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domenica 13 dicembre 2009

LITIGIOSITA’ E INSOFFERENZA AL CONFRONTO

L’Amministrazione comunale ha rinunciato alla “Cittadella termale”, che è stata bocciata dalla Regione sarda e dalla Provincia del Medio Campidano.


Il piano che la conteneva era stato predisposto senza tener conto delle norme che impongono il rispetto del Piano Paesaggistico Regionale, del Piano di Assetto Idrogeologico e la Valutazione Ambientale Strategica. Il Consiglio comunale ha approvato un nuovo Piano Urbanistico Comunale abbandonando l’ampliamento dell’area termale. Non aver affidato la progettazione a tecnici competenti in campo urbanistico, l’ aver voluto far da soli senza ascoltare e consultare nessuno sono all’origine del pasticcio.
Nel frattempo un certo numero di cittadini è stato sollecitato a sottoscrivere un compromesso di vendita di terreni da intermediari d’affari che si obbligavano ad acquistarli, per sé o per terze persone, in cambio dell’impegno a consentire la presentazione di piani e di progetti in Comune e a stipulare l’atto notarile, una volta ottenuta la concessione edilizia.
Di questa “Cittadella termale” il Comune non ha mai dato informazioni dettagliate limitandosi ad allargare l’area interessata a 174 ettari e rimandando la decisione su che cosa effettivamente realizzarvi e sulle volumetrie consentite al momento della definizione e dell’approvazione dei Piani Attuativi presentati dagli imprenditori.
Come si vede si è arrivati alla situazione attuale seguendo un modo di fare diverso da quello utilizzato in altre realtà, per esempio a Villanovaforru e nei comuni limitrofi, dove un gruppo imprenditoriale si è presentato di persona in Comune, alla Regione e poi pubblicamente proponendo, con le carte necessarie, di realizzare campi di golf, alberghi di qualità, ville, il riuso di abitazioni del centro storico, coinvolgendo le professionalità e le piccole imprese locali, senza le quali non ci può essere sviluppo.
A Sardara l’Amministrazione ha quindi sbagliato il modo di procedere decidendo tutto nell’isolamento e rifiutando il confronto. Ora si dovrebbe avere il coraggio di ripartire ex novo, presentando pubblicamente gli imprenditori veri, se ci sono, e il piano industriale per le attività economiche da impiantare. Questo permetterebbe a chi vuole di conoscere ed anche a noi di Novas e al Partito Democratico di dare un contributo costruttivo nel dibattito.
Qualche giorno fa gli amministratori, incapaci di affrontare a viso aperto un confronto, tramite un avvocato hanno notificato a Novas che i lavori in corso da sei mesi nell’hotel ex Eucalipti “sono eseguiti regolarmente e nell’assoluto rispetto della legislazione vigente nonché di quelle lavoristica e previdenziale”.
Quando dei lavoratori, persone in carne ed ossa con nome e cognome, lamentano diritti negati trovano la solidarietà di chi ha idee democratiche e di sinistra, la soluzione ai loro problemi devono però ottenerla da chi amministra, che avendo tutti gli strumenti per i controlli necessari farebbe bene ad ascoltare proteste e sollecitazioni.
Il ricorso ad avvocati, mai così frequente nella storia del Comune, dimostra litigiosità ed insofferenza al dialogo e al confronto. Suona persino come minaccia ed intimidazione tese, inutilmente, a scoraggiare e ad allontanare dalla politica e dall’impegno civico le persone ed i giovani in particolare. Tutto ciò costituisce un bel risultato per chi si è proposto come guida del paese, che farebbe bene a spendere tutti questi soldi dei sardaresi per creare occasioni di lavoro per chi non ce l’ha.
NOVAS
via Umberto, 2 - Sardara


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