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mercoledì 26 agosto 2009

STOP ALL’AUTOVELOX SELVAGGIO


Una direttiva del Ministro dell’Interno ha dato l’alt all’uso selvaggio dell’autovelox da parte dei comuni, che troppo spesso lo davano in appalto ai privati “per fare cassa” e talvolta per truffare gli automobilisti. D’ora in poi lo potrà utilizzare solo la polizia di Stato.


Anche il nostro comune è stato coinvolto in profondità in questa vicenda, per cui merita parlarne sia per il numero elevato di cittadini interessati, sia per il modo con cui l’amministrazione comunale ha gestito la vicenda facendo sorgere delicati problemi di trasparenza amministrativa, di corretta informazione dei cittadini e di coerenza di comportamenti. Tutte questioni utili a individuare per l’ oggi e per il domani che cosa deve essere un corretto modo di amministrare.
La nostra giunta comunale ha fatto largo uso dell’autovelox per il controllo del traffico utilizzando una convenzione con una società privata per l’istallazione e la gestione del servizio. La decisione è stata presentata sulla stampa dal sindaco come dettata dalla volontà di mettere finalmente ordine colpendo senza pietà i fracassoni e chi con la velocità eccessiva mette in pericolo l’incolumità pubblica, specie quella degli anziani e dei bambini. Si riprometteva cioè di riportare ordine e legalità.
Gli apparecchi di rilevamento della velocità sono stati istallati nelle strade comunali, ma anche nella provinciale per San Gavino, dove per i bassi limiti di velocità era ancor più facile colpire di sorpresa e fare cassa, molta cassa. La conseguenza è stata che ad un gran numero di sardaresi sono state recapitate multe molto esose. Quando lo sconcerto degli automobilisti è cresciuto e le proteste sono diventate sempre più virulente il sindaco ha scaricato tutte le responsabilità sulla società privata e sui vigili urbani dimenticando di averli incaricati con apposita delibera della giunta ed è arrivato a promettere la restituzione delle contravvenzioni, dimenticando gli impegni contrattuali con l’appaltatore.
Molti hanno pagato, numerosi si sono rifiutati, altri ancora si sono rivolti a legali di fiducia facendo ricorso al giudice di pace. Si è poi avuto notizia di casi in cui il giudice di pace ha dato ragione ai ricorrenti e torto al Comune, condannandolo a pagare anche le spese legali. L’Amministrazione comunale quindi, lungi dal restituire i soldi delle multe, si è costituita in giudizio. Poi l’attenzione è calata e non si è praticamente saputo più nulla. Ora però la conclusione imposta dal governo rende necessaria anche a Sardara una parola di verità e un’informazione completa su quello che è avvenuto.
Sarebbe pertanto opportuno che gli amministratori chiarissero quanti siano gli automobilisti colpiti dalle multe per eccesso di velocità, quanto sia stato pagato e quanto invece no, quanto sia stato incassato dal Comune e quanto invece sia finito nelle tasche della società appaltatrice. Merita attenzione anche sapere quanti siano i casi in cui il Comune sia stato trascinato in giudizio e quanto siano costate le condanne del giudice di pace.
Chiarire questi punti ha oggi importanza soprattutto per definire per l’oggi e per domani il modo di procedere che deve seguire chi va in Municipio per amministrare. Oggi, come è evidente, è sempre più necessario un modo di amministrare non solo teso ad assumere efficacemente le decisioni, ma viene richiesta una funzione di guida politica e, in senso lato, anche morale. Questo ruolo però si può esercitare se si ha credibilità ed autorevolezza, se con gli amministrati si conserva un rapporto di correttezza, se si spiega ciò che è necessario fare e come lo si vuole conseguire, se si opera coerentemente trattando tutti i cittadini allo stesso modo. Indispensabile è poi dare continuamente un’ informazione corretta e completa. Ed è per questo che si attenderebbero notizie da Piazza Gramsci, magari utilizzando il sito web del Comune.
Cerberus.

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