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mercoledì 23 dicembre 2009

L’ALTERNATIVA DOPO IL FALLIMENTO

Il Partito Democratico, i Comunisti Italiani, lo Sdi e l’Udc esprimono comune preoccupazione per il futuro dell'area termale e più complessivamente per lo sviluppo del paese; denunciano inoltre un clima di eccessiva contrapposizione fatto di violenze verbali e diffide, che da un pò di tempo travalicano la normale dialettica politica.


Con la chiusura dell’albergo, con i lavoratori a casa e senza stipendio, con molte decine di migliaia di euro sottratte al tessuto economico del territorio appare evidente che l’attuale maggioranza non sia riuscita a governare il passaggio tra la vecchia e la nuova gestione. Quello che secondo la Giunta doveva essere un percorso indolore si sta dimostrando al contrario un sentiero irto di ostacoli. Il ricorso presentato dalla precedente gestione al Consiglio di Stato potrebbe allungare ulteriormente i tempi di riapertura dell’albergo.
Altri problemi sopraggiungono con i lavori di manutenzione. A fine novembre la maggioranza ha approvato il rilascio di una polizza fidejussoria a favore del nuovo gestore termale, la “Salute & Benessere Casteldoria Terme spa”, diventando garante di un mutuo di € 400.000, che verrà acceso dal gestore, finalizzato a lavori nell’albergo termale contraddicendo, di fatto, quanto sottoscritto nel contratto che disciplina le nuove condizioni normative di gestione.
Lo scorso 9 ottobre è stato stipulato il nuovo contratto tra il Comune e la società che ha vinto la gara d’appalto. All’articolo 7 “le parti si danno reciprocamente atto che la gestione avrà ad oggetto gli immobili, gli arredi e le attrezzature nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano attualmente, che il Concessionario dichiara di ben conoscere e di accettare senza riserva alcuna”. Tuttavia la Giunta comunale con delibera n. 209 del 16/11/2009 ha approvato un progetto presentato dal nuovo gestore per la realizzazione di opere di ordinaria e straordinaria manutenzione nella struttura ricettiva per una spesa netta di € 481.931,40 e con successiva delibera n. 216 dello stesso giorno ha approvato un ulteriore programma di spese pari ad € 400.000 per attrezzature, mobili e arredi da destinare all’albergo. La maggioranza ha deliberato che le rate del mutuo, acceso dal gestore, dovranno essere decurtate dal canone dovuto al Comune.
E’ evidente che quanto sottoscritto nel contratto si discosta da quanto deliberato dal Consiglio comunale. Perché prima si sottoscrive una cosa poi se ne fa un’altra? Perché accollarsi dei costi che sulla base del contratto sono a carico del gestore?
I diversi contenziosi aperti, i toni urlati e gli articoli di stampa di questi ultimi anni non hanno fatto che peggiorare l’immagine turistica del paese. Tanta propaganda nasconde la leggerezza politica con cui vengono affrontate tematiche cruciali per il futuro del paese.
Nell’ultimo Consiglio Comunale la maggioranza ha provveduto allo stralcio dal Piano Urbanistico Comunale delle modifiche riguardanti la zona termale e quella artigianale. Lo ha fatto dopo una sonora bocciatura della Regione e della Provincia. Il Piano infatti non è stato sottoposto a valutazione ambientale strategica e a compatibilità idraulica e geologica geotecnica. Il metodo e le procedure adottate erano affrettate e totalmente improvvisate. La buona fede si presume.
Preoccupa l’idea della maggioranza di far costruire la cosiddetta “Cittadella Termale”, con un aumento considerevole delle volumetrie, favorendo una sorta di turismo residenziale lungo la provinciale, con la costruzione e l’apertura di eventuali supermarket e rischiando di alimentare una sorta di pericolosa speculazione edilizia. Ma si vogliono i turisti a Sardara o i sardaresi che fanno la spesa alle Terme?
Di fronte ad un modo di amministrare così fallimentare il PD, i Comunisti Italiani, i Socialisti e l'UDC concordano sulla necessità di costruire un'alternativa politica ed amministrativa che renda possibile un nuovo e fecondo periodo di governo e che restituisca al paese una prospettiva per il futuro.
Sardara 20 dicembre 2009. P.D. – Comunisti Italiani – SDI – UDC.

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