Vai al nuovo sito

domenica 13 dicembre 2009

TERME DI SARDARA

Una recinzione in legno e un orrendo muretto sono le cose che ha fatto alle terme l’attuale Amministrazione comunale in 3 anni e mezzo.


L’Amministrazione uscente aveva lasciato in eredità circa 2 milioni e 500 mila euro e la disponibilità dell’acqua termale di cui il comune non disponeva da oltre 50 anni. Ebbene cosa si è fatto? Anzi cosa non si è fatto: nessun intervento per migliorare la struttura comunale né per l’area termale. Ma la cosa più grave è stata la condotta poco oculata con cui è stata gestita la fase di transizione (non entro nel merito della scelta di cambiare gestione), tra il gestore uscente e il nuovo gestore dell’albergo comunale per cui attualmente la struttura è chiusa. Ciò ha provocato la perdita di 27 posti di lavoro e stà procurando un grave danno all’economia di Sardara. Inoltre c’è una perdita di immagine e di una clientela che era ormai consolidata. E l’acqua termale? È inutilizzata, è stato chiuso anche quel piccolo rubinetto che ne dava un segno e c’è il rischio, quando l’acqua non viene utilizzata, che ne venga revocata la concessione, come è previsto dalla
Legge mineraria a cui vengono assoggettate le acque termali.
Quando riaprirà la struttura? Se, a quanto mi risulta , il vecchio gestore ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, prevedo tempi ancora lunghi. Tutto questo non si coniuga con l’impegno preso dagli attuali amministratori nei programmi elettorali di creare sviluppo soprattutto alle terme. Chi si aspettava un rilancio è rimasto deluso.
Non se l’abbiano a male gli attuali amministratori ma chi amministra è sempre sotto esame e purtroppo per superare gli esami non bastano una recinzione, un muretto, 200 m. di strada e qualche rotonda. Io mi accontenterei che in quest’anno e mezzo che manca alle nuove elezioni non si facciano errori che potrebbero compromettere in modo irreversibile Sardara e le terme. Se esistono dei progetti tendenti creare sviluppo alle terme con la costruzione di una cosiddetta cittadella termale. Se si tratta di villette e supermercati o di albergo diffuso non sono d’accordo perché così, oltre al consumo di territorio, si allontanerebbe Sardara dalla terme mentre Sardara deve essere parte integrante del sistema. Per i supermercati c’è l’area di fronte alla vecchia 131, per l’albergo diffuso c’è il centro storico. Ma allora alle terme cosa si può fare? Promuovere strutture termali che sfruttino il bene dell’acqua. Strutture sportive e di svago per chi soggiorna alle terme e a Sardara. Restauro e valorizzazione delle strutture esistenti. Scavi e restauri archeologici. Cura e ampliamento dei parchi. Piste ciclabili e pedonali per collegare le terme al paese. Ricupero e riutilizzo dell’acqua termale. Oggi si dice e si può dire quel che si vuole su giornali, gazzette e convegni ma la realtà è lì davanti agli occhi di tutti: l’albergo chiuso da 6 mesi e squallore dappertutto.
Livio Melis

Nessun commento: