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martedì 4 agosto 2009

IL NUOVO CIRCOLO DEL P.D.


Anche Sardara ha il suo circolo del Partito Democratico nel pieno delle sue funzioni.


E’’ stato infatti celebrato il suo primo congresso, che si è concluso venerdì 24 luglio con un voto unanime, con cui è stato eletto il comitato di circolo composto da venti persone di cui dieci donne.
Del comitato fanno parte Atzori Franco, Atzori Marco, Atzori Renato, Argiolas Bruna, Caddeo Andrea, Caddeo Rossano, Cadeddu M. Critilde, Corona Roberto, Deidda Marta, Ibba Enrico, Ibba Simona, Melis Ercole, Melis Paola, Montisci Roberto, Musa Barbara, Onnis Tiziano, Pinna Valentina, Sanna Eleana, Usai Marianna, Viaggiu Valentina.
Nell’organismo di direzione del circolo si sono impegnati molti giovani e molte ragazze, che spesso si affacciano all’attività politica per la prima volta, e questo fatto testimonia della disponibilità della società civile ad occuparsi dei problemi della gente ed in particolare di quelli della nostra comunità locale.
Dopo l’inevitabile pausa del mese di agosto l’attività riprenderà con l’obiettivo di coinvolgere il più possibile sia gli iscritti sia i cittadini nelle discussioni che interessano il paese ed il suo futuro. E Novas seguirà e riferirà di questo dibattito. Sardara ha infatti bisogno di conoscere meglio i problemi e le decisioni che si assumono e di partecipare più attivamente alla loro formazione, che deve essere quindi la più trasparente possibile.
Alcune questioni diventeranno attualissime in autunno. La prima sarà lo svolgimento del congresso nazionale del P.D., che deciderà l’identità ed il tipo di organizzazione. E noi ci auguriamo che prevalga l’idea di un partito popolare, di massa, in cui siano gli iscritti a prendere le decisioni importanti.
La seconda riguarda il futuro del paese, il suo sviluppo economico ed in particolare quello legato al termalismo, su cui è sempre più urgente superare l’alone di segretezza con cui l’attuale amministrazione comunale vuole decidere scelte che riguardano tutto il paese ed in particolare le generazioni future. I cittadini dovranno poter conoscere che cosa effettivamente si vuole fare e dovranno potersi esprimere. A nostro avviso devono essere sconfitte le mire speculative ed affaristiche di pochi che si celano dietro il nuovo Programma di Fabbricazione.
In terzo luogo bisognerà rispondere alle attese degli elettori del centro sinistra e dei loro partiti che chiedono un dialogo costruttivo, un programma ed iniziative comuni per mandare a casa una destra pericolosa e minoritaria.
In fin dei conti si sente nella popolazione l’aspettativa per un P.D. più forte e più presente, più capace di svolgere il ruolo proprio del partito più grande. Quello che succede nel P.D. quindi è importante per il paese e per il suo futuro e le sue responsabilità oggi appaiono sempre più chiaramente.
R.C.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Al rientro dalle vacanze la novità politica di Sardara è il nuovo Circolo del PD.
In questo articolo però noto che il "nuovo", la "novità" viene considerato in maniera marginale, quasi accessoria.
Infatti ci sono riferimenti antiquati nei contenuti e nelle azioni.
Quando stava nascendo il PD si parlava di un nuovo soggetto aperto: aperto alle nuove risorse, aperto alle forze sociali e soprattutto aperto agli elettori. Togliendo il vincolo obsoleto, dell'"iscrizione al partito", pertanto era auspicabile un soggetto in cui il confronto andasse oltre i militanti, ma abbracciasse anche i simpatizanti e gli elettori.
L'elezione dei rappresentanti del circolo sardarese invece è stata una operazione, quasi da manuale Cencelli, figlia di una cultura spartizionistica tipica della Prima Repubblica, dove l'iscritto del PD non ha fatto altro che accettare una decisione già presa dall'alto da poche persone. Dov'è quindi la condivisione delle idee con l'elettorato... mi pare che non c'è stata.
Si parla di coinvolgimento dei cittadini i quali, a mio parere, sapendo che le decisioni vengono prese da pochi, non si presterebbero neppure ad una semplice discussione.
Si parla di contrasto all'attuale Amministrazione (ma solo ora si deve contrastare??? e prima allora che si è fatto? si è rimasti a guardare?).
Inoltre occorre precisare che Sardara non ha un Piano di fabbricazione (PdF), bensì un Piano Urbanistico (PUC), il quale si differenzia dal PdF perchè al suo interno oltre alla mera suddivisione in zone del territorio, vi è uno studio sociologico dei flussi dei residenti e delle attività produttive, vi è uno studio del territorio dal punto di vista geologico e agronomico. Quindi queste varianti andavano comunicate ai cittadini e contrapposte già in una precedente fase, non certo a cose fatte.
Daniele T.