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lunedì 24 agosto 2009

UNA SCUOLA SBAGLIATA


Manca una ventina di giorni alla ripresa dell’attività scolastica e nelle famiglie compaiono nuovi zainetti, quaderni, colori, matite…, non si sa ancora però dove le mamme dovranno accompagnare i bambini che devono frequentare la scuola per l’infanzia.


La loro scuola infatti è diventata un cantiere, con i muratori che ci devono lavorare ancora a lungo. L’Amministrazione comunale con un finanziamento ottenuto dalla giunta Soru ha appaltato per un importo di 239.500 euro i lavori di ampliamento della scuola elementare di via Campania, da utilizzare come scuola materna. L’impresa ha sei mesi di tempo per completare le opere e, salvo imprevisti sempre possibili, potrebbe consegnare le nuove aule a fine anno. Gli amministratori avrebbero dovuto comunicare alle famiglie la soluzione individuata per consentire la frequenza dal primo giorno di scuola, ma lo faranno dopo l’interruzione agostana.
La soluzione scelta è la più funzionale o ce n’erano delle migliori? La scelta è sbagliata per alcune ragioni. L’ampliamento della scuola elementare con aule per la scuola dell’infanzia ci priva di spazi e di locali necessari alle vita scolastica dei bambini dai cinque ai dieci anni. Se prima delle scelta fatta si fosse ripreso in mano il Progetto Generale della scuola elementare, elaborato prima della costruzione del caseggiato esistente, ci si sarebbe accorti che proprio in quell’area erano previsti locali ( cucina, mensa…) indispensabili per organizzare il tempo pieno. In questi anni non sono stati realizzati e non ci si è posto il problema. In molti paesi vicini tuttavia la scuola a tempo pieno è operativa e non si capisce perché Sardara debba essere l’unico comune in cui non è neppure possibile organizzarla. Oggi, è vero, non è stata richiesta, ma se le preferenze delle famiglie in futuro dovessero cambiare non troverebbero una risposta positiva solo perché oggi facciamo una scelta non sufficientemente meditata. E per rispondere positivamente si dovrebbe forse demolire ciò che si costruisce oggi? E tutto ciò avviene mentre disponiamo di un notevole patrimonio di strutture scolastiche a disposizione.
In secondo luogo che tipo di complesso architettonico verrà fuori da questo innesto? La scuola elementare è e può essere costruita su due piani, la scuola dell’infanzia solo al piano terra ed in più deve rispondere a esigenze diverse con conseguenze anche sul piano dell’immagine esterna. Speriamo solo che il tecnico incaricato riesca ad armonizzare bene le due parti evitando nell’aspetto un effetto sgradevole ed il caos dell’ “edile non finito”. Ben diverso sarebbe stato ricostruire la scuola dell’infanzia nell’area di via Trento armonizzando l’edificio con l’adiacente centro storico e contribuendo a renderlo vitale.
Infine la scelta di restare in via Trento avrebbe consentito, nella fase di esecuzione dei lavori di evitare qualsiasi disagio ai bambini.
Che cosa ha spinto gli amministratori a favorire questa soluzione? E’ probabile che si speri in una riduzione dei costi dei servizi scolastici. Se fosse così ci troveremo di fronte ad un atteggiamento classico della destra, che punta sempre a limitare l’istruzione dei ceti popolari e privilegia la scuola privata rispetto a quella pubblica. Forse è il caso di ricordare che a suo tempo la destra si dichiarò contraria alla creazione a Sardara della scuola media obbligatoria perché avrebbe reso impossibile trovare manodopera a buon mercato, ad esempio per portare al pascolo i buoi.

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