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lunedì 26 aprile 2010

PER NON DIMENTICARE IL 25 APRILE

Oggi è un giorno importante per l’Italia. Un giorno in cui, da 65 anni a questa parte, siamo abituati a richiamare alla memoria il ricordo e i valori che quel 25 Aprile 1945 porta con sè: il disegno collettivo di un futuro libero per tutti gli italiani, la conquista di quelle libertà, uguaglianza e dignità per decenni negate dalla dittatura fascista, la pace e la fratellanza di tutti gli uomini e le donne del mondo. Il sacrificio di tanti giovani italiani che combatterono perché l’Italia potesse tornare libera e per il bene del loro Paese, per la nascita della Democrazia.
L'impegno unitario di molteplici e anche opposti orientamenti politici, che ebbero la capacità, la maturità e il senso del dovere per mettere da parte orgoglio e personalismi per raggiungere un traguardo più ampio e più nobile, per il bene non di pochi ma di tutti, una riunione che avrebbe avuto la sua massima espressione nella liberazione dal regime e nella realizzazione della Carta Costituzionale. Tutto questo abbattendo le barriere fisiche, geografiche e culturali dell’Italia di quei tempi, veicolando la forza propulsiva e dirompente del popolo verso un fine nobile e collettivo. Questa è Storia, e ognuno di noi la studia e la può trovare nei manuali scolastici. Ma ci sono, a mio avviso, due modi di studiare la Storia; apprenderne le nozioni e relegarle in un angolo della memoria, oppure viverla, giorno per giorno, facendo in modo che i valori che da essa traiamo diventino parte integrante della nostra vita, della nostra quotidianità, permeino il nostro carattere e guidino il nostro porgerci nei confronti degli altri. Il 25 aprile non deve essere solo la commemorazione di una ricorrenza storica, ma un continuo e rinnovato impegno per la democrazia, un lascito per tutte le generazioni figlie del 25 aprile e che verranno ancora. Perché solo nel rinnovamento del ricordo l’impegno, il coraggio e il sacrificio dei nostri antenati e dei nostri connazionali non sarà risultato vano. E contro quelli che vogliono avvilire e umiliare questo ricordo, contro quelli che vorrebbero riscrivere la Storia e farci dimenticare, sono le nuove generazioni ad avere bisogno delle vecchie generazioni. E da appartenente alla nuova generazione, chiedo forte a chi ha vissuto ed è nato e cresciuto sulla scia di quel 25 aprile: AIUTATECI A NON DIMENTICARE, AIUTATECI A RICORDARE! Perché di quella forza, di quella passione e di quegli ideali che vi hanno guidato per arrivare al traguardo della liberazione noi giovani abbiamo bisogno oggi più che mai per combattere la nostra Resistenza: la Resistenza alla crisi economica, alla disoccupazione, al disagio sociale. Resistenza alle ingiustizie sociali, all’individualismo più efferato, agli attacchi alla legalità. Noi giovani ne abbiamo bisogno per recuperare quell’identità che abbiamo perduto, quel senso civico che è ormai diventato qualcosa di astratto, per riprendere a credere e a partecipare alla vita politica per costruire un disegno collettivo per noi e per le generazioni future. Ed è a noi giovani che dedico le mie conclusioni, uno stralcio tratto dagli scritti di uno dei Padri della Resistenza, Piero Calamandrei, che volle dedicare un pensiero ai giovani, agli studenti e alle future generazioni perché potessero comprendere il senso e il valore della Resistenza, della Liberazione e della Costituzione. « Andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. » Roberta Atzori

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