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mercoledì 9 dicembre 2009

Quale futuro per l’ Area Termale?

L’assemblea di sabato 28.12.2009 organizzata dal Circolo locale del Partito Democratico è nata da una sostanziale preoccupazione relativa al futuro dell’area termale ma legata più complessivamente allo sviluppo del paese.


Si è strutturata in un clima di accesa contrapposizione, di violenze verbali, di diffide, che da un po’ di tempo a questa parte travalicano la normale dialettica politica, rischiando di assumere delle pericolose derive autoritarie.
Alle intimidazioni abbiamo voluto rispondere continuando ad esprimere opinioni e posizioni politiche in netto dissenso all’approccio giustizialista impresso dall’attuale Maggioranza.
A distanza ormai di quasi sei mesi dalla chiusura dello stabilimento termale e con i lavoratori a casa e senza stipendio, appare ormai innegabile che questa amministrazione non è riuscita a governare il passaggio tra una gestione e l’altra.
Quello che secondo la Giunta doveva essere un percorso indolore si sta dimostrando al contrario una strada molto problematica.
Ultimo in ordine di tempo è il ricorso presentato dalla precedente gestione al Consiglio di Stato che dovrebbe indurre alla massima prudenza e che potrebbe di fatto allungare ulteriormente i tempi di riapertura, con delle ripercussioni di difficile risoluzione se il giudice si esprimesse a favore del ricorrente.
Incurante di ciò, con recente deliberazione del Consiglio Comunale, l’amministrazione si è fatta garante di un mutuo assunto dall’attuale gestore della struttura alberghiera.
I soldi verranno decurtati dall’affitto su base decennale (circa €. 86.000 annui per dieci anni) per un importo complessivo superiore agli €. 800.000.
E’ curioso constatare come l’attuale maggioranza agisca in netta contraddizione rispetto a quanto espresso negli anni precedenti quando dai banchi dell’allora minoranza si parlava di vere e proprie regalie elargite nei confronti della precedente gestione.
Fino a ieri si criticava, da oggi e per i prossimi anni si procede nella stessa direzione.
Se poi la nuova gestione non dovesse onorare agli impegni assunti sarebbe il Comune e quindi i Sardaresi a doversi accollare gli oneri del mutuo.
Sempre con deliberazione del Consiglio Comunale si è provveduto inoltre allo stralcio della variante al P.U.C. n°7, relativa sostanzialmente alle area P.I.P. e all’Area Termale.
Lo ha fatto dopo una sonora bocciatura della Regione e della Provincia che hanno evidenziato importanti lacune sugli elaborati presentatigli.
Il Piano infatti tra le altre cose non è stato sottoposto a VAS e PAI ovvero a valutazione ambientale strategica e compatibilità idraulica e geologica geotecnica.
Come da noi già precedentemente esplicitato, il metodo e le procedure adottate si son rivelate affrettate e totalmente improvvisate.
Inoltre l’obbiettivo sostanziale legato alla Variante al P.U.C. n°7 era e rimane quello di costituire la cosidetta “Cittadella Termale” che con un aumento considerevole delle volumetrie (passaggio da zona F a zona G) potrebbe risultare funzionale ad operazioni di speculazione edilizia.
Tutte queste considerazioni delineano pertanto un quadro molto preoccupante.
Riteniamo pertanto che uno sviluppo sia possibile solo se l’acqua termale riacquisterà la priorità rispetto alle future scelte politiche.
E’ infatti l’acqua termale e lo sfruttamento della stessa a costituire la peculiarità e il bene imprescindibile da cui ripartire.
La concessione mineraria ottenuta nel 2004 grazie alla scoperta di nuove sorgenti termali in località “Piscina Quaddus” ci consente di avere acqua a sufficienza a che possano sorgere altri stabilimenti termali.
E’ pertanto compito della politica creare i presupposti tali da consentire ai privati di poter investire.
Alla luce di siffatte riflessioni la nostra proposta è quella di istituire un concorso internazionale di idee aperto ai migliori professionisti con l’obbiettivo finale di premiare il progetto che rispecchi maggiormente i canoni di sviluppo complessivo dell’area termale.
Solo ripartendo da un progetto serio e articolato si potrà infatti guardare nuovamente con rinnovata fiducia allo sviluppo del paese.
Andrea Caddeo

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