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venerdì 30 aprile 2010

Laboratorio di ceramica

Un corso teorico-pratico di “Ceramica Sarda” destinato agli adulti, strutturato in ventiquattro ore di lezione, suddivise in due week end di giugno, finalizzato a formare i partecipanti sulla produzione di vasellame sardo di terracotta e creta: è una proposta di corso estivo fatta dall’Associazione culturale sarda “G. Dessì” in collaborazione con l’Università Popolare di Vercelli e la Cooperativa “Villa Abbas” di Sardara (Medio Campidano).
L’iniziativa è stata presentata martedì scorso, presso il Circolo “Dessì” dal presidente Dino Musa, dalla presidente dell’UniPop, prof.ssa Paola Bernascone Cappi e dal responsabile della comunicazione di “Villa Abbas”, Giuseppe Garau.
“Le nostre iniziative – ha spiegato Dino Musa – sono tutte finalizzate alla promozione della storia e della cultura Sarda, nei suoi molteplici aspetti. Ed ora abbiamo pensato di proporre questo progetto ambizioso, offrendo la possibilità ai vercellesi di conoscere da vicino la storia, i metodi di realizzazione e di cottura della ceramica made in Sardegna”.
Un’iniziativa culturale cui ha dato subito pieno appoggio Paola Bernascone Cappi, con la segreteria dell’Università Popolare che si occuperà di dare supporto organizzativo, quale punto di riferimento per richiedere informazioni ed iscriversi al Corso.
“Si tratta di una bellissima iniziativa – ha sottolineato la Presidente UniPop – che ci permetterà di iniziare a dare continuità anche in estate all’attività dell’Università Popolare, proponendo dei corsi anche dopo la conclusione dell’Anno Accademico a fine maggio: un mio sogno che cercherò di concretizzare sempre di più”.
Il Laboratorio di ceramica Sarda si terrà presso la sede del Circolo “Dessì” (C.so Papa Giovanni II, 31), prevede lezioni sabato 5, domenica 6, sabato 12 e domenica 13 giugno, il sabato si inizierà alle ore 9 per finire alle 18,30 con una breve sosta per il pranzo, offerto ai partecipanti presso il Circolo, la domenica lezioni mattutine dalle 9 alle 13.
“A fine corso, ai partecipanti sarà rilasciato un attestato – ha sottolineato Giuseppe Garau – a certificare la loro presenza”.
Nelle intenzioni di Dino Musa e Paola Bernascone Cappi, il corso sarà riproposto in autunno agli studenti delle scuole cittadine, con il benestare dell’Ufficio Scolastico Provinciale del dott. Antonio Catania. http://www.novasdisardara.it/locandina%20laboratorio%20ceramica.jpg

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martedì 27 aprile 2010

IL BORGO DI MONREALE OGGI

Pubblichiamo la planimetria del borgo di Monreale elaborata recentemente dall'ing. Roberto Bordicchia. Ci sembra infatti un documento importante che mette in evidenza la dimensione rilevante dell'insediamento abitativo, che per alcuni secoli ha ospitato centinaia e centinaia dei nostri antenati. Della piazzaforte militare sono evidenti il mastio, le mura perimetrali con le torri, le due porte d'ingresso, le strade d'accesso, le abitazioni... Il documento testimonia la grande importanza del complesso monumentale che ha ospitato per secoli i protagonisti della resistenza dei sardi contro gli invasori e delle lotte spesse vittoriose per la libertà.

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lunedì 26 aprile 2010

Discorso del Presidente Napolitano in occasione del 65° anniversario della Liberazione

Pubblichiamo il discorso del Presidente della Repubblica Napolitano in occasione del 65°anniversario della Liberazione.

http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=1832

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PER NON DIMENTICARE IL 25 APRILE

Oggi è un giorno importante per l’Italia. Un giorno in cui, da 65 anni a questa parte, siamo abituati a richiamare alla memoria il ricordo e i valori che quel 25 Aprile 1945 porta con sè: il disegno collettivo di un futuro libero per tutti gli italiani, la conquista di quelle libertà, uguaglianza e dignità per decenni negate dalla dittatura fascista, la pace e la fratellanza di tutti gli uomini e le donne del mondo. Il sacrificio di tanti giovani italiani che combatterono perché l’Italia potesse tornare libera e per il bene del loro Paese, per la nascita della Democrazia.
L'impegno unitario di molteplici e anche opposti orientamenti politici, che ebbero la capacità, la maturità e il senso del dovere per mettere da parte orgoglio e personalismi per raggiungere un traguardo più ampio e più nobile, per il bene non di pochi ma di tutti, una riunione che avrebbe avuto la sua massima espressione nella liberazione dal regime e nella realizzazione della Carta Costituzionale. Tutto questo abbattendo le barriere fisiche, geografiche e culturali dell’Italia di quei tempi, veicolando la forza propulsiva e dirompente del popolo verso un fine nobile e collettivo. Questa è Storia, e ognuno di noi la studia e la può trovare nei manuali scolastici. Ma ci sono, a mio avviso, due modi di studiare la Storia; apprenderne le nozioni e relegarle in un angolo della memoria, oppure viverla, giorno per giorno, facendo in modo che i valori che da essa traiamo diventino parte integrante della nostra vita, della nostra quotidianità, permeino il nostro carattere e guidino il nostro porgerci nei confronti degli altri. Il 25 aprile non deve essere solo la commemorazione di una ricorrenza storica, ma un continuo e rinnovato impegno per la democrazia, un lascito per tutte le generazioni figlie del 25 aprile e che verranno ancora. Perché solo nel rinnovamento del ricordo l’impegno, il coraggio e il sacrificio dei nostri antenati e dei nostri connazionali non sarà risultato vano. E contro quelli che vogliono avvilire e umiliare questo ricordo, contro quelli che vorrebbero riscrivere la Storia e farci dimenticare, sono le nuove generazioni ad avere bisogno delle vecchie generazioni. E da appartenente alla nuova generazione, chiedo forte a chi ha vissuto ed è nato e cresciuto sulla scia di quel 25 aprile: AIUTATECI A NON DIMENTICARE, AIUTATECI A RICORDARE! Perché di quella forza, di quella passione e di quegli ideali che vi hanno guidato per arrivare al traguardo della liberazione noi giovani abbiamo bisogno oggi più che mai per combattere la nostra Resistenza: la Resistenza alla crisi economica, alla disoccupazione, al disagio sociale. Resistenza alle ingiustizie sociali, all’individualismo più efferato, agli attacchi alla legalità. Noi giovani ne abbiamo bisogno per recuperare quell’identità che abbiamo perduto, quel senso civico che è ormai diventato qualcosa di astratto, per riprendere a credere e a partecipare alla vita politica per costruire un disegno collettivo per noi e per le generazioni future. Ed è a noi giovani che dedico le mie conclusioni, uno stralcio tratto dagli scritti di uno dei Padri della Resistenza, Piero Calamandrei, che volle dedicare un pensiero ai giovani, agli studenti e alle future generazioni perché potessero comprendere il senso e il valore della Resistenza, della Liberazione e della Costituzione. « Andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. » Roberta Atzori

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I CARABINIERI NELLA RESISTENZA E NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE.

Dall'8 settembre all'aprile 1945 l'Arma dei carabinieri visse uno dei periodi più difficili e, al tempo stesso, più esaltante della sua lunga storia. Duramente provata trovò la forza e la coesione morale di organizzarsi tempestivamente per la resistenza e la guerra di liberazione. Confermò così la sua tradizione di secolare fedeltà alle Istituzioni. Con l'attivazione di tutte le sue strutture, con l'impiego di nuclei e formazioni clandestine, a volte di consistenza massiccia, a volte di entità esigua, con migliaia di Stazioni, Tenenze, Compagnie e unità superiori trasformate in altrettanti centri clandestini e con l'eroica iniziativa dei singoli i carabinieri dettero un impulso rilevante alla lotta contro le forze nazifasciste. Durante tutta la resistenza e la guerra di liberazione riaffermarono il proprio radicato senso dello Stato, il profondo spirito di abnegazione e la loro illimitata dedizione al dovere.
Mentre ormai dappertutto la resistenza dei carabinieri si sviluppava sempre più e assumeva tutte le forme della lotta clandestina il 12 settembre il colonello Rossano Della Chiesa, comandante della Legione di Bari, costituì in quella sede il “Comando Carabinieri Meridionale”che comprendeva i reparti dell'Arma della Puglia , della Calabria, della Basilicata. Nelle regioni dell'Italia centrale altre formazioni clandestine si costituirono. Molti comandi, ancor prima che le operazioni si sviluppassero nella sua ampiezza al comando del generale Caruso, riuscirono ad attuare le predisposizioni di passaggio all'organizzazione occulta con una forza di 6.000 uomini tra ufficiali, sottufficiali, appuntati e carabinieri.

Nell'Italia settentrionale le forze dell'Arma si trovarono ad operare in condizioni particolarmente delicate per la massiccia presenza di unità tedesche, integre nella loro costituzione organica, pienamente efficienti nell'armamento. L'Arma trasferì le armi pesanti e le munizioni in località clandestine. In tale situazione di emergenza il personale dell'Arma in congedo si affiancò a quello in servizio e partecipò attivamente ai combattimenti. I reparti dell'Arma dislocati in Iugoslavia si trasformarono in formazioni armate per la lotta e insieme ai partigiani diedero vita alla formazione che assunse il nome di “Garibaldi”, che fu la prima ad entrare in azione.

Quando la guerra di liberazione ebbe termine e la Resistenza concludeva la sua epica stagione venne il momento per fare l'appello. Dalle file dell'Arma non risposero 2735 militari caduti, in soli venti mesi di lotta risultarono 6521 i feriti. Un così alto tributo di sangue ha avuto i seguenti riconoscimenti. Alla bandiera dell'Arma 1 medaglia d'argento al valor militare d'Italia, 32 medaglie d'oro al valor militare , 122 medaglie d'argento al valor militare, 208 medaglie di bronzo al valor militare, 354 croci di guerra al valor militare.

I carabinieri, con gli altri partigiani e a conferma che alla Resistenza contribuirono uomini e donne di tutte le parti, hanno reso l'Italia unita e libera per noi, per i nostri figli e per tutti.

Ugo Musa.
Maresciallo dei carabinieri in congedo.

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DOVE VA LA COOP. CONSUMO?

La coop. di consumo “Sardaresi Associati”approverà il prossimo bilancio con l'Assemblea dei soci convocata per il 29 aprile o, in seconda convocazione, per il 15 maggio. Sarà l'occasione buona per discutere dove sta andando.
La cooperativa ha alcuni decenni di vita durante i quali è diventata una realtà economica e sociale del panorama cittadino. E' nata dall'iniziativa di comunisti, socialisti e democristiani ed è ancora il frutto vivente di una storia di buona politica che, evitando distruttivi scontri personalistici oggi purtroppo diffusi, ha guardato ai bisogni della gente, ha cercato soluzioni concrete nell'interesse collettivo unificando il paese per dare più forza a chi vive del proprio lavoro.

Abbiamo così una realtà importante, che è nata nei locali in affitto in via San Gavino ed è poi cresciuta nel negozio di proprietà di via Campania, in un'area per servizi acquistata da Comune. Tutta questa crescita è avvenuta grazie all'impegno, al volontariato e al lavoro anche materiale di molti amministratori, ai quali non può non andare il ringraziamento di tutti i soci.

Il quadro in cui opera è oggi molto diverso da quello delle origini ed è diventato molto concorrenziale, con numerose grandi strutture commerciali che sono sorte nei comuni limitrofi, con le quali la cooperativa deve confrontarsi ogni giorno. Si vive nei fatti un clima molto competitivo e non tutti i negozi sopravviveranno, come dimostra la chiusura della Standa di Sanluri.

Guardando con occhi attenti appare evidente un certo affaticamento della cooperativa. Molti soci cercano comprensibilmente il miglior rapporto prezzo/qualità e frequentano quindi anche le numerose strutture del circondario, si affievolisce la fidelizzazione. La base sociale, molto numerosa, per ragioni naturali risulta abbastanza invecchiata e non c'è stato un ingresso adeguato di forze giovani da cui attingere gli amministratori del futuro. E' assente inoltre una discussione sulla strategia da seguire nei prossimi anni per fronteggiare una realtà in rapida evoluzione.

Questa discussione bisogna invece avviarla senza perdere tempo. Il paese deve infatti conservare un servizio importante a disposizione di tutti, specie di un numero crescente di anziani e di chi ha difficoltà a spostarsi nei centri viciniori. In secondo luogo bisogna trattenere a Sardara un flusso di risorse importante in modo che possa ridistribuirsi poi nel paese. Infine occorre salvaguardare i posti di lavoro per il benessere dei lavoratori, delle loro famiglie e dell'economia in generale.

Questi obiettivi, nel quadro di un'economia in rapida trasformazione ed in forte competizione, non sono più scontati in partenza. Il loro conseguimento dipende dalla competitività del servizio, dalla sua efficienza, dalla sua qualità e dalla professionalità con cui è gestito. La garanzia di ulteriori successi risiede nella solidarietà e nell'unità dei soci e dei dipendenti. Di tutto questo occorre parlare nuovamente in modo democratico, costruttivo e solidale senza perdere troppo tempo.

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giovedì 22 aprile 2010

TERME: UN’ODISSEA SENZA FINE

La revoca della delibera di Consiglio Comunale avente ad oggetto il rilascio della polizza fideiussoria a favore della società Salute e Benessere e finalizzata all’assunzione di un mutuo per la ristrutturazione del centro termale rappresenta l’emblema di una conduzione amministrativa contrassegnata dall’approssimazione e dalla superficialità.

A voler mutuare l’Inferno dantesco, la maggioranza Zucca si ritrova “in una selva oscura” frutto di scelte e procedure discutibili tali da poter ipotizzare che non solo “la diritta via è smarrita” ma, cosa ben più grave, si fatica ad intravederne un’altra grazie alla quale risolvere i problemi.
Ma veniamo ai fatti.
La Salute e Benessere, in data 28-10-2009, comunica al Comune di Sardara la disponibilità a farsi carico del completamento dei lavori e all’acquisto delle attrezzature necessarie all’AVVIAMENTO della struttura termale attraverso la contrazione di un mutuo decurtato successivamente dal canone di affitto previsto per la gestione. A seguito di siffatta comunicazione il Comune, a firma del Sindaco Giorgio Zucca, con risposta del 28-10-2009, accoglie le istanze formulate dal nuovo gestore e, allo scopo di consentire al Consiglio di poter deliberare, invita la Salute e Benessere a presentare il progetto degli interventi di RISTRUTTURAZIONE (non di avviamento) dell’immobile comunale.
Proseguendo, il 28-11-2009 il Consiglio Comunale, con i voti contrari della minoranza, rilascia la polizza fideiussoria a favore della Salute e Benessere finalizzata alla RISTRUTTURAZIONE (non avviamento) dell’albergo.
A distanza di più di 4 mesi dalla deliberazione (perché si è aspettato così tanto?), in data 2-04-2010 il Comune di Sardara, con sollecito del 9-04-2010, richiede alla Salute e Benessere di conoscere se la richiesta di mutuo è andata a buon fine.
La Salute e Benessere, in data 10-04-2010, in riferimento all’esito della richiesta di mutuo, risponde sulla base di una duplice motivazione:
1) “l’AVVIAMENTO della struttura termale è un’altra cosa rispetto alla RISTRUTTURAZIONE . In tale ottica non si capisce la vostra richiesta di ottenimento del mutuo per l’intervento ristrutturativo nella vostra struttura termale”.
2) “Il mancato ottenimento della linea di credito è riconducibile a ben noti motivi inerenti i contenziosi aperti in sede civile, penale e amministrativa tra il Comune e il precedente Gestore”.
Dalle motivazioni espresse si evince in maniera chiara la volontà della Salute e Benessere di non farsi carico di quelli che la stessa ritiene lavori di ristrutturazione e non di avviamento, che quindi competono di fatto al Comune.
Ne consegue, inoltre, che tutti i lavori fin qui eseguiti dalla nuova gestione si ritengono addebitabili al Comune.
Anche il mancato ottenimento del mutuo non è quindi riconducibile alla responsabilità della Salute e Benessere ma, al contrario, a motivazioni attribuibili direttamente al percorso intrapreso dall’Amministrazione Comunale.
Alla luce di quanto finora emerso, si apre uno scenario non certo incoraggiante con la concreta possibilità di ulteriori contenziosi con delle conseguenze potenzialmente dannose per l’intera cittadinanza.
Ora, con la mancata accensione del mutuo, e quindi senza i soldi necessari per l’avvio dell’Albergo, ci chiediamo: quante sono le imprese che hanno lavorato all’interno della struttura, e soprattutto, chi dovrà farsi carico dei pagamenti per i lavori effettuati?
E ancora, vista la situazione attuale, quando riaprirà l’Albergo termale? E siamo convinti che la Salute e Benessere sia veramente ancora interessata a gestirlo?
Tutte domande che esigono risposte concrete ed esaustive da parte di un’Amministrazione sinora negligente e confusionaria.
Andrea Caddeo

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martedì 20 aprile 2010

Prima che sia troppo tardi...

E’ trascorso più di un anno da quel pomeriggio del 16.02.2009, quando le urne impietosamente certificavano la sconfitta del centro-sinistra in Sardegna, con risultati che non lasciavano dubbi su chi avesse vinto e su chi avesse perso.

Ad oltre un anno di distanza si può guardare con più obiettività e meno emotivamente a quei momenti ed ai giorni che seguirono.
Quel giorno lo ricorderò per il dispiacere, il senso opprimente della sconfitta, l’amarezza provata.
Peggio ancora, per la sensazione di una sconfitta definitiva, senza rimedio.
Una sconfitta diversa da qualsiasi altra che pure il centro sinistra in altre occasioni, lontane e più recenti, ha subìto. Non si poteva spiegare altrimenti la delusione, l’incredulità, il senso di sconforto che io, come tanti altri, abbiamo sentito.
Almeno una cosa era apparsa subito chiara: l’aver perso quelle elezioni non rappresentava soltanto un giudizio negativo sull’operato di chi aveva governato la Sardegna per quattro anni e mezzo.
Era in parte anche questo, ma non era solo questo.
Era la sconfitta di un nuovo modo di amministrare, di un’idea di Sardegna capace di riscattarsi, la sconfitta di un popolo orgoglioso che finalmente aveva imboccato la strada di una vera autonomia ( non solo formale), i cui governanti erano capaci di discutere alla pari con i governanti nazionali, senza complessi di inferiorità e non più con il cappello in mano come è avvenuto fin troppe volte in passato (e di nuovo ancora oggi).
Era invece la vittoria di vecchie, incomprensibili e spesso autolesionistiche logiche interne ai Partiti del centro-sinistra (tanto per restare a casa nostra), i cui leader tornavano ad essere gli indiscussi protagonisti delle vicende politiche isolane (seppure, almeno per ora.... dall'opposizione).
Era soprattutto la delusione di migliaia di persone che, pur non appartenendo al Partito Democratico ne ad alcun Partito del centro-sinistra avevano votato per la continuazione di quell'esperienza politica.
Fu forse per uno stato d'animo simile che alcuni anni fa, dopo una brutta prova del centro-sinistra, Nanni Moretti ebbe a commentare...'con questa classe dirigente non vinceremo mai'...
Per chi aveva creduto in una nuova 'era' della politica sarda, dentro e fuori dai Partiti, era la dimostrazione che non era stato fatto abbastanza per informare, coinvolgere e per spiegare ai sardi il senso e l’importanza di alcune scelte fondamentali fatte negli ultimi quattro anni e mezzo, che potevano essere di vera svolta per la nostra Isola.
E forse non si esagera quando si afferma che l’aver perso quelle elezioni è stato vissuto da tanti come il fallimento di una 'piccola rivoluzione'.
Una 'rivoluzione sarda' sperata, attesa per decenni, che i sardi hanno affidato di volta in volta ai vari ‘sardismi’ di diversa provenienza politica e partitica, ormai considerati privi di valore e di credibilità.
Perciò eravamo in tanti ad essere fiduciosi in un epilogo diverso, a pensare che quelle elezioni si potessero vincere e che si potesse continuare a percorrere la strada per quella che era ormai considerata una battaglia di libertà...
Siamo stati degli illusi? Degli ingenui?
Sicuramente non siamo stati in grado di capire la realtà, i sentimenti profondi di molti sardi.
Ma soprattutto non siamo stati capaci di prevedere le conseguenze del confronto permanente nei Partiti della coalizione, e in particolare le tensioni all'interno del Partito Democratico.
Ci eravamo convinti un pò troppo in fretta che già esistesse (in tanti pensavamo che fosse sempre esistita), una maggioranza di sardi pronta ad unirsi ed a restare unita per continuare sulla strada tracciata delle riforme.
Una speranza che accomunava soprattutto i giovani e molti cittadini che da tempo avevano preso le distanze dai Partiti e dalla politica.
Perciò siamo stati assaliti dai dubbi fino a chiederci se esista ancora una maggioranza di sardi orgogliosi di essere sardi. Un ragionamento, forse consolatorio, ci porta a pensare che questa maggioranza ancora esiste ma, semplicemente, non è emersa compatta, o piuttosto non è stata guidata adeguatamente e con convinzione verso un obiettivo comune.
Restano ancora oggi poco chiari i veri motivi per cui la maggioranza dei sardi non abbia apprezzato la concretezza degli eccezionali risultati conseguiti nei quattro anni e mezzo del Governo guidato da Renato Soru.
Tali sono stati gli obbiettivi raggiunti in materia di servitù militari, nella vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali, sul risanamento del bilancio regionale, con la soppressione di decine di enti inutili, nella difesa del patrimonio paesaggistico sardo, delle zone interne e delle coste, nelle politiche energetiche, con la semplificazione e l’efficienza raggiunta dalla macchina amministrativa regionale, nelle politiche sanitarie e dell’assistenza agli anziani, nel diritto allo studio, con il progetto di riconversione ecologica dell’economia isolana con particolare riguardo allo sviluppo turistico.
E sarebbe riduttivo e fuorviante sostenere che la sconfitta sia stata causata dal particolare impegno profuso nella campagna elettorale da parte del Presidente del Consiglio.
Certo, anche questo deve avere influito. Insieme all'eredità di antichi condizionamenti dovuti alla millenaria occupazione straniera, che ha reso i sardi più diffidenti nei confronti degli altri sardi piuttosto che nell’occupante di turno.
Infatti non esagera chi intravvede negli atti e nei comportamenti di Berlusconi e dei suoi Ministri nei confronti della Sardegna, l'atteggiamento dispotico e insofferente tipico del...colonizzatore. Come non ricordare l'episodio della consegna della bandiera dei quattro mori da parte dei dirigenti del Partito Sardo d'Azione al Presidente Berlusconi? Un fatto simbolico di straordinaria importanza e per questo una delle pagine più nere della nostra autonomia regionale.
Ma quanta parte ha avuto nella sconfitta lo stesso Partito di appartenenza di Renato Soru, il Partito Democratico?
Ormai è convinzione diffusa (un anno di tempo è servito per convincere anche chi era meno convinto) che se il Partito Democratico fosse stato coeso e convinto delle politiche riformiste messe in atto dalla Giunta Soru si sarebbero potute agevolmente vincere le elezioni regionali.
Invece gli echi di quello che era un acceso conflitto interno al P.D. si sentono ancora oggi. Sono recenti le polemiche in materia di sanità pubblica che riguardano l’ex Presidente Soru e il deputato Paolo Fadda. Tensioni che sono gli strascichi di vecchie polemiche e che si riferiscono a scelte fatte dalla Giunta guidata da Renato Soru e dall’allora Assessore alla Sanità Nerina Dirindin.
Diversità di opinioni che non certo limitate alla sanità ma che hanno riguardato, e riguardano, l'ambiente, le coste, l'urbanistica, la riforma dell' Amministrazione Regionale, ecc.
E’ evidente che il P.D. non ha saputo o non ha voluto valorizzare le politiche più innovative che siano mai state fatte per la Sardegna negli ultimi decenni, perfino quelle scelte su cui sembrava che ci fosse identità di vedute. Evidentemente all'interno del P.D. non c'era e non c'è ancora identità di vedute.
Tutto ciò avviene in Sardegna mentre nella Penisola e perfino all’estero non sono mancati gli apprezzamenti da parte del mondo ambientalista che è arrivato ad affermare che ‘…Soru è l’unico politico italiano che ha praticato una politica urbanistica fondata sull’interesse pubblico piuttosto che sulla proprietà fondiaria…’.
Insomma, ci sono molti motivi per non credere che la sconfitta sia stata causata solo da Berlusconi. E neppure dalla ridicola accusa di un Soru ‘dittatore’, tiranno e pronto ad assoggettare la Sardegna e i Sardi ai suoi affari di imprenditore privato.
La Sardegna poteva essere il laboratorio politico e un esempio di buona amministrazione pubblica, una ‘nuova dimensione politico-amministrativa' opposta all’idea berlusconiana ora dominante in Italia.
Siamo ancora in tempo? O ci stiamo continuando a illudere?
Chissà. In ogni caso molto dipenderà dal Partito Democratico e dalla capacità dei propri dirigenti di trovare una sintesi costruttiva rispetto alla diversità di opinioni oggi presenti in quel Partito.
Prima che sia troppo tardi.

Roberto Montisci

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Commento dell'Arc. Boaretto all'articolo del 19 aprile 2010

"Pubblichiamo il commento dell'arch. Boaretto senza voler per questo condividere tutto il suo operato e tutte le sue posizioni. Siamo disponibili a pubblicare anche un commento del sindaco, purchè formulato senza offese ed insulti", Novas.

"Ho letto con molta attenzione l'articolo apparso il 19 Aprile 2010 e tralasciando di entrare nello specifico della questione che ci vede impegnati in molte cause ed esposti con il Comune di Sardara e con alcuni amministratori, desidero puntualizzare che quanto scritto nel vostro articolo e riconducibile all'ntervento del Sindaco di Sardara non corrisponde al vero. Infatti il Sindaco di Sardara fa solo riferimento al compenso in numerario (cioè i soldi incassati) ma dimentica che il contratto d'affitto prevedeva anche come compenso i lavori esterni che sono stati sempre eseguiti dal personale dell'azienda e da ditte esterne incaricate. I soldi corrisposti al Comune nelle due forme sono molti di più, e lo sanno anche i Sardaresi che erano abituati a vedere il boschetto degli eucalipti come discarica di siringhe, preservativi, tamponi e molto altro. Ci sono atti in Comune che trattano di questo e nel contratto non era previsto che noi svolgessimo il ruolo di spazzini. Vi ricordate i cartelli attaccati agli eucalipti che invitavano ad un maggior senso civico e ad un rispetto dell'ambiente? Non è con la menzogna o con le mezze verità che si onora il lavoro di tanti che hanno creduto e lavorato per le Terme di Sardara. Da quando siamo stati mandati via dalla struttura dell'Hotel Eucalipti le cose certe che sono successe e che sono da ascrivere ai merirti dell'amministrazione in carica sono: 1 Nessun affitto incassato e nessuna manutenzione alle pertinenze esterne è stata eseguita se non a carico della collettività; 2 I lavoratori dell'Hotel Eucalipti Terme hanno perso il posto di lavoro, il loro stipendio e la disoccupazione è stata pagata ancora una volta dalla collettività; 3 Lo stato non ha incassato le tasse dell'azienda e dei lavoratori; 4 Gli Istituti previdenziali non hanno più incassato i contributi per la sanità e le pensioni. Però hanno pagato la disoccupazione. E' felice lo Stato; 5 I fornitori di Sardara e non hanno perso un cliente, ecc. Mi fermo qui, credo che il bilancio di questa grande conquista dell'amministrazione di Sardara, per quanto riguarda la struttura dell'Hotel Eucalipti Terme, la vita delle persone che ci hanno lavorato non sia certamente positivo. Forse avrebbero dovuto ascoltare la persona che, assessore della stessa amministrazione, ha cercato, in questa vicenda un accordo e non lo scontro. Hanno vinto i duri ma, cosa hanno vinto? Grazie per l'attenzione Emanuele Boaretto Amministratore delegato Hotel Eucalipti Terme"

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lunedì 19 aprile 2010

COSA E’ STATO FATTO ALLE TERME?

Sabato 17 aprile si è tenuta una seduta del Consiglio comunale importante, dal quale ci si aspettava chiarezza sulla situazione e sul destino dell'albergo termale del Comune.

All’ordine del giorno la revoca di una delibera del consiglio che autorizzava l’amministrazione a rilasciare apposita polizza fidejussoria a favore della Salute e Benessere Casteldoria Terme, nuovo concessionario dell’albergo termale che si impegnava a richiedere un mutuo per realizzare i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. Parrebbe che il mutuo non sia stato concesso a causa del contenzioso in essere in sede civile, penale ed amministrativo col vecchio gestore.
Come si vede sta venendo alla luce una situazione sempre più aggrovigliata. Per porre fine e rimedio a tale situazione è indispensabile innanzitutto capire da dove si è partiti e dove si è arrivati.
Ad oggi, nonostante sia stata fatta una richiesta di copia, non ci è stata ancora consegnato il verbale dell’Ufficio Tecnico e dell’Ufficio Polizia Municipale del 14 luglio 2009, a seguito del sopralluogo effettuato al momento della ripresa in possesso della struttura.
Quel verbale è il punto di partenza di ogni successiva valutazione.
A seguito di quel sopralluogo l’ufficio tecnico opera alcune stime delle opere necessarie all’avviamento della nuova gestione. Una prima valutazione viene fatta ad agosto, una seconda più aggiornata ad ottobre dettagliando le voci, le spese sostenute e quelle da sostenere per un totale complessivo di euro 591.219,40.
A novembre il gestore presenta un apposito progetto per le opere di ordinaria e straordinaria proponendosi per la realizzazione delle opere in esso contenute. La Giunta approva il progetto ma solo a fine anno il gestore presenta la dichiarazione per l’inizio lavori.
Ad oggi sono stati effettuati lavori di cui non si conosce l'ammontare. Durante il dibattito consiliare abbiamo richiesto alla maggioranza di presentarci uno stato di consistenza, ossia la fotografia di quanto accaduto sinora. Occorre fare chiarezza su chi ha fatto, che cosa ha fatto, e per quanto ha fatto. Sembrerà strano ma questo oggi non si sa!
Senza questo quadro è impossibile fare qualsiasi valutazione. Sappiamo che la struttura per essere riavviata necessita delle autorizzazioni da parte dell’ASL e dei vigili del fuoco.
Speriamo che siano stati effettuati i lavori per rispondere alle normative in questione.
Infine, nel suo intervento il Sindaco ha fatto presente che l’albergo comunale ha permesso all’Amministrazione di introitare solo 180.000 euro in nove anni.
A noi dispiace invece ricordarGli che decine di lavoratori ci hanno lavorato per nove anni e che purtroppo da nove mesi sono a casa senza lavoro.
Gruppo consiliare Partito Democratico

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Mostra di Pittura - Pensieri astratti

La scoperta dell’opera di Pino Casti è una piacevole sorpresa. Colpisce soprattutto la scelta dell’astrattismo, la rinuncia alla figurazione che, quando compare, viene solo accennata per simboli, quasi che l’artista fugga la rappresentazione fotografica della realtà.


Visitando il suo atelier, nel centro storico di Sardara, ci si trova immersi nella penombra, tra mazzi di carte dipinte accatastate qua e là, in un delirio di colori e di messaggi che la timidezza dell’artista mai aveva concesso di esporre.
D'altronde è comprensibile. Fare astrattismo in Sardegna è già difficile per chi è noto, figuriamoci per un autodidatta di 50 anni, che per giunta non può nemmeno vantare un trascorso figurativo che lo metta al riparo dalle solite critiche.
La sua pittura, tuttavia, non nasce dalla presunzione di voler essere un grande artista ma dal bisogno sincero di esprimere la propria interiorità, attraverso la forza del colore. La sua mano è guidata da una sorta di furor liberatorio che pare sfogare nel codice pittorico il non detto del linguaggio verbale. Alle volte raggiunge i toni di una delicata poesia, altrove lancia un urlo disperato oppure si trascina in una pausa andante, da viaggio vissuto.
I supporti adottati, come i cartoni delle magliette che lui vende al mercato, commuovono per la pochezza di mezzi e lo avvicinano, almeno ideologicamente, alla corrente trasversale degli artisti bohémiens, mentre il bisogno irrefrenabile di dipingere ricorda in un certo senso quelle personalità passionali e un po’ ingenue che accomunano tutti i grandi pittori gestuali.
L’uso libero e veloce dei colpi di spatola dà un senso di movimento alle opere che traducono nell’immediato sensazioni mentali. La crostosità materica forma spessori e ombre da leggersi sia nei controluce che nell’abbinamento talvolta inconsueto dei colori, che lasciano intendere sensazioni forti, quasi stranianti.
L’opera di Pino Casti, che definirei da absolute beginner, parafrasando una canzone del Duca bianco, va intesa per sua freschezza inventiva, per gli effetti psicologici trasmessi da una gestualità istintiva, non meditata, ma vissuta nell’attimo stesso della creazione.
Per essere capita va letta come se fosse una musica strumentale, che prescindendo il significato delle parole è in grado di comunicarci emozioni e lascia libera la fantasia dell’osservatore affinché possa spaziare nel proprio iter interpretativo.
La ricetta per poterle apprezzare è semplice: vederle prima tutte, sceglierne una, e di fronte a quella lasciarsi trasportare per alcuni minuti dal colore e dalle forme, nell’osmosi dei pensieri reciproci.
Paolo Sirena

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RACCOLTA RIFIUTI

E bravi i nostri amministratori! In un sol colpo sono riusciti a peggiorare il servizio ed aumentare le tariffe.

In un articolo di alcuni mesi fa facevo notare che il servizio della raccolta rifiuti stava allontanandosi dagli standard virtuosi che si era faticosamente conquistati. Impietose le statistiche della provincia denunciano, per il nostro paese, un calo di raccolta differenziata di oltre nove punti. Si faceva notare, allora, che la poca attenzione nel servizio avrebbe potuto avere conseguenze negative. La filosofia "del comandante in capo del poco rispetto per le regole", ha trovato nei nostri amministratori dei rispettosissimi seguaci. E’ stato concesso di conferire l’umido non negli appositi contenitori e nei sacchetti biodegradabili, ma nelle comuni buste di plastica o addirittura nei sacchi usati per il concime. Quando il camion arriva in discarica, l’umido "così conciato", viene considerato materiale secco indifferenziato e normalmente bruciato. Come pure fa la stessa fine la carta e la plastica infilate nei sacchetti non trasparenti del secco. In difesa della privacy, dicono i nostri; ma per raggiungere lo scopo bastava dotare gli utenti di appositi contenitori. Risultato: lattine, vetro, carta ed umido, non raggiungono più il 70%, ma ne restano ben sotto di circa 10 punti. Fino a qualche anno fa, tra tariffa pagata dai cittadini e le agevolazioni per la gran quantità di differenziata conferita, si raggiungeva la copertura di oltre il 92% del servizio; il restante 7% era a carico del comune. Quest’anno a causa della scarsa differenziazione nella raccolta, il comune dovrà farsi carico di oltre il 20% . Siccome gli amministratori non pagheranno certamente di tasca propria questa grande differenza, scaricheranno la loro dabbenaggine sui cittadini: nella prossima cartella delle imposte troveremo UN BEL 10% IN PIU’ DA PAGARE. Proprio un bel regalo. Le chiacchiere in campagna elettorale sono facili e non costano nulla; poi però puntualmente arriva il conto e a pagare è sempre Pantalone. Non è poi così facile amministrare.
Luigi Melis

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giovedì 15 aprile 2010

FARE CHIAREZZA SULL' ALBERGO TERMALE

Sabato 17 aprile si terrà una seduta del Consiglio comunale importante, dal quale ci si aspetta chiarezza sulla situazione e sul destino dell'albergo termale del Comune.

Il 10 aprile il nuovo gestore ha scritto una lettera all'Amministrazione comunale in cui afferma di non voler procedere all'avvio dell'attività, di non aprire cioè l'albergo termale per due motivi. Il primo consiste nel fatto che l'albergo richiederebbe necessari lavori di ristrutturazione propedeutici alla ripresa dell'attività, che dovrebbero essere realizzati a carico della proprietà, cioè del Comune.
Il secondo motivo riguarda la mancata concessione del mutuo da parte del Banco di Sardegna a causa del contenzioso in essere in sede civile, penale ed amministrativo col vecchio gestore. Il mutuo era stato richiesto per realizzare i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, necessari per rimettere a posto la struttura comunale.
Come si vede sta venendo alla luce una situazione sempre più aggrovigliata. Prima sono stati realizzati lavori di cui non si conosce l'ammontare, forse per centinaia di migliaia di euro, per interventi dichiarati di manutenzione ordinaria e straordinaria, che potevano e dovevano essere messi a carico del nuovo gestore sulla base del contratto di gestione. Oggi quest'ultimo parla di lavori di ristrutturazione, che sarebbero invece di competenza del Comune. Non è difficile intravedere un nuovo e ulteriore contenzioso legale tra Amministrazione comunale e Salute e Benessere Casteldoria Terme, che si aggiungerebbe a quello col precedente gestore.
Risulta sempre più evidente una leggerezza incredibile nell'aver realizzato lavori senza un progetto preliminare regolarmente approvato, che qualificasse i lavori di manutenzione o di ristrutturazione, senza un contratto tra le parti (tra Comune e gestore, tra chi ha ordinato i lavori e le imprese), senza un direttore dei lavori per il Comune. Si può solo sperare che non sopraggiunga una grandinata di carte bollate con gli avvocati che cingono d'assedio il nostro Comune.
Si appesantisce per un altro verso anche il contenzioso con il precedente gestore che ha intentato un ulteriore ricorso contro il Comune presso il Tribunale Amministrativo Regionale, in cui afferma di aver richiesto un risarcimento per danni materiali di 309.455 euro, il rimborso di 33.000 euro per le spese di trasporto delle proprie attrezzature a deposito e un risarcimento per danni morali da quantificare. E' quindi evidente che, al di là dell'esito finale dei contenziosi con l'ing. Boaretto, il prolungamento dei tempi dei giudizi dei vari tribunali fornisce al nuovo gestore un motivo in più per defilarsi, dopo che la bocciatura della cittadella termale ha probabilmente raffreddato l'interesse per la nostra area termale.
Chi pagherà a questo punto le nostre imprese di Sardara? C'era proprio bisogno di coinvolgerle in un'avventura così scombinata?

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Sardara: CostruireFuturo e la sua scuola di politica.

Viene auspicato da più parti il coinvolgimento dei giovani nella politica attiva ritenendolo una delle soluzioni alla disaffezione che negli ultimi anni si è venuta creando verso il mondo politico.

Alle buone intenzioni spesso, come in questo caso, non seguono i fatti; il termine giovane o neofita da coinvolgere in politica viene declamato in convegni, salotti, comizi, senza mai comunque dare veri e propri spazi e strumenti per far avvicinare questi “soggetti” alla politica. Le scuole di formazione politica (e quella di Sardara ne è un bell’esempio) sono tra le poche occasioni che permettono a chi non ha mai fatto politica attiva di iniziare ad interessarsi agli argomenti di cui la politica dovrebbe occuparsi. Anche Sardara dunque con l’Associazione CostruireFuturo ha voluto rispondere a questa sentita esigenza promuovendo un corso di formazione politica aperto a tutti e soprattutto rivolto ai giovani. Durante il corso, con frequenza bisettimanale, vengono affrontati i temi di grande interesse sociale, politico ed economico che trasversalmente si intersecano. Le lezioni, tenute da docenti universitari o da esperti di vari settori, non sono altro che dei percorsi guidati in cui l’esperienza e la professionalità dei docenti stimolano la discussione e permettono ai non addetti ai lavori di entrare nei meccanismi di gestione della cosa pubblica, rivitalizzando l’interesse verso temi di pubblica utilità in modo diffuso, esteso e critico. Giunti a circa la metà del corso di formazione non possiamo che dare un giudizio positivo sul modo in cui gli argomenti sono stati trattati stimolando le opinioni e la dialettica dei partecipanti. Gli argomenti finora trattati sono stati i seguenti: La Politica e i Giovani, le Politiche socio-assistenziali, lo Sviluppo locale e la pianificazione strategica, l’utilizzo del territorio e la pianificazione urbanistica, lo Sviluppo agricolo e le politiche pubbliche, le Piccole e medie imprese come motore dello sviluppo. Il percorso informativo e formativo oltre che dalle unità didattiche è arricchito da conferenze aperte a tutta la popolazione incentrate su tematiche specifiche e reso partecipativo anche dalla costituzione di gruppi di lavoro che affrontano con spirito critico argomenti che interessano la nostra comunità e il territorio creando dei veri e propri laboratori di idee. Lo strumento impostato dalla scuola ci permette di crescere sfruttando al meglio una risorsa importante quale la potenzialità di ognuno di sentirsi cittadino consapevole, informato e attivo.
Ercole Melis

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25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE

Anche quest'anno il circolo ”1° Maggio” dell'Arci organizza la celebrazione della festa del 25 Aprile , anniversario della liberazione dall'oppressione del nazismo e del fascismo.

Con la Resistenza il meglio della società italiana, operai, contadini, intellettuali, militari fedeli al loro giuramento si sollevarono in armi per difendere l'indipendenza nazionale e cacciare via i nazisti e sconfiggere il fascismo.
Tutti erano ispirati dal desiderio di libertà dopo vent'anni in cui il regime mussoliniano ci aveva privato della democrazia, ci aveva portato ad una guerra distruttiva ed si era macchiato dell'orrore delle leggi razziali e dei crimini contro i civili inermi nelle guerre coloniali.
L'Italia fu così liberata dalle forze alleate e dai partigiani che dovettero combattere anche contro altri italiani della Repubblica di Salò, fascisti anche in buona fede, che però finirono per trovarsi dalla parte sbagliata della dittatura, del razzismo e del nazismo.
Dai valori della Resistenza, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza e della solidarietà è nata la Costituzione italiana, che oggi ha bisogno di riforme, ma salvaguardandola dall'autoritarismo e dai pericoli plebiscitari dell'uomo solo al comando senza controlli, come viene proposto da una parte delle forze politiche.
Di queste cose, della celebrazione di una pagina di storia che ha portato conquiste di libertà civili e sociali agli italiani, della Costituzione e della difesa dei valori e dei principi messi alla sua base si discuterà il 25 aprile in un'assemblea pubblica che si terrà nel saloncino del circolo 1° Maggio in via Umberto.

Eligio Piras.
Presidente circolo “1° Maggio” dell'Arci.

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martedì 13 aprile 2010

Interrogazione al Sindaco sulle società operanti nell’albergo termale per lo svolgimento dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria

Pubblichiamo il testo dell'interrogazione presentata dai Consiglieri Comunali di "Sardara in Comune" e del "Partito Democratico" sulle società operanti nell'albergo termale per la manutenzione ordinaria e straordinaria.

http://www.novasdisardara.it/interrogazione%20al%20sig%20sindaco%20ter.pdf

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lunedì 12 aprile 2010

Calendario Eventi 2010

La Provincia rilancia il programma di Eventi, la rete di appuntamenti quali i Grandi Eventi, le manifestazioni identitarie e culturali, quelle sportive e quelle intercomunali che vengono organizzate dalle Amministrazioni Comunali per la promozione gli aspetti materiali ed immateriali dell’espressione artistica del territorio.

Dopo la positiva esperienza maturata nell’ultimo triennio e a seguito degli incontri con i Sindaci, la Giunta provinciale ha recentemente adottato la delibera che approva l’elenco delle manifestazioni previste per l’anno 2010.
Attraverso la realizzazione del programma Eventi 2010 si è passati, per la prima volta, da una programmazione locale ad un coordinamento provinciale delle principali manifestazioni che promuovono e valorizzano l’importante patrimonio di tradizioni, testimonianze e conoscenze delle produzioni artistiche presenti nelle comunità locali.
Grazie alla collaborazione delle amministrazioni locali, la predisposizione di un calendario condiviso ha consentito di superare inutili dualismi e sovrapposizioni, favorendo invece alla valorizzazione organica e sistematica delle manifestazioni, soprattutto di quelle che presentano una particolare rilevanza nel rafforzare la coesione e la conoscenza tra le comunità sostenendo ed ampliando gli eventi avviati dai Comuni con la finalità di promuovere i rapporti e gli scambi culturali interni tra le comunità della Provincia e tra queste ed altri paesi e regioni italiane ed internazionali.
Una sorta di viaggio non solo nel vissuto quotidiano delle comunità locali, grazie ai numerosi eventi identitari e culturali tra cui quelli dell’Associazione Nazionale della Terra Cruda, che prende il via con gli importanti carnevali per proseguire durante tutto l’anno con gli appuntamenti sportivi a carattere nazionale ed internazionale oltre ai grandi eventi tra cui Arresojas ed il festival Fantasia di Luci.
Una promozione a 360 gradi della variegata offerta territoriale, che attraverso questi eventi consente di far conoscere anche le produzioni locali dell’artigianato e quelle agroalimentari del Paniere della Provincia Verde utilizzate nei premi e riconoscimenti che vengono consegnati da ciascun Comune ad ospiti e partecipanti delle manifestazioni.

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domenica 11 aprile 2010

Giornata di sensibilizzazione AVIS

L'AVIS di Sardara organizza la presentazione e premiazione degli elaborati eseguiti dagli alunni della scuola media e quinte elementari, finalizzate alla conoscenza ed alla sensibilizzazione della donazione
L'esposizione dei lavori e la successiva premiazione degli elaborati migliori avverrà nei locali del cineteatro delle Terme dalle ore 9:30 alle ore 13:00 del giorno sabato 17 aprile 2010.


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giovedì 8 aprile 2010

Interrogazione Contratto per la gestione dell'Albergo Termale

Pubblichiamo la risposta scritta all'interrogazione del 08.02.2010 presentata dai consiglieri comunali del Partito Democratio e di Sardara in Comune relativa al Contratto di Gestione dell'Albergo Termale di Sardara.

http://www.novasdisardara.it/risposta%20interrogazione%2008_02_2010.pdf

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"Pensieri Astratti"

Il giorno 16 aprile 2010 alle ore 17.30 presso il Civico Museo Su Mulino di Villanovafranca si inaugura la mostra di pittura "Pensieri Astratti" dell'artista Pino Casti.





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mercoledì 7 aprile 2010

MONREALE OGGI

Oggi Monreale è solo un rudere, in completo e colpevole abbandono.
E ogni anno che passa cancella un contorno architettonico e offusca un ricordo storico.

Solo lo studio della storia sarda - con l'affettuoso aiuto della fantasia – ci consente di ricostruire idealmente la forte rocca giudicale, baluardo e simbolo di libertà, dominante sul Campidano fertile e libero.
Eppure, per quanti hanno l'animo aperto ai valori ideali, Monreale è ancora vivo e parla.
“Habent saxa, aera, lapides, et quaecumqe vetusta monumenta, quemadmodum voces suas”: così pensava un grande archeologo del secolo XVII.
E dalle torri diroccate di Monreale, dalle mura ridotte a cumuli di macerie, dagli spalti franati, dal cassero sbrecciato, dal mastio informe donde più non sventola il vessillo arborense né più si diffonde il rintocco della martinella; da tutto questo complesso di solitarie rovine, si leva una voce misteriosa e solenne, si sprigiona un fascino vigoroso che conquide.
E' la voce della Storia – della 'nostra' Storia – il cui monito, tante volte disatteso nei secoli, è sempre lo stesso: essere uniti per essere liberi !
E' il fascino dell' IDEA che resta, viva e feconda, anche quando tutto intorno crolla e svanisce come' eco di tromba che si perde a valle'.
Tornano alla memoria i versi del poeta che sentì e cantò il fascino dei ruderi, ed esaltò l'IDEA:
Fuga di tempi e barbari silenzi
vince e dal flutto delle cose emerge
sola, di luce ai secoli affluenti
faro, l'IDEA:
IDEA che, dalle rovine di Monreale, emerge con un significato preciso: LA LIBERTA'!
Da difendere – oggi come ieri – contro gli aragonesi di turno, nell'Isola e dovunque, da Kabul a Danzica, da Santiago a San Salvador.
Antonio Murgia.
Pubblichiamo questo testo, scritto nel 1980 dal sacerdote sardarese Antonio Murgia, di cui abbiamo già riprodotto una ricerca sulle fonti storiche utili per ricostruire la storia del castello e del paese, per ricordare la persona e perché suggerisce riflessioni.
Per un periodo che va dal 1324 al 1494 il castello di Monreale e i sardaresi sono stati partecipi di lunghe e sanguinose lotte per difendere la libertà dei sardi prima dai pisani e poi dagli aragonesi, che stavano cominciando a costruire quello che sarebbe diventato un impero di dimensioni globali. Alla fine di questo periodo di battaglie cruente la vita e la stessa distribuzione della popolazione del nostro territorio risultarono profondamente cambiate. Borgo di Castello e Villa de Abbas furono abbandonati e le loro popolazioni si trasferirono a Sardara.
Per Antonio Murgia da questa storia promana un grande fascino, un richiamo all'Idea di libertà, che permane tra i nostri caratteri identitari. Novas si propone di contribuire a suscitare interesse per queste pagine del nostro passato e a dibattere sui caratteri identitari della coscienza collettiva del paese.
Novas.

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sabato 3 aprile 2010

Auguri di Buona Pasqua

La Redazione di Novasdisardara augura a tutti i suoi lettori una Buona Pasqua.

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A proposito di strada provinciale SP 62 e non solo

Con la petizione popolare promossa dal Circolo I maggio ed avente ad oggetto la richiesta di messa in sicurezza della strada provinciale Sardara – San Gavino, la comunità intera ha scritto una pagina di buona politica.


L’iniziativa, sostanziata dalla raccolta di oltre 1300 firme in poco più di due settimane, ha avuto il merito di riproporre con forza il problema della pericolosità delle strade. E’ questo il classico esempio di una politica che “parte dal basso” sull’onda di un’esigenza comune particolarmente sentita.
Compito della politica farsene carico, utilizzando gli strumenti che la stessa mette a disposizione. In tal senso, la consegna ufficiale delle firme al Presidente della provincia Fulvio Tocco, la mozione presentata dal consigliere provinciale del PD Massimo Sanna e i documenti di sintesi hanno adeguatamente assolto al compito ad essa preposto. La grande partecipazione popolare ci indica l’importanza nell’individuare percorsi comuni utili al raggiungimento di traguardi collettivi, soprattutto in un periodo come questo, in cui l’estrema frammentazione sociale ci ha reso tutti più deboli e impreparati ad affrontare le criticità quotidiane. Una società individualista, infatti, è una società che guarda con difficoltà al futuro e che determina un indebolimento complessivo delle regole e del rispetto reciproco. Superare gli egoismi personali significa abbandonare la politica del “proprio orticello” provando invece a coltivare tutti assieme un “orto comune” che senza dubbio comporta maggiori sacrifici personali ma che si spera produca raccolti abbondanti per tutti. Per questo anche a Sardara occorre aprire una nuova pagina politico-amministrativa estirpando le erbacce funzionali al fallimento del centro-destra e impiantando invece quantità massicce di rispetto per le persone e per le regole, legalità e trasparenza. Da queste fondamenta occorrerà ripartire per ricreare nel paese un clima di fiducia e una matura convivenza civile e democratica.
Andrea Caddeo

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Volantino sulla Strada Provinciale 62 Sardara - S. Gavino

La Provincia del Medio Campidano ha deciso di non aspettare che arrivino i soldi dalla Regione: reperirà in proprio i fondi di finanziamento necessari.

I tragici fatti che hanno recentemente scosso la nostra comunità, hanno riaperto il dibattito sulla SP 62 Sardara/San Gavino e hanno riportato prepotentemente alla luce il problema delle strade Provinciali e dello stato di abbandono in cui la ex Provincia di Cagliari le ha lasciate.
La nostra Comunità con compostezza e determinazione ha risposto proponendo una petizione di oltre 1300 firme promossa dal Circolo “I maggio” dell’ARCI, un’iniziativa politica da parte del Consigliere Provinciale del PD Massimo Sanna e con un incontro-dibattito con il Presidente della Provincia Fulvio Tocco.
Dopo 40 anni arriva finalmente la notizia attesa dai cittadini di Sardara, di San Gavino e del Medio Campidano: gli interventi infrastrutturali, l’allargamento e la messa in sicurezza della SP 62 Sardara/San Gavino si faranno. Lo ha deciso il Consiglio Provinciale del Medio Campidano che lo scorso 25.03.2010, ha approvato la mozione urgente - presentata dai Consiglieri Provinciali del PD, Massimo Sanna di Sardara (primo firmatario) e Carlo Tomasi di San Gavino, che impegna la Giunta Provinciale a reperire i 2 milioni di euro necessari alla realizzazione degli interventi.
La Provincia del Medio Campidano,
• nel 2006, con un finanziamento di € 300.000,00, ha rifatto il manto stradale e ripristinato la segnaletica;
• nel 2008 ha ottenuto un finanziamento di € 50.000 per effettuare lo studio di fattibilità necessario a determinare le somme indispensabili a fare i lavori di allargamento e messa in sicurezza;
• nel 2008 (maggio) e nel 2009 (settembre), dopo aver individuato nella SP 62 Sardara/San Gavino la priorità relativamente agli interventi infrastrutturali sulla viabilità della Provincia, ha richiesto alla Giunta Regionale, senza mai avere risposta, i 2 milioni di euro necessari a fare i lavori di allargamento
e messa in sicurezza;
• lo scorso 25.03.2010 ha deciso di non poter/voler, più attendere i tempi di “Mamma Regione”, impegnandosi a reperire, con oneri a carico del proprio bilancio, i soldi necessari ad effettuare gli interventi infrastrutturali di allargamento e messa in sicurezza della SP 62.
Una volta reperiti i fondi necessari, verrà avviata la fase di progettazione, gli eventuali espropri e quindi si procederà con i lavori.
Il PD si impegna a seguire da vicino tutto l’iter e a informare la popolazione.
Sardara, 29 marzo 2010.
Il Circolo PD di Sardara
I tragici fatti che hanno recentemente scosso la nostra comunità, hanno riaperto il dibattito sulla SP 62 Sardara/San Gavino e hanno riportato prepotentemente alla luce il problema delle strade Provinciali e dello stato di abbandono in cui la ex Provincia di Cagliari le ha lasciate.
La nostra Comunità con compostezza e determinazione ha risposto proponendo una petizione di oltre 1300 firme promossa dal Circolo “I maggio” dell’ARCI, un’iniziativa politica da parte del Consigliere Provinciale del PD Massimo Sanna e con un incontro-dibattito con il Presidente della Provincia Fulvio Tocco.
Dopo 40 anni arriva finalmente la notizia attesa dai cittadini di Sardara, di San Gavino e del Medio Campidano: gli interventi infrastrutturali, l’allargamento e la messa in sicurezza della SP 62 Sardara/San Gavino si faranno. Lo ha deciso il Consiglio Provinciale del Medio Campidano che lo scorso 25.03.2010, ha approvato la mozione urgente - presentata dai Consiglieri Provinciali del PD, Massimo Sanna di Sardara (primo firmatario) e Carlo Tomasi di San Gavino, che impegna la Giunta Provinciale a reperire i 2 milioni di euro necessari alla realizzazione degli interventi.
La Provincia del Medio Campidano,
• nel 2006, con un finanziamento di € 300.000,00, ha rifatto il manto stradale e ripristinato la segnaletica;
• nel 2008 ha ottenuto un finanziamento di € 50.000 per effettuare lo studio di fattibilità necessario a determinare le somme indispensabili a fare i lavori di allargamento e messa in sicurezza;
• nel 2008 (maggio) e nel 2009 (settembre), dopo aver individuato nella SP 62 Sardara/San Gavino la priorità relativamente agli interventi infrastrutturali sulla viabilità della Provincia, ha richiesto alla Giunta Regionale, senza mai avere risposta, i 2 milioni di euro necessari a fare i lavori di allargamento
e messa in sicurezza;
• lo scorso 25.03.2010 ha deciso di non poter/voler, più attendere i tempi di “Mamma Regione”, impegnandosi a reperire, con oneri a carico del proprio bilancio, i soldi necessari ad effettuare gli interventi infrastrutturali di allargamento e messa in sicurezza della SP 62.
Una volta reperiti i fondi necessari, verrà avviata la fase di progettazione, gli eventuali espropri e quindi si procederà con i lavori.
Il PD si impegna a seguire da vicino tutto l’iter e a informare la popolazione.
Sardara, 29 marzo 2010.
Il Circolo PD di Sardara

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Interrogazione al Sindaco sui lavori all'albergo Is Acquas Terme

Pubblichiamo l'interrogazione al Sindaco relativa ai lavori eseguiti dalle imprese sardaresi all'albergo Is Acquas Terme.
http://www.novasdisardara.it/interrogazione%20al%20sindaco%20lavori%20non%20pagati.pdf



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