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lunedì 31 agosto 2009

Sviluppo termale: quale ruolo per noi sardaresi


In data 5/12/2008 il Consiglio Comunale di Sardara approva la variante n° 7 al PUC, che va ad interessare in modo particolare tutta l'area di S. M. Acquas.


Quanto deliberato è sicuramente ineccepibile a livello amministrativo, mentre in merito ai contenuti ed alla predisposizione del documento possono essere fatte alcune considerazioni.
Attraverso lo strumento del PUC e delle sue varianti l'Amministrazione può attuare parte delle proprie politiche di sviluppo, con una valenza di medio e lungo periodo. L'incidenza a lungo termine di queste scelte comporta, o quanto meno rende opportuno che vengano prese facendo molta attenzione a quali risultati potranno determinare.
In particolare nella variante proposta dall'Amministrazione la visione a ciò che Sardara diventerà nei prossimi 15/20 anni, in particolare l'area termale, non dimostra di essere orientata dai criteri dello sviluppo sostenibile.
La scarsa attenzione ai risultati che si produrranno nell'attuazione di quanto previsto dalla variante è riscontrabile nella tipologia di interventi che sarà consentito realizzare, alcuni dei quali addirittura travisando in modo grossolano le disposizioni normative sulla ricettività turistica, e mascherando con l'“albergo diffuso” (le norme regionali classificano come albergo diffuso quelle strutture presenti all'interno del centro storico zona A) la costruzione di residenze alberghiere, ovvero villette ed appartamenti, nell'area di S.M. Acquas.
La dottrina sullo sviluppo locale, come indicato anche dalla U.E., in considerazione dei suoi effetti sulle varie componenti territoriali, prevede che la pianificazione degli interventi avvenga con il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti, cittadini ed imprese, non solo locali, che a vario titolo sono o possono diventare portatori d'interesse rispetto alle scelte da realizzare.
Quanto definito nella variante al PUC, proprio per la sua importanza, non doveva rappresentare il risultato di alcune scelte di carattere meramente politico, ma il punto d'arrivo di un processo che doveva coinvolgere i cittadini, gli imprenditori, le associazioni, le istituzioni a vario titolo. Il tutto unito ad uno studio sul territorio nei suoi diversi aspetti ed in particolare degli effetti ambientali prodotti da simili interventi.
Il Testo Unico sull'ambiente, in attuazione delle direttive europee di tutela ambientale, prevede che diversi tipi di programmi e/o piani che possono produrre effetti significativi sull'ambiente vengano sottoposti, in fase preparatoria, a valutazione ambientale strategica. Anche le normative regionali non si discostano dai dettami di quella nazionale. Quanto previsto nella variante al P.U.C. potrebbe rientrare a pieno titolo in una delle situazioni indicate nella normativa vigente.
Sembra infatti inopportuno prevedere la possibilita' di edificare un territorio per realizzare quasi una Sardara 2 senza aver condotto un processo di valutazione ex-ante che evidenzi, nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile, quali sono i rischi ambientali connessi a tali investimenti.
L'attuazione di un processo di valutazione ambientale può prevedere inoltre già dalle sue fasi iniziali l'individuazione di tutti i possibili attori e il loro ruolo nell'intero percorso valutativo, e sopratutto nei momenti di validazione dei risultati dell'analisi e la conseguente definizione degli interventi.
Questo tipo di approccio supportato da un indagine di carattere socio-economico, demografico, delle dinamiche dei flussi turistici, delle condizioni di vita, dei bisogni reali e di quelli latenti di chi vive, lavora o decide di insediare la propria attività lavorativa nel nostro territorio, consente di effettuare scelte condivise e capaci di mettere a valore le peculiarità e i caratteri distintivi presenti nella comunità sardarese.
Approvare un piano ed attendere che, nei tempi stabiliti dalla normativa, vengano fatte delle osservazioni, dimostra che la filosofia che guida le scelte fondamentali di sviluppo non e' improntata sulla partecipazione e condivisione di obiettivi comuni.
Nel rispetto delle principi che consentono alle amministrazioni locali più vicine al cittadino di attuare gli interventi per il soddisfacimento dei loro bisogni, sarebbe auspicabile che i cittadini possano esprimerli prima di prendere le decisioni.
O.T.

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