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sabato 17 ottobre 2009

COME BUTTARE I SOLDI


L’attuale amministrazione comunale ha progetti ambiziosi, ma pericolosi, per l’area termale.


Ha infatti approvato una variante al Piano Urbanistico Comunale per rendere edificabile ben 1.700.000 metri quadrati di terreno, dove vuole realizzare un nuovo centro abitato con abitazioni, un centro commerciale…. Un quartiere di questa Sardara 2 è previsto in un bassopiano attraversato da un canale di bonifica e dal rio Bruncu Lepiris e se fosse effettivamente realizzato diventerebbe quindi vittima di periodiche alluvioni con gravi rischi per le case e per le persone.
La giunta comunale sostiene che l’obiettivo è quello di creare lavoro ed effettivamente le Terme possono costituire un’importante occasione di sviluppo e di occupazione. Ma se non si fanno bene le cose si creano affari per pochi ed un impoverimento irreversibile del territorio. Bisogna quindi fare attenzione alle scelte e a come si realizzano gli interventi. Ed è qui che purtroppo insorgono preoccupazioni ogni giorno più gravi.
L’albergo termale è ormai chiuso dal 4 giugno ed è diventato un cantiere gestito senza trasparenza e al di fuori della legalità. Finora tutto è avvenuto senza alcuna decisione del Consiglio comunale, senza aver predisposto ed approvato un progetto, senza aver bandito una regolare gara d’appalto, senza controlli. E bisognerà vedere i risultati dei lavori in corso.
I risultati invece sono già visibili per un altro intervento appena realizzato: la sopraelevazione dei parapetti in pietra del canale Birocchi. Quest’opera con la parziale recinzione in legno del boschetto di eucalipti è stata affidata ad una impresa di Pirri, poi autorizzata con leggerezza a subappaltare i lavori senza accertare la professionalità e l’effettiva capacità tecnica dell’ impresa subentrante. L’intervento ha snaturato l’opera esistente progettata da un architetto molto noto, Aldo Lino, professore presso l’Università di Sassari, che aveva ripristinato e restaurato il canale, costruito agli inizi del ‘900, ideando una cortina di pietra, legno e verde che racchiudesse il cuore del sistema termale separandolo dalla campagna circostante. Invece di eseguire le necessarie manutenzioni del legno e di curare la pietra ed il verde si è consentito a maestranze incapaci di rovinare l’opera utilizzando pietrame di pezzatura differente, modificando la pendenza dei muretti e realizzando una tessitura della pietra diversa di quella preesistente. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un’offesa ad un paese di muratori. Ma l’esito poteva essere anche peggiore se la Soprintendenza ai monumenti non avesse negato al sindaco la possibilità di realizzare un’inferriata lungo i due lati del canale.
Si tratta in definitiva di un’opera inutile sul piano funzionale, dato che il canale non ha mai rappresentato un serio pericolo, e per di più ha sfregiato un’opera che aveva un suo garbo ed una sua linearità. Tutto questo naturalmente ha avuto un costo. Il Comune ha infatti speso ben 250.000 euro. La realizzazione dell’opera è stata quindi un affare per le due imprese, ma costituisce un esempio concreto di come in Comune si possono buttare via i soldi.

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