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venerdì 11 dicembre 2009

SARDARA DEVE GUARDARE AVANTI

Nell’ultimo mese a Sardara si sono tenute due assemblee pubbliche aventi entrambe come tema le vicende in corso nell’area termale: i motivi che hanno portato alla chiusura dell’Hotel ex Eucalipti, la perdita dei posti di lavoro, i numerosi problemi che il paese ha dovuto affrontare e che sono derivati dal passaggio da una gestione all’altra.


Penso che, ad oggi, questi argomenti siano già stati ampiamente trattati, con toni più o meno consoni.
Basta rivangare il passato. Ora è necessario andare avanti, nell’interesse del paese e dei suoi abitanti. E’ necessario pensare a Sardara e lavorare per un futuro legato alle Terme, mettere sul tavolo proposte concrete per il rilancio del paese e per combattere lo spopolamento, prevenire la morte delle aziende presenti sul territorio e supportare la nascita di nuove attività imprenditoriali.
E’ necessario proporre soluzioni per combattere il disagio giovanile e per la qualificazione professionale dei Sardaresi disoccupati e precari, in modo che possano trovare naturale collocazione nel polo termale che ci auspichiamo nasca presto nel pieno rispetto e nella salvaguardia dell’identità di Sardara e dei Sardaresi.
Non dobbiamo però cadere nell’inganno di pensare che lo sviluppo termale possa ridursi alla presenza di uno o più Hotel sul territorio appaltati a privati. E’ necessario che tutti ci mettiamo in discussione e ammettiamo che, seppure la sua costruzione ha rappresentato per Sardara un grosso passo in avanti e l’inaugurazione di un nuovo corso di sviluppo, sinora la presenza dell’Hotel ex Eucalipti non ha portato a Sardara e ai Sardaresi quella ricaduta economica e quello sviluppo reale che tutti ci aspettavamo e che sappiamo essere possibile.
L’Hotel è importante e deve essere di traino per lo sviluppo dell’area, ma non è sufficiente a garantire la sussistenza dell’economia del territorio. Allo stesso modo, per permettere uno sviluppo che sia anche sostenibile, aprire ulteriori strutture ricettive nell’area termale non può e non deve essere la risposta alla crisi. Sulla base di questo, appare grave che, ad oggi, non esista ancora un progetto di sviluppo integrato per il paese chiaro e definito che vada aldilà della presenza di un Hotel nell’area termale. Preoccupa che non si faccia il minimo accenno ad un utilizzo programmato e coerente delle strutture annesse all’Hotel, come il Centro Congressi, il Bar e il Parco, indispensabili per il rilancio dell’area e in grado di avviare settori produttivi, come quello del turismo congressuale, che da solo basterebbe a dare un’impennata all’economia del paese. Sardara deve investire su quelle che sono le sue ricchezze, preservare l’identità dei luoghi e raggiungere l’eccellenza nel settore turistico. Le attività produttive su cui si basa l’economia locale devono essere integrate in un percorso di filiera e messe nelle condizioni di poter operare all’interno di un sistema economico che ruota attorno alle Terme.
Per definire un piano di sviluppo concreto e realizzabile è necessario partire da quella che è la base del tessuto socio-economico attuale: Sardara si basa ad oggi principalmente su esercizi commerciali, ricettivi e su microimprese del settore edile, ma tanto si può fare per agevolare la nascita di nuove attività nei servizi turistici in stretta connessione con l’area termale. Se si vuole realmente investire sul termalismo è necessario, però, preparare il terreno: mancano certamente le infrastrutture, ma soprattutto le competenze professionali in grado di permettere il concretizzarsi di un progetto di sviluppo, e le istituzioni (amministrazione comunale e provinciale) dovrebbero farsi promotori di corsi di formazione per la creazione di forza lavoro competente nel settore turistico-termale, perchè i giovani sardaresi devono essere messi nelle condizioni di lavorare nella futura cittadella termale e di dare il proprio contributo attraverso professioni legate sicuramente al settore alberghiero, ma anche ad un Centro congressi funzionante e avviato (società di organizzazione eventi, catering e ristorazione di qualità, ma anche hostess, interpreti, accompagnatori), e all’offerta di servizi turistici di eccellenza (tour operator, agenzie di viaggi, transfer e guide escursionistiche, attività legate all’estetica e al benessere, ecc.).
La formazione è la risposta concreta per la lotta alla disoccupazione, il rafforzamento delle attività produttive già presenti nel territorio e il supporto alla creazione di nuove attività imprenditoriali.
Investire sulla formazione significa anche e soprattutto agire per la prevenzione e la lotta al disagio giovanile, abbattendo un problema che Sardara sempre più sta affrontando negli ultimi anni e che sta diventando un vero e proprio dramma.
Ma è importante ricordare che non ci può essere sviluppo senza condivisione, perciò il processo di rinascita del territorio deve obbligatoriamente essere partecipato da tutti i Sardaresi. Ogni cittadino deve poter dire cosa si aspetta dall’area termale e contribuire alla delineazione di un futuro che lo riguarda in prima persona. Vedo questa possibilità realizzarsi attraverso l’avvio di un dibattito all’interno del quale maggioranza e opposizione sono presenti, ma stavolta come spettatori e auditori e dove i protagonisti sono, invece, i cittadini, un dibattito dal quale fare emergere proposte che dovranno poi essere sintetizzate e trasformate in un documento programmatico da cui partire per la delineazione di un piano di marketing strategico del territorio.
Per avere senso e avviare un vero processo di condivisione e sviluppo, i giovani devono necessariamente avere parte attiva all’interno di questo dibattito: il futuro è loro, e dalle loro esigenze ogni programmazione dovrà assolutamente partire per avere radici solide.
Roberta Atzori

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