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mercoledì 7 aprile 2010

MONREALE OGGI

Oggi Monreale è solo un rudere, in completo e colpevole abbandono.
E ogni anno che passa cancella un contorno architettonico e offusca un ricordo storico.

Solo lo studio della storia sarda - con l'affettuoso aiuto della fantasia – ci consente di ricostruire idealmente la forte rocca giudicale, baluardo e simbolo di libertà, dominante sul Campidano fertile e libero.
Eppure, per quanti hanno l'animo aperto ai valori ideali, Monreale è ancora vivo e parla.
“Habent saxa, aera, lapides, et quaecumqe vetusta monumenta, quemadmodum voces suas”: così pensava un grande archeologo del secolo XVII.
E dalle torri diroccate di Monreale, dalle mura ridotte a cumuli di macerie, dagli spalti franati, dal cassero sbrecciato, dal mastio informe donde più non sventola il vessillo arborense né più si diffonde il rintocco della martinella; da tutto questo complesso di solitarie rovine, si leva una voce misteriosa e solenne, si sprigiona un fascino vigoroso che conquide.
E' la voce della Storia – della 'nostra' Storia – il cui monito, tante volte disatteso nei secoli, è sempre lo stesso: essere uniti per essere liberi !
E' il fascino dell' IDEA che resta, viva e feconda, anche quando tutto intorno crolla e svanisce come' eco di tromba che si perde a valle'.
Tornano alla memoria i versi del poeta che sentì e cantò il fascino dei ruderi, ed esaltò l'IDEA:
Fuga di tempi e barbari silenzi
vince e dal flutto delle cose emerge
sola, di luce ai secoli affluenti
faro, l'IDEA:
IDEA che, dalle rovine di Monreale, emerge con un significato preciso: LA LIBERTA'!
Da difendere – oggi come ieri – contro gli aragonesi di turno, nell'Isola e dovunque, da Kabul a Danzica, da Santiago a San Salvador.
Antonio Murgia.
Pubblichiamo questo testo, scritto nel 1980 dal sacerdote sardarese Antonio Murgia, di cui abbiamo già riprodotto una ricerca sulle fonti storiche utili per ricostruire la storia del castello e del paese, per ricordare la persona e perché suggerisce riflessioni.
Per un periodo che va dal 1324 al 1494 il castello di Monreale e i sardaresi sono stati partecipi di lunghe e sanguinose lotte per difendere la libertà dei sardi prima dai pisani e poi dagli aragonesi, che stavano cominciando a costruire quello che sarebbe diventato un impero di dimensioni globali. Alla fine di questo periodo di battaglie cruente la vita e la stessa distribuzione della popolazione del nostro territorio risultarono profondamente cambiate. Borgo di Castello e Villa de Abbas furono abbandonati e le loro popolazioni si trasferirono a Sardara.
Per Antonio Murgia da questa storia promana un grande fascino, un richiamo all'Idea di libertà, che permane tra i nostri caratteri identitari. Novas si propone di contribuire a suscitare interesse per queste pagine del nostro passato e a dibattere sui caratteri identitari della coscienza collettiva del paese.
Novas.

1 commento:

Sardus ha detto...

...ricordando il passato, per vivere il presente, pensando al futuro, chissà se qualcuno salvaguarderà quell'angolo di storia tanto vissuto e a noi Sardaresi, tanto caro.