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giovedì 6 agosto 2009

FALSA RIPARTENZA DELL’ALBERGO


Di quello che fa il Comune sulle Terme non tutto arriva sulla stampa.


E’ il caso di una mozione presentata ed approvata dalla maggioranza di destra, che indica la strada da seguire per riavviare l’attività dell’albergo termale.
La struttura è ormai chiusa dal 4 giugno e oggi non è possibile prevedere la sua riapertura ed il ritorno al lavoro e alla serenità dei suoi 27 dipendenti. Dopo l’ultima riunione del Consiglio comunale sappiamo però che i tempi non saranno brevi. Si rischia la fuoruscita dal mercato dell’azienda per un lungo periodo e difficoltà crescenti per la ripresa. Continuerà a cadere l’immagine di una stazione termale già sfregiata da una lunga e negativa campagna di stampa.
Il problema nuovo è che la società Millepini di Montegrotto Terme è andata via portando con sé arredi, attrezzature, beni di vario tipo, che evidentemente aveva comprato con soldi propri e di cui oggi l’albergo deve essere nuovamente dotato. In più, come dice la mozione approvata dalla maggioranza, “la struttura termale necessita di urgentissimi ed inderogabili lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria (impianti idraulici, impianti elettrici, piscina, infissi e vari lavori edili), di fornitura di beni”.
Tutto questo è ritenuto “propedeutico alla sottoscrizione della convenzione e consegna della stessa al nuovo gestore”. Di conseguenza, poiché gli interventi non sono stati ancora neppure precisamente individuati e quantificati, ma si sente stimare un fabbisogno di circa seicentomila euro, i tempi della consegna dell’albergo e della sua riapertura si allontanano.
Come se non bastasse la mozione da atto che il Comune non dispone di questa cifra e informa che neppure la società sassarese ha le risorse per mettere a posto i locali e per il riavvio della gestione, come appariva già chiaro dal fatto che la banca aveva rifiutato di certificare le sue capacità finanziarie. Il Consiglio comunale ha individuato però la strada da seguire decidendo comunque di affidare questo compito alla nuova società, che è disposta a chiedere un prestito alle banche e a scontare l’importo dal canone d’affitto dei prossimi dieci anni.
Quanto costerà questo mutuo? A quanto ammonteranno gli interessi bancari? Per ora non si sa e quella da dare alla società appare una delega in bianco. Ciò che è stato messo ben chiaro è che il Comune garantirà la banca firmando un’apposita fideiussione. Per cui se la società dovesse aver ulteriori difficoltà a finanziare le necessarie spese di riavvio della struttura il Comune potrebbe trovarsi davvero nei guai, con molti debiti da onorare e con un gestore in grado di prendere il volo senza pagare dazio. La società in questo modo si tutela dai rischi ed anzi potrebbe persino guadagnare qualcosa dal compito di gestire appalti e forniture, addirittura curerebbe queste attività preliminari senza prendere in carico l’immobile e l’attività e quindi senza assumersene piena responsabilità.
Come si vede siamo all’atto primo di una vicenda che si annuncia alquanto incerta. Si è scelta una strada, quella di scontare lavori e prestazioni dal canone d’affitto,che a suo tempo è stata aspramente avversata dagli attuali amministratori. Allora era una scelta pessima, oggi è ritenuta la migliore possibile. Con tanti saluti alla coerenza. In secondo luogo era proprio necessario provocare un simile cortocircuito? Non si potevano individuare vie d’uscita meno devastanti?
La redazione.

2 commenti:

Pikonal ha detto...

Gentilissima redazione, avete scritto tutti? No! Certamente! Uno scrive e gli altri condividono! Senza offesa ma mi farebbe piacere conoscere chi scrive (semplice curiosità).
L'articolo lo trovo solitamente amaro, pieno di domande, perplessità dubbi, critiche distruttive a cui non seguono proposte costruttive. Parlate di una lunga e negativa campagna di stampa...ma state parlando del vostro giornale vero? Non capisco come mai ci teniate tanto a difendere la società Millepini, o forse lo capisco ma dovreste dirmelo voi. In fondo il ricorso al TAR è stato vinto dal Comune e forse non tutto ciò che la società Millepini si è portata via era di sua proprietà: dovrebbe pur esserci un inventario dei beni mobili dal quale risultano i proprietari...o gli inventari non si usano più? Pare che l'impianto elettrico sia stato semidistrutto: a me risulta che quando hanno preso possesso dell'impianto fosse tutto in regola: non vi viene qualche dubbio sulla serietà di Boaretto? Perchè lo difendete in modo così evidente? C'è qualcuno che lo protegge? Davvero voi avreste lasciato che Boaretto continuasse a sfruttare l'impianto, gli operai malpagati e le casse del Comune?
Secondo me dovete cambiare atteggiamento, linea politica. Provate a vedere cosa sta succedendo a Villamar: si collabora e tutto va bene. Alla fine gli elettori sapranno chi premiare per le migliori proposte e non voteranno per chi ha urlato o litigato di più.
Voi dite "Non si potevano trovare vie d'uscita meno devastanti?"
Voi a suo tempo cosa avete proposto? Sicuri che ci fosse una via diversa all'affermazione categorica di Boaretto di non voler trattare?
Non continuate a farvi del male e non continuate a fare del male a Sardara. Non ci serve un Consiglio litigioso, ci serve un Consiglio ragionevole e razionale. Chi vuol cominciare?

Anonimo ha detto...

Caro Pikonal,
Su chi siamo e su chi scrive su Novas troverai pubblicato un articolo apposito.
Sulla linea che Novas ha sulla politica termale dell’attuale amministrazione comunale prendiamo atto che tu non la condividi. In democrazia è perfettamente plausibile avere diversità di vedute e di orientamento politico e per noi non manca il rispetto personale per chi ha idee diverse anche nei momenti più aspri del confronto. I più che scrivono su Novas neppure conoscono personalmente l’ing. Boaretto, che non difendiamo e che ha avuto comportamenti da censurare. Non condividiamo minimamente i programmi dell’amministrazione comunale di costruire una “cittadella termale”, che nulla ha a che fare con la valorizzazione della risorsa termale, ma che moltissimo ha a che fare con una pessima speculazione edilizia, utile a pochi, ma distruttiva dello sviluppo turistico termale del paese. Contrasteremo con tutti i mezzi offerti dalla legalità questi programmi.