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lunedì 26 aprile 2010

I CARABINIERI NELLA RESISTENZA E NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE.

Dall'8 settembre all'aprile 1945 l'Arma dei carabinieri visse uno dei periodi più difficili e, al tempo stesso, più esaltante della sua lunga storia. Duramente provata trovò la forza e la coesione morale di organizzarsi tempestivamente per la resistenza e la guerra di liberazione. Confermò così la sua tradizione di secolare fedeltà alle Istituzioni. Con l'attivazione di tutte le sue strutture, con l'impiego di nuclei e formazioni clandestine, a volte di consistenza massiccia, a volte di entità esigua, con migliaia di Stazioni, Tenenze, Compagnie e unità superiori trasformate in altrettanti centri clandestini e con l'eroica iniziativa dei singoli i carabinieri dettero un impulso rilevante alla lotta contro le forze nazifasciste. Durante tutta la resistenza e la guerra di liberazione riaffermarono il proprio radicato senso dello Stato, il profondo spirito di abnegazione e la loro illimitata dedizione al dovere.
Mentre ormai dappertutto la resistenza dei carabinieri si sviluppava sempre più e assumeva tutte le forme della lotta clandestina il 12 settembre il colonello Rossano Della Chiesa, comandante della Legione di Bari, costituì in quella sede il “Comando Carabinieri Meridionale”che comprendeva i reparti dell'Arma della Puglia , della Calabria, della Basilicata. Nelle regioni dell'Italia centrale altre formazioni clandestine si costituirono. Molti comandi, ancor prima che le operazioni si sviluppassero nella sua ampiezza al comando del generale Caruso, riuscirono ad attuare le predisposizioni di passaggio all'organizzazione occulta con una forza di 6.000 uomini tra ufficiali, sottufficiali, appuntati e carabinieri.

Nell'Italia settentrionale le forze dell'Arma si trovarono ad operare in condizioni particolarmente delicate per la massiccia presenza di unità tedesche, integre nella loro costituzione organica, pienamente efficienti nell'armamento. L'Arma trasferì le armi pesanti e le munizioni in località clandestine. In tale situazione di emergenza il personale dell'Arma in congedo si affiancò a quello in servizio e partecipò attivamente ai combattimenti. I reparti dell'Arma dislocati in Iugoslavia si trasformarono in formazioni armate per la lotta e insieme ai partigiani diedero vita alla formazione che assunse il nome di “Garibaldi”, che fu la prima ad entrare in azione.

Quando la guerra di liberazione ebbe termine e la Resistenza concludeva la sua epica stagione venne il momento per fare l'appello. Dalle file dell'Arma non risposero 2735 militari caduti, in soli venti mesi di lotta risultarono 6521 i feriti. Un così alto tributo di sangue ha avuto i seguenti riconoscimenti. Alla bandiera dell'Arma 1 medaglia d'argento al valor militare d'Italia, 32 medaglie d'oro al valor militare , 122 medaglie d'argento al valor militare, 208 medaglie di bronzo al valor militare, 354 croci di guerra al valor militare.

I carabinieri, con gli altri partigiani e a conferma che alla Resistenza contribuirono uomini e donne di tutte le parti, hanno reso l'Italia unita e libera per noi, per i nostri figli e per tutti.

Ugo Musa.
Maresciallo dei carabinieri in congedo.

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