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giovedì 13 agosto 2009

QUALE TERMALISMO ?

Non essendoci stato alcun dibattito pubblico o incontro con la cittadinanza, mi riesce difficile capire quale sia l’indirizzo che gli amministratori comunali vogliono dare allo sviluppo del nostro compendio termale.

Non si conosce il progetto né l’obiettivo che intendono perseguire. Per orientarsi ci si deve affidare alle voci che circolano in paese e ad alcuni dati concreti che sono di pubblica conoscenza. Giovedì scorso è stato formalizzato l’accordo tra la provincia di Sassari e una Associazione Temporanea di Impresa ( AT I ) per la gestione delle Terme di Casteldoria ad un anno esatto dalla presentazione del “ Piano Industriale”. Gli imprenditori, le associazioni, i commercianti, i cittadini tutti hanno avuto 365 giorni di tempo per informarsi, discutere, fare osservazioni, proposte, in una parola conoscere quali erano le intenzioni degli amministratori.
A Sardara cosa si è fatto? Questo è un primo dato di fatto.
L’ A.T.I. che si occuperà delle Terme di Casteldoria è composta da “Hotel Taloro s.a.s” dell’imprenditore Bachisio Falconi per anni alla guida degli albergatori del nord Sardegna e dalla “San Consulting s.a.s.” di Giovanni Sanna, medico, operatore esperto del settore termale ormai da lungo tempo. E l’A.T.I. alla quale è stata affidata la struttura termale dei sardaresi da chi è composta? Da una Agenzia di Viaggi e dal signor Antonio Denughes titolare di un’impresa che non ha mai operato, probabilmente costituita in tutta fretta per poter partecipare alla gara. Il piano industriale di questi signori dov’è? Quali competenze hanno nel campo termale? Siccome non reputo così sprovveduti i nostri amministratori mi viene difficile capire come mai abbiano fatto questa scelta. C’è qualcosa che i cittadini non sanno? Infine, navigando in internet, ci si imbatte in un signor Antonio Denughes che ha avuto grossi guai con la giustizia. Speriamo di tutto cuore che si tratti di omonimia, altrimenti i nostri amministratori da quella che loro ritenevano la padella Boaretto vanno a finire dritti-dritti nella brace. Speriamo tanto che questa sia solo una voce che circola in paese e non un brutto dato di fatto. Ripeto che non avendo avuto la possibilità di discuterne ci si affida a quelle poche cose che si hanno in mano. Una di queste è il Piano Urbanistico Comunale (PUC) che ha modificato il vecchio piano per le terme concedendo certi interventi che insospettiscono non poco. Dalla collinetta di “Prupaxia” , all’incirca, fino alle Terme, c’è la possibilità di costruire case sparse con la giustificazione dell’albergo diffuso. Nel nostro bel Centro Storico ci sono decine di case disabitate, e molte, in vendita. Gli imprenditori che vogliono investire, l’albergo diffuso possono realizzarlo nell’abitato di Sardara, come avviene del resto in tute le realtà termali, nessuna esclusa. Anzi è proprio nei centri storici che vengono localizzati i cosiddetti alberghi diffusi, vedi Bosa in Sardegna e tantissimi centri del continente per esempio Fiuggi. Nella parte vecchia di questo importante centro termale una serie quasi ininterrotta di casette tradizionali perfettamente ristrutturate, con infissi di pregio e lucide maniglie di ottone, accompagna il visitatore in quelle stradine linde ed ordinate, senza auto e quindi in un silenzio quasi irreale, dove i pochi abitanti del borgo, per lo più anziani, fanno salotto nella bella stagione. Le strade si rianimano nei fine settimana e nei periodi di ferie quando i proprietari di quelle casette con tutti i confort si riversano nel famoso centro termale. Non si capisce perché qui a Sardara l’albergo diffuso lo si voglia realizzare in aperta campagna.
Dopo questi dati di fatto passiamo alle voci che circolano in paese.
Sembra ci sia un certo movimento interessato a contatti con i proprietari dei terreni verso le terme. Si parla di richieste di acquisto quasi a voler ripetere esperienze già vissute in un’altra parte del nostro territorio. Si vocifera della realizzazione, sempre nel compendio termale, di una grossa struttura commerciale. Tutto questo che c’entra con il termalismo? Sembra molto più consono ad una speculazione edilizia: compro per una miseria terreni agricoli poco produttivi, il PUC mi consente di costruire, realizzo seconde case e strutture commerciali, se poi il termalismo diventa un optional chi se ne frega? L’importante è il business edilizio.
Non sarebbe il caso di una bella assemblea pubblica in cui vengano chiariti tutti questi dubbi o giustificate le scelte effettuate?
Luigi Melis

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