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sabato 3 aprile 2010

A proposito di strada provinciale SP 62 e non solo

Con la petizione popolare promossa dal Circolo I maggio ed avente ad oggetto la richiesta di messa in sicurezza della strada provinciale Sardara – San Gavino, la comunità intera ha scritto una pagina di buona politica.


L’iniziativa, sostanziata dalla raccolta di oltre 1300 firme in poco più di due settimane, ha avuto il merito di riproporre con forza il problema della pericolosità delle strade. E’ questo il classico esempio di una politica che “parte dal basso” sull’onda di un’esigenza comune particolarmente sentita.
Compito della politica farsene carico, utilizzando gli strumenti che la stessa mette a disposizione. In tal senso, la consegna ufficiale delle firme al Presidente della provincia Fulvio Tocco, la mozione presentata dal consigliere provinciale del PD Massimo Sanna e i documenti di sintesi hanno adeguatamente assolto al compito ad essa preposto. La grande partecipazione popolare ci indica l’importanza nell’individuare percorsi comuni utili al raggiungimento di traguardi collettivi, soprattutto in un periodo come questo, in cui l’estrema frammentazione sociale ci ha reso tutti più deboli e impreparati ad affrontare le criticità quotidiane. Una società individualista, infatti, è una società che guarda con difficoltà al futuro e che determina un indebolimento complessivo delle regole e del rispetto reciproco. Superare gli egoismi personali significa abbandonare la politica del “proprio orticello” provando invece a coltivare tutti assieme un “orto comune” che senza dubbio comporta maggiori sacrifici personali ma che si spera produca raccolti abbondanti per tutti. Per questo anche a Sardara occorre aprire una nuova pagina politico-amministrativa estirpando le erbacce funzionali al fallimento del centro-destra e impiantando invece quantità massicce di rispetto per le persone e per le regole, legalità e trasparenza. Da queste fondamenta occorrerà ripartire per ricreare nel paese un clima di fiducia e una matura convivenza civile e democratica.
Andrea Caddeo

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