell’albergo termale di proprietà pubblica, la sistemazione definitiva dell’area termale e dell’ambiente che la circonda. Il territorio come i settori importanti per la nostra economia devono diventare il terreno del confronto e della proposta del centro sinistra in Consiglio comunale e nel paese.La minoranza consigliare deve diventare il rappresentante istituzionale dell’alleanza politica
Il cammino che abbiamo di fronte è arduo e difficile, esso rappresenta una sfida di alto valore politico e morale per noi e per i nostri partiti, ma anche per chiunque voglia misurarsi con questo tipo di problemi, una sfida ed una prospettiva unitaria che dobbiamo assolutamente vincere nell’interesse generale del paese, degli interessi popolari che rappresentiamo.
IL PdCI e IL PS.

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mercoledì 22 luglio 2009

LA CHIESA DI SAN GREGORIO.


La chiesa di San Gregorio fu costruita tra il 1300 ed il 1325 ed è interessante quale tipico esempio dell’amalgama tra il romanico ed il gotico in Sardegna.


Il gotico trova le sue espressioni soprattutto negli archetti a leggero sesto acuto, nel rosone della facciata e nella bella bifora gotica dell’abside. Di stile romanico sono invece lo spartito della facciata ed il motivo della falsa loggia, di derivazione pisana.
La chiesa misura 8 metri x 14x 1,5 compresa l’abside rettangolare all’esterno col tetto a tre falde ed è costruita tutta in bella pietra da taglio di calcare con alternanza di pietre di toni più scuri.
La bella e suggestiva facciata è spartita da due lunghe lesene polistili gotiche che sorreggono due arcate poggianti al centro su mensole pensili. Le arcate hanno cornici sagomate. Il portale con architrave e piedritti semplici è incorniciato da un arco gotico a tre nervature prolungatesi fino a terra. Sopra il portale si apre un grande e bel rosone squisitamente gotico. Più oltre troviamo il motivo delle false logge, di derivazione pisana, formato da cinque arcate a cornice curva sagomata, sorrette da quattro colonnine squadrate che scaricano su quattro mensole a sbalzo. Le arcate sono coperte da un cornicione . Il frontone è decorato da undici arcatelle a sesto spezzato, che seguono le pendenze del tetto. Al culmine di questo c’è un campaniletto a vela, a bifora, rifatto.
L’interno ad una navata, coperta da capriate, termina con l’abside semicircolare all’interno, coperta da semicatino e riceve luce dall’elegante bifora gotica.
La chiesa di San Gregorio è un interessante esempio di transizione tra il romanico ed il gotico in Sardegna.
M. Botteri : Guida alle chiese medioevali di Sardegna.

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sabato 18 luglio 2009

Il Partito Democratico che vorrei.

Non sono mai stato un militante di nessun partito anche se la maggior parte delle mie idee politiche hanno avuto come riferimento la”sinistra”.


Quando a livello nazionale l’evoluzione di alcuni partiti ha portato alla creazione del Partito Democratico non mi è sembrato vero: la mia anima politica di sinistra con la mia educazione cattolica finalmente potevano convivere in un nuovo modo di esprimere le idee nel movimento che stava nascendo. Coinvolto da questo nuovo progetto ho deciso di attivarmi per dare il mio contributo affinché l’entusiasmo scaturito da questa nuova realtà potesse essere in qualche modo d’aiuto nel percorso ormai tracciato. Per un precario della politica quale posso essere io abbracciare idee come riformismo, ampia partecipazione di tutte le componenti della società, ritorno ad una politica attiva nel territorio era ed è una sfida interessante; politica non fatta di riunioni in stanze con pochi esseri pensanti ma estesa a tutti coloro che hanno qualcosa da dire e che, per vari motivi, non ne avevano la possibilità. Pensavo che il percorso intrapreso dalla nuova forza politica fosse così naturale da dover dare subito i suoi frutti sia in termini di partecipazione che di consensi.
In realtà non è stato e non è cosi: le posizioni dei vecchi apparati politici hanno rallentato questo processo, per certi versi lo hanno osteggiato impegnandosi più a mantenere l’egemonia di certe posizioni piuttosto che riallacciarsi alla società civile e dar voce a quelle nuove forze che si stavano affacciando al partito. Ottimi intenti, proposte lungimiranti, tante parole e argomenti spesi in convegni e incontri senza giungere ad un contributo pratico e ad iniziative in grado di dare le risposte concrete che la nostra società in questo particolare periodo di disagio economico-sociale si aspetta.
Ci stiamo concentrando sui congressi nazionali e locali e ancora una volta stiamo per mesi a discutere di linee programmatiche, dei candidati che devono guidare il partito, di posizioni che sicuramente fanno bene alla dialettica politica e allo spirito stesso di partecipazione e di appartenenza ad un progetto se non fosse che invece di far crescere il PD fanno riesplodere guerre fratricide logorando dall’interno la base stessa del partito. Ho sempre pensato che la politica fosse saggezza, serietà, competenza, passione e servizio e non un’opportunità per uno stipendio, per privilegi o per posizioni di prestigio e che fosse necessario riproporla in “piazza” e renderla fruibile affinché tutti possano esprimere la propria opinione e dare il proprio contributo.
Questo è il Partito Democratico che vorrei:
un partito con un programma ambizioso ma realizzabile, largamente condiviso dove concetti di rappresentatività e pluralismo di opinioni siano cose concrete, tanto concrete da far toccare con mano anche al più profano quanta differenza ci sia rispetto ad un gruppo politico con un solo uomo e una sola opinione;
un partito che abbia le primarie come filosofia per eleggere i propri rappresentanti nazionali e locali, senza che diventino paura per le poltrone;
un partito che parli ai cittadini con un’unica voce autorevole e moralmente ineccepibile;
un partito che guardi alle sfide del futuro e non sia rivolto al passato; che legga puntualmente le esigenze di tutte le classi sociali siano essi lavoratori, pensionati o disoccupati, con un occhio sempre più attento al mondo dei giovani;
un partito che sappia andare anche controcorrente a costo di perdere il consenso del momento;
un partito che sappia amalgamare attorno a sé tutte le forze di centro-sinistra pur rispettandone le singole identità.
Vorrei un partito che a Sardara dia voce a tutti quei cittadini che credono ancora nella possibilità che il centro-sinistra possa governare il proprio paese e sappia soprattutto proporre progetti alternativi alle nebulose idee del centro-destra.
Ercole Melis

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venerdì 17 luglio 2009

IL DISAGIO GIOVANILE


In seguito ai tragici eventi che hanno coinvolto alcuni giovani del nostro paese si è molto discusso del disagio giovanile e delle sue conseguenze.


Il suicidio, l’atto estremo di togliersi la vita, può essere causato da diverse patologie psichiatriche come la depressione o gli attacchi di panico, soprattutto se quest’ultimi sono accompagnati dall’assunzione di alcool o droghe.
Gli aspetti psichici della depressione sono: l’umore depressivo di base, caratterizzato da uno sguardo eccessivamente svalutante rivolto a se stessi, la noia e l’incapacità di tollerarla, la separazione dall’ambiente familiare, la rottura dei legami e il distacco tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, che causa vergogna e senso di inferiorità.
La depressione è caratterizzata da rallentamento motorio, verbale, anoressia, disturbo del sonno, tristezza e disinteresse.
Il suicidio però non può essere considerato un atto puramente soggettivo, spesso è influenzato da fenomeni sociali e ambientali, infatti i tassi di suicidio non sono gli stessi in tutte le società, ad esempio sono superiori nel nord Italia che nel sud e sono notevolmente aumentati durante il periodo di massima industrializzazione dell’occidente.
La società in cui viviamo ci fa crescere con l’ossessione di farci avanti nel mondo, di avere successo e di accumulare ricchezza materiale, purtroppo prevale l’individualismo.
Non tutte le culture però perseguono questo; ne esistono altre, lontane dalla nostra, che pongono il bene della comunità al di sopra dei personali desideri, curando l’aspetto sociale per favorire l’integrazione del singolo nella collettività, ma noi le riteniamo inferiori e le guardiamo con scetticismo…
Se Sardara è stata teatro della morte di diversi giovani, allora deve interrogarsi su quali prospettive ha da offrire loro, cosa fa per contrastare i mali della nostra epoca, come vuole proteggere i più vulnerabili dalle insidie peggiori.
Non facciamo finta che non ci sia un problema, il problema esiste ma lo si può affrontare insieme, iniziamo con il discuterne apertamente, senza remore o finti moralismi, non per cercare delle colpe ma per trovare delle soluzioni.
Barbara Musa

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mercoledì 15 luglio 2009

RACCOLTA DIFFERENZIATA O INDIFERENZIATA?


Dopo circa quattro anni dall’inizio della raccolta differenziata il servizio avrebbe bisogno, sulla base dell’esperienza maturata, di modifiche migliorative.


Le modifiche ci sono state ma purtroppo peggiorative : L’abbandono delle buste trasparenti e l’utilizzo delle buste nere per la frazione secco non riciclabile rende invisibile il contenuto per cui si può depositare nella busta qualsiasi materiale.
La frazione dell’umido: Prima si doveva depositare nelle buste biodegradabili in mater-bi, oggi si può depositare in qualsiasi busta di plastica per questo vale quanto detto per le buste nere inoltre si compromette l’umido destinato al compostaggio.
Risultato: poiché gli operatori non possono controllare aprendo le buste né possono esserci controlli da parte del Comune (peraltro inesistenti), queste negligenze disabituano i cittadini a separare e quindi c’è il rischio di tornare ai tempi precedenti alla differenziata.
La ditta che ha in appalto la raccolta: non si cura dei mezzi di raccolta, che non sono efficienti, sono insufficienti e spesso perdono liquami imbrattando tutto il paese; il personale lavora in totale insicurezza, non usa guanti e mascherine e non veste in modo adeguato e riconoscibile; i tempi di raccolta sono lunghissimi, specie quando si devono ritirare due frazioni in alcune zone si arriva fino alle 13,00.
Risultato: L’immagine del paese è compromessa da questi materiali depositati lungo la strada fino a tarda ora ; esiste un serio rischio igienico per il personale addetto e per la cittadinanza; può accadere un incidente a causa dei mezzi non perfettamente efficienti e del personale non adeguatamente distinguibile.
Per rendere il servizio più efficiente, più decoroso e più sicuro occorre : ripristinare le buste trasparenti (non scadute), recipienti più grandi per le frazioni di umido, secco, plastica e vetro alluminio; richiamare la ditta sull’osservanza degli orari di raccolta, sulla sicurezza, la sufficienza e l’efficienza dei mezzi e del personale.
Se a tutto questo si aggiunge la scarsissima pulizia del centro storico e delle zone periferiche, compresa tutta l’area termale, ci sono molte probabilità che a Sardara venga revocata la bandiera arancione.
Livio Melis

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E’ NATO IL GRUPPO PD IN CONSIGLIO COMUNALE.


n Consiglio comunale è nato il gruppo del Partito Democratico. Ne fanno parte i consiglieri comunali Renato Atzori, Andrea Caddeo e Giuseppe Garau, che è anche il capogruppo.


E’ la conclusione di una discussione, avviata fin dall’ avvio della formazione del Partito Democratico, che ha coinvolto anche Franco Atzori e Simona Ibba, gli altri due consiglieri comunali aderenti al P.D, ma eletti con la lista “Sardara in Comune”, i quali hanno però preferito restare come gruppo autonomo. Con loro s’intende comunque rafforzare i rapporti e l’azione comune di opposizione lavorando perché quanto prima possano far parte del nuovo gruppo.
La decisione prepara la costituzione del circolo locale del Partito Democratico, che a breve celebrerà il suo congresso fondativo. Chi proviene dalla storia della sinistra riformista, che a Sardara dura da molti decenni e che all’opposizione e al governo ha rappresentato interessi, idee, esigenze del mondo del lavoro, della piccola impresa, dei deboli, aspira a costruire un partito nuovo e pluralista, forte e unitario, che si faccia però carico di quella storia e di quei valori.
La scelta risponde sia all’esigenza di rendere coerente l’azione istituzionale con il sentimento dei militanti e degli elettori, sia all’urgenza di organizzare meglio l’opposizione ad una destra incapace, che sta commettendo troppi errori e sta facendo gravi danni ai lavoratori e al paese.
Mancano due anni alle prossime elezioni amministrative ed è necessario avviare la riorganizzazione del sistema politico locale. La destra infatti è minoritaria tra i cittadini ed amministra solo a causa delle divisioni del passato del centro sinistra. E’ quindi tempo di costituire un unico gruppo P.D. in Consiglio comunale e di celebrare al più presto il congresso fondativo del circolo cittadino.
Tutto questo è la premessa necessaria per avviare la discussione, la collaborazione e l’azione comune di opposizione alla destra con le altre forze del centro sinistra presenti nel paese . La vocazione maggioritaria del partito non può portare all’autosufficienza e all’isolamento, ma deve servire a costruire una coalizione maggioritaria basata su programmi solidi e condivisi.
La riorganizzazione politica a Sardara è anche più impegnativa. In “Sardara in Comune” La Margherita aveva coinvolto anche forze che oggi sono nel campo di centro destra: i Riformatori, l’UDC, il PsdAZ. Con loro a Sardara è possibile e necessario che tutto il P.D. avvii un dialogo finalizzato a collaborare per il bene del paese.
Come si vede c’è molto lavoro da fare e la costituzione del gruppo del P.D. in Consiglio comunale rappresenta uno stimolo per cominciarlo, è solo il primo passo di un cammino da intraprendere con convinzione.

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martedì 14 luglio 2009

I parassiti esterni dei nostri amici a quattro zampe. (Seconda parte)

Altri parassiti sono le zecche che si cibano del sangue dei propri ospiti in tutte le fasi della loro vita; per questo motivo hanno necessità di uno o più animali (uomo compreso) per completare il loro ciclo.


Distinte per sesso, le femmine sono quelle più grosse e globose, piene di sangue, che dopo numerosi giorni cadono a terra deponendo migliaia di uova in posti riparati (crepe di muri, sotto le pietre, ecc.); una volta deposte le uova, le zecche muoiono.
La localizzazione di questi parassiti sull’animale è più frequente nelle orecchie, sul muso, nelle regioni scapolare e inguinale, tra le dita; danneggiano gli animali a causa dell’irritazione delle loro punture (lacerano la pelle per ancorarsi). Se sono numerose sono causa di anemia perché sottraggono sangue; infine, possono trasmettere malattie (es. febbre da zecche negli animali e nell’uomo).
Quando gli animali sono infestati da un piccolo numero di zecche asportarle è semplice: basta applicare un tampone imbevuto di alcool e procedere ad una delicata estrazione.
Metodi e prodotti efficaci sia per l’eliminazione che per prevenire l’infestazione sono gli stessi citati per le pulci; fondamentale è il controllo degli ambienti, quali cortili e giardini, con l’uso di prodotti antiparassitari e, nel limite del possibile, distruggendo il loro habitat attraverso il taglio e la bruciatura di cespugli ed erba.
Per quanto concerne gli acari, presentano una dimensione decisamente più ridotta delle zecche e sono in grado di dar luogo a varie malattie; le più frequenti sono: rogna demodetica (o rogna rossa), rogna sarcoptica (o scabbia del cane), rogna notoedrica (o scabbia felina), rogna auricolare.
La rogna rossa, esclusiva del cane, colpisce soprattutto i giovani animali o gli adulti già colpiti da altre malattie debilitanti. Gli acari vivono nel follicolo pilifero e nelle ghiandole sebacee nutrendosi di detriti cellulari e fluidi tessutali. A seconda dell’infestazione si può avere una forma localizzata o una forma generalizzata con differenti sintomi clinici.
La scabbia del cane, che è un’infestazione cutanea trasmissibile, dà un intenso prurito; raramente colpisce il gatto ed è possibile il contagio all’uomo.
La scabbia felina, rara nel cane, si presenta soprattutto nella testa (padiglione auricolare, muso e palpebre dell’animale) con eventuale interessamento di tutto il corpo; dà notevole prurito.
La rogna auricolare interessa sia il cane che il gatto. I parassiti sono localizzati nel condotto uditivo esterno, solo raramente in altre parti del corpo; danno un’otite esterna con caratteristico prurito e lesioni attorno all’orecchio per autotraumatismo.
Essendo gli acari parassiti microscopici e causando diverse malattie con svariate lesioni e conseguenti sintomi per il rilievo e la risoluzione del problema si rende necessario il ricorso al Veterinario.
I pidocchi sono insetti privi di ali, vivono ancorati ai peli e depongono uova (lendini) strettamente aderenti al pelo; hanno la particolarità di essere specifici per i diversi animali. Si distribuiscono in varie parti del corpo causando irritazione cutanea con conseguente prurito, irrequietezza, insonnia e scarso appetito; il contagio avviene per contatto diretto tra animali infestati o, raramente, da oggetti usati per più animali. Vengono eliminati dai comuni antiparassitari.
I mosconi possono deporre le loro uova in ferite cutanee non curate dando così luogo ad una infestazione di larve che, se non prontamente eliminate, causano notevole fastidio e complicazioni; si tratta di intervenire togliendo le larve, disinfettando la ferita ed applicando prodotti repellenti per evitare reinfestazioni.
La prevenzione e la cura tempestiva consentono di risolvere facilmente e con ottimi risultati i problemi legati ai parassiti esterni nei nostri amici a quattro zampe.
Ercole Melis

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domenica 12 luglio 2009

CHI GESTIRA’ L’ALBERGO E LO SVILUPPO TERMALE?


L’albergo termale è chiuso dal 5 giugno ed i 27 lavoratoti sono ancora a casa. Dopo tre anni di guerra è stata cacciata via la società Millepini di Montegrotto Terme, che aveva avviato e gestito la struttura comunale.


Al suo posto è stata chiamata una società sassarese, priva di qualsiasi esperienza nel settore e a cui le banche hanno rifiutato di certificare la disponibilità di adeguate capacità finanziarie, necessarie per riavviare la gestione dell’albergo. Il TAR Sardegna si è appena pronunciato affermando che la società Millepini aveva torto a ricorrere, per cui dovrebbero essere i “sassaresi”a gestire l’albergo.
Ma chi è il responsabile di questa nuova società? Dalle notizie apparse sulla stampa dovrebbe essere un certo Antonio Denughes. Cercando in internet questo nome appare due volte. La prima, sull’Unione Sarda del 26 maggio 2009 con una sua dichiarazione sulle nostre terme.” Non c’è tempo da perdere, osserva il responsabile Antonio Denughes. Occorre mettere in moto la macchina per garantire la nascita di una cittadella termale. Il progetto c’è già.”
A quale progetto di cittadella termale si riferisce? In Comune esiste un simile progetto? Come si vede il programma non è solo quello di gestire l’albergo termale, bensì appare di portata molto più vasta: avviare consistenti investimenti immobiliari. Con quali soldi, dato che le banche non certificano alcuna capacità finanziaria? In secondo luogo non è che faccia riferimento alla recente modifica del piano urbanistico per l’area termale? Non è che questa modifica , approvata senza alcuna discussione pubblica dall’Amministrazione comunale, sia stata invece concordata con questo imprenditore sassarese o con i suoi rappresentati? E tra questi soci del Denughes ci sono soci occulti sardaresi? Perché le volumetrie edificabili non sono state definite con la variante al Programma di fabbricazione appena approvata, ma saranno stabilite in seguito, secondo le esigenze di chi le richiederà?
Il nome di Antonio Denughes sulla rete appare anche una seconda volta. Un articolo di venerdì 12 ottobre 2007 del giornale on line Sassari web.info informa. “E’ finito in carcere Antonio Denughes, sessantasettenne sassarese che era stato protagonista diversi anni fa di una vicenda di usura. .Denughes negli anni novanta, era stato presidente del Consiglio di Amministrazione dell’AMF spa, una società di intermediazione finanziaria, che erogava prestiti, ma con tassi d’interesse da usura….La Procura della Repubblica ha emesso un ordine di carcerazione, eseguito ieri mattina dalla Squadra Mobile di Sassari. Antonio Denughes dovrà scontare due anni e due mesi di carcere per usura e usura impropria”.
Come si vede siamo di fronte a due vicende in cui il protagonista ha lo stesso nome. Siamo di fronte ad un caso di semplice omonimia? Lo speriamo sinceramente. L’ Amministrazione comunale ha però il compito urgente di dissipare ogni dubbio in proposito e di tranquillizzare la cittadinanza. L’altro chiarimento non più rinviabile è quello di spiegare quali siano i progetti concreti per l’area termale e con chi siano stati elaborati.

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COME PARTECIPARE AL CONGRESSO DEL PARTITO DEMOCRATICO


Come si sa per il prossimo mese di ottobre è stato convocato il Congresso nazionale del Partito Democratico e sarà un avvenimento politico importante per la democrazia italiana.


Dopo l’esperienza del governo Prodi, finita con la crisi anticipata, assistiamo alle serie difficoltà della sinistra e del centro sinistra, con la destra che ha vinto le elezioni politiche, quelle regionali ed infine le elezioni europee. Il PD non è riuscito finora a riorganizzarsi ed è percepibile la delusione di molti elettori. Il governo della destra si dimostra però incapace di governare seriamente l’Italia e ai ceti popolari, ai poveri, ai disoccupati, ai lavoratori precari appare sempre più offensivo il comportamento gaudente, libertino, privo di moralità del capo del governo.
Se si vuole costruire un’alternativa di governo alla destra appare necessario un forte Partito Democratico ed il congresso ha il compito di ridefinire la sua identità politica e programmatica.
I democratici si trovano di fronte tre diverse proposte organizzative, politiche e programmatiche rappresentate dai tre diversi candidati a segretario nazionale: Bersani, Franceschini e Ignazio Marino. .
Bersani è forte dell’appoggio della sinistra riformista del PD e di personalità come Rosy Bindi, Enrico Letta e della parte prodiana del partito. Propone un partito popolare, radicato nella società, laico, difensore degli interessi del mondo del lavoro e della piccola impresa, in cui siano gli iscritti a decidere e che sia capace di allearsi con le altre forze del centro sinistra.
Franceschini proviene dall’ex Margherita e rappresenta la continuità con l’esperienza di Veltroni , con cui ha fatto il vicesegretario. Tra i suoi sostenitori più conosciuti ci sono molti dell’ex Margherita, Veltroni, Fassino e Rutelli.
Marino è un personaggio nuovo. Negli Stati Uniti è diventato un chirurgo di fama internazionale. Tornato in Italia è stato eletto senatore distinguendosi per le battaglia per la laicità dello Stato, per le libertà della persona e per la modernizzazione della nazione. E’ sostenuto da molti giovani, da Bettini e da altre personalità della sinistra.
Si è aperta quindi una discussione impegnativa, che definirà i caratteri del Partito Democratico del futuro. A ottobre deciderà il voto degli iscritti e la discussione da qui ad allora. Per partecipare e per contare nel voto è necessario iscriversi al Partito Democratico entro il 21 luglio.

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sabato 11 luglio 2009

I parassiti esterni dei nostri amici a quattro zampe. (Prima parte)


Con l’arrivo dei primi caldi, coincidenti con la fine della primavera e l’inizio dell’estate, ci troviamo puntualmente a dover fare i conti con l’acutizzarsi di un problema che affligge da sempre i nostri animali da compagnia: i parassiti esterni.


Nessuno di noi si stupisce se il proprio cane, sia esso strettamente legato alla vita di un appartamento, sia custodito al di fuori di esso, presenta delle pulci; sicuramente il nostro grado di interesse e di preoccupazione aumenta alla vista di zecche sui nostri animali e/o negli ambienti che essi e noi frequentiamo.
L’intento di queste righe è quello di fare una panoramica sulla problematica dei parassiti esterni fornendo delle informazioni che consentano di affrontare nel modo più sereno possibile il problema, supportati e coadiuvati dai nostri Veterinari.
Noi traiamo dal rapporto con gli animali da compagnia benefici sia fisici che emotivi ed è per questo che mantenendoli e curandoli in modo adeguato, oltre a salvaguardare la loro salute, tuteliamo la nostra. Questa cura ci consente, ad esempio, di evitare le zoonosi, cioè le malattie che possono essere trasmesse all’uomo dagli animali e, in particolare, le patologie trasmesse dalle zecche che tanto fanno notizia in questo periodo.
I parassiti esterni più comuni sono le pulci, le zecche, gli acari e i pidocchi; più raramente si può avere infestazione da larve di mosche.
L’infestazione da pulci è data da un insetto di 2-4 mm (visibile quindi ad occhio nudo), di colore bruno-nerastro che si nutre di sangue attraverso la puntura degli animali; nonostante siano prive di ali le pulci adulte sono capaci di una potente attività saltatoria. Le femmine depongono le uova (diverse centinaia durante la loro vita) nell’ambiente, nelle fessure o nelle crepe degli edifici, sui terreni umidi nonché sui tappeti, nei materiali che ricoprono gli ambienti nei quali gli animali soggiornano; inoltre cadono a terra anche le uova deposte sugli stessi animali. Dopo alcuni giorni, che possono variare a seconda della temperatura ed umidità dell’ambiente, dalle uova, attraverso alcune mute, si sviluppano le pulci adulte. L’attività patogena delle pulci non è tanto legata alla loro presenza in maggior o minor numero sull’animale quanto all’allergia che si può sviluppare alla saliva della pulce; l’ allergia può essere tale da scatenare una dermatite anche in presenza di un solo esemplare. Inoltre le pulci possono essere il veicolo di una comunissima tenia, motivo in più per eliminarle dai nostri animali.
Il controllo abituale delle pulci sul corpo degli animali è affidato a tutta una serie di prodotti presenti sul mercato sotto forma di spray, polveri , shampoo, collari e non ultimi gli spot-on (fiale che contengono antiparassitari da applicare su alcuni punti della cute e che si diffondono su tutto il corpo). Poiché le pulci trascorrono buona parte del loro tempo lontano dall’ospite si rende necessaria una buona disinfestazione degli ambienti frequentati dagli animali; in tal modo si riduce anche un possibile contatto con noi.
Ercole Melis

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martedì 7 luglio 2009

IL CONGRESSO DEL PARTITO DEMOCRATICO


Il congresso nazionale del PD è stato convocato per il prossimo mese di ottobre mentre quello del circolo di Sardara si terrà a breve.


La discussione in atto e le decisioni che saranno prese avranno importanti ricadute per il nostro paese. Il PD infatti è il partito più grande e, se riuscirà ad unirsi e a rinsaldare l’alleanza di centro sinistra, può decidere il futuro dell’amministrazione comunale e influenzare molti aspetti della vita dei sardaresi.
Sardara appare preoccupata e sfiduciata, priva di una guida credibile. L’amministrazione comunale, forse la peggiore di tutti i tempi, non appare all’altezza dei problemi. Governa con continui colpi di testa, come dimostra la vicenda dell’albergo termale, realizza male le opere come la pavimentazione di via Umberto o fa scelte addirittura pericolose come i nuovi programmi per l’area termale.
La destra però amministra non per meriti propri, ma a causa degli errori dei democratici che per le elezioni comunali si divisero in due liste, da una parte “Sardara in Comune”, un’alleanza di stampo centrista con Margherita, UDC, UEUR, Riformatori e sardisti, da un’altra parte “Sardara Democratica” con DS, Rifondazione comunista e SDI.
Uno dei compiti del Congresso è quello di rafforzare l’opposizione alla destra con la creazione di un unico gruppo consiliare del PD. Il gruppo unico ed un unico partito dovrebbero lanciare da subito il processo di aggregazione di tutto il centro sinistra e da qui partire per ampliare l’alleanza a quelle forze di centro che, pur essendo fuori dal centro sinistra, vorranno combattere localmente una destra incapace e screditata.
E’ indispensabile costruire un partito popolare, capace di ascoltare e parlare ai lavoratori del settore privato e del pubblico impiego, alla piccola impresa dell’artigianato, del commercio e dei servizi, ai disoccupati e ai più bisognosi, ai giovani e alle donne rappresentando i loro interessi e lottando con loro per risolverli.
Serve un partito ben organizzato e con profonde radici nella società, in cui domini la democrazia degli iscritti per assumere le decisioni, compresi gli incarichi di partito e le candidature. L’esperienza del passato di prefigurare scelte con accordi tra pochi si è rivelata antidemocratica e fallimentare. Le candidature a sindaco se non largamente condivise dovranno essere decise con le primarie dell’intera coalizione.
Dal congresso deve uscire un partito in grado di ridare fiducia, di mobilitare la società sardarese e di elaborare collettivamente un programma amministrativo coinvolgente, in grado di invertire le attuali tendenze regressive e penalizzanti per il paese.
La sfida che abbiamo di fronte è difficile e richiede un grande sforzo d’innovazione, di promuovere nuove energie giovani senza dannosi ostracismi per nessuno, spirito costruttivo e attaccamento al paese. Richiede anche una certa rinuncia ad esigenze personali, anche legittime privilegiando gli interessi della collettività.

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Quanto ci riguarda ciò che accade in Iran?


Quanto sta succedendo a Teheran e in altre città dell’Iran, con decine di morti e centinaia di feriti tra i manifestanti, azioni di polizia all’interno degli atenei, studenti e giovani sorvegliati speciali, ci porta con la memoria ai morti di Piazza Tienanmen, a Pechino e, prima ancora, alla ‘Primavera di Praga’, nella Cecoslovacchia di Dubcek.


Certo, ci sono solo delle analogie, perché i tempi e le situazioni sono molto diverse tra loro. Ma un filo unisce fatti così apparentemente diversi, ed è la volontà di un popolo di liberarsi da dittature oppressive, illiberali e violente. Il comunismo allora, in Cina e in Cecoslovacchia, il potere religioso degli Ayatollah oggi in Iran. La reazione tipica ora come allora è stata quella di ogni dittatura delegittimata, ossia la repressione ed il terrore, persino le minacce alle sedi diplomatiche e l’espulsione dei giornalisti occidentali.
Il presidente iraniano uscente, Ahmadinejad, è stato confermato, sembrerebbe, con un colossale sistema di brogli elettorali che ha ribaltato il responso popolare. Di conseguenza un popolo, in maggioranza civilissimo e istruito come quello iraniano, sarà oppresso ancora per lungo tempo da un potere teocratico fondato sulle sacre scritture del Corano, che limiterà le libertà politiche, civili e personali di milioni di persone.
La speranza di cambiamento di quella società è oggi nel coraggio e nella determinazione del movimento riformista capeggiato dal candidato presidente sconfitto (dai brogli) Mousavi ad andare avanti in una battaglia difficile e pericolosa, contro un regime che non esita ad incarcerare ed uccidere per perpetuare il proprio potere. Ma che è capace di utilizzare anche mezzi moderni come, ad esempio, ‘annacquare’ gli effetti mediatici della protesta con un uso spregiudicato del controllo dei media, radio, televisione, giornali, ma anche il web (per alcuni giorni Facebook è stato chiuso), con raffinate strategie (come la creazione di migliaia di blog favorevoli al regime), ma anche con le più recenti tecnologie, fornite da multinazionali informatiche occidentali, per un controllo capillare del traffico e degli utenti del web, con i blogger puntualmente individuati e arrestati.
Tutto ciò accade in un Paese diviso tra una gerarchia clericale altamente privilegiata sostenuta da milioni di fanatici religiosi ed una società che anela la libertà e la democrazia.
Ora questa seconda rivoluzione iraniana, dopo quella di Komeini del ’79 e la cacciata dello Scià, ha anche il suo simbolo e martire, una ragazza uccisa dalla polizia, di nome Neda.
Ma come e perché questi fatti che avvengono così lontano da noi ci possono riguardare?
Primo. La delusione per quanto accade è un sostanziale rifiuto della mano tesa dell’America di Obama, quella mano tesa che aveva fatto pensare ad una svolta nel senso di un calo della tensione nell’area Mediorientale ed in altre aree di crisi nel mondo e perciò nel mondo intero. Quindi la prospettiva di avere meno terrorismo, più sicurezza per chi viaggia, rapporti più distesi tra mondo arabo e occidente ora si indebolisce.
Secondo. La crisi con Israele è destinata ad aggravarsi, viste le posizioni di intransigenza più volte espresse da Ahmadinejad riguardanti perfino il diritto all’esistenza di quello Stato. Il rischio è quello di un confronto militare e, peggio di una sua estensione all’intera area mediorientale, con le conseguenze immaginabili per l’economia mondiale, le borse, gli scambi commerciali.
Terzo. I Paesi occidentali, Italia compresa, da decenni concludono affari con Paesi retti da tiranni come l’Iran rafforzandone il potere, con la vendita di tecnologia nucleare, con forniture delle armi più sofisticate, con tecnologie informatiche che rafforzano il potere di controllo dei dittatori, ecc.
In questo modo la fame di profitto delle multinazionali uccide consapevolmente l’aspirazione alla libertà di miglia di giovani iraniani e noi, seppure indirettamente, abbiamo parte di responsabilità.
Infine, noi che viviamo in un Paese democratico, dopo aver conosciuto l’epoca un ventennio di dittatura fascista, non possiamo essere insensibili a questi fatti, anche perché se è vero che viviamo in una Repubblica democratica, è anche vero che i diritti e le libertà proprie di una democrazia non sono conquistati per sempre, e ci sarà sempre, prima o poi, che troverà qualche ragione (magari di Stato) per limitare le libertà, per controllare i media, per entrare nella nostra vita privata.
Tutto ciò ci riguarda anche per un dovere di solidarietà, per dare forza alla protesta, anche solo inviando un sms ai siti governativi iraniani, per dire che tutto il mondo guarda, che queste cose, nell’epoca di internet, non possono succedere impunemente, e che chi uccide le libertà dovrà subire il giudizio della Comunità Internazionale.
Nella speranza che vinca la ragione.
Roberto Montisci

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