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domenica 21 marzo 2010

SALVARE L' ALBERGO TERMALE

Qualche giorno fa il sindaco ha annunciato dalle colonne de l'Unione Sarda che l'albergo termale comunale resterà chiuso nonostante si siano spesi seicentomila euro, che nell'esecuzione dei lavori il Comune si è molto indebitato con numerose piccole imprese del paese, che il nuovo gestore non ottiene credito dalle banche perché non considerato meritevole della loro fiducia.


Come si vede è emerso un quadro fosco e persino drammatico. Si ammette di non aver raggiunto gli obiettivi prefissati nonostante “la scelta di accelerare i tempi di apertura utilizzando procedure privatistiche, evitando l'impietosa burocrazia di progetti preliminari, esecutivi, definitivi e l'odissea delle gare d'appalto”.
L'esternazione del sindaco lascia interdetti. Il modo con cui si è andati avanti e le conseguenze di questo modo di fare hanno portato infatti al collasso. La chiusura dell'albergo ha creato disoccupazione e danni ai suoi fornitori locali. Per di più numerosi artigiani hanno eseguito lavori, si sono esposti finanziariamente e non sanno se e quando verranno pagati. Chi amministra appare non rendersi conto che è stato un modo di procedere così anomalo a creare tanti danni e dimostra di non saper individuare una via di uscita.
Per l'interesse collettivo i problemi vanno però risolti e quando la casa brucia tutti devono contribuire a spegnere l'incendio. Bisogna partire dal prendere atto che le procedure fin qui seguite non si possono utilizzare in un ente pubblico, e per molti aspetti neppure dai privati cittadini, senza poter evitare conseguenze negative. Gli uni e gli altri devono predisporre un progetto esecutivo firmato da un tecnico abilitato, ottenere le indispensabili autorizzazioni dell'Asl e dei Vigili del Fuoco, avviare le opere dopo aver fatto le obbligatorie comunicazioni all'Inps e all'Ufficio del lavoro ed essersi messo in regola con l' Ufficio Tecnico comunale. Un'amministrazione comunale non dovrebbe inoltre fare a meno di utilizzare le regolari gare d'appalto. Procedure dettate dall'emergenza, come l'affidamento diretto, dovrebbero essere utilizzate solo per importi limitati (per Sardara ci hanno informato come l'attuale maggioranza in Consiglio comunale abbia deliberato di consentirlo per importi fino 40 mila euro) e solo in casi del tutto eccezionali, per fronteggiare pericoli pubblici imprevedibili, per riaprire una strada interrotta da una frana, per fronteggiare i danni di un'alluvione...
Tutta questa vicenda mette in serie difficoltà molte persone, non solo gli ex lavoratori dell'albergo, gli artigiani, ma anche il segretario comunale, il ragioniere, il capo dell'ufficio tecnico, lo stesso revisore dei conti, che si trovano di fronte a debiti fuori bilancio, a scelte politiche di dubbia legalità a cui è molto problematico dare seguito sul piano della correttezza amministrativa...Ci auguriamo che tutte queste difficoltà trovino una soluzione positiva. Quello che preoccupa più di tutto è che si possa mettere a posto la struttura alberghiera in tempi brevi in modo che possa riprendere a funzionare.
Il modo migliore per riuscirci ci pare quello di tornare alle vie ordinarie, ineccepibili sul piano amministrativo, che danno più garanzie. Quando la Giunta comunale ha cominciato ad operare ha trovato in cassa due milioni e mezzo di euro da utilizzare per investimenti nell'area termale e nel castello di Monreale. Siccome esistevano problemi nell'albergo termale avrebbe potuto destinare almeno parte del finanziamento agli interventi necessari per rimetterlo a posto. C'era allora tutto il tempo per individuare un tecnico qualificato e con l'esperienza necessaria, per predisporre un progettazione completa, per farla approvare anche dall'Asl e dai Vigili del Fuoco, per bandire la gara d'appalto e per realizzare le opere necessarie senza chiudere del tutto l'albergo. La decisione di “cacciare” l'ingegnere Boaretto avrebbe dovuto suggerire ancor più attenzione e cautela. Un nuovo gestore infatti, come sanno bene artigiani e commercianti, deve dotarsi di tutte le autorizzazioni previste da leggi sempre più rigorose.
Agli errori è comunque possibile trovare rimedio. Non si sa se qualcosa dei due milioni e mezzo e di euro sia ancora disponibile; la sistemazione a verde dell'area degli eucalipti appare comunque meno urgente rispetto alla necessità di evitare un ulteriore deterioramento dell'albergo e di provvedere alla sua riapertura. Comunque sia servono nuove risorse finanziarie e per quantificare il fabbisogno è indispensabile far predisporre un progetto ben studiato, con l'indicazione dettagliata dei lavori necessari, delle certificazioni da conseguire, dei materiali da utilizzare per poterle ottenere, delle misure da realizzare per garantire la sicurezza di ospiti e lavoratori. Si deve cioè tornare al punto di partenza senza perdere inutilmente altro tempo e altri soldi. Prima lo si fa meglio è per tutti.
Si capisce che tutto ciò non è semplice da accettare, ma occorre superare il vizio originario dello essere troppo autoreferenziali, di pensar di poter fare tutto da soli senza sentire e ascoltare nessuno. Quando gli amministratori si sono visti a disposizione due milioni e mezzo di euro, ottenuti senza aver mosso un dito, se avessero chiesto almeno la finalità di quel regalo a chi lo fece arrivare forse sarebbe stato possibile avviare una diversa vicenda. Da tempo infatti si sapeva che l'albergo presentava carenze, che cinquanta camere erano e sono considerate poche per assicurare più efficienza economica e gestionale e più posti di lavoro, che la disponibilità dell'acqua termale, finalmente ottenuta dal Comune, suggeriva e spinge ancora alla realizzazione di nuovi impianti per le cure. Sebbene la Giunta non ci abbia pensato allora lo può fare almeno ora perché da questi problemi e da queste opportunità si deve comunque ripartire
Forse se si accantonano i pregiudizi, se si abbandona lo spirito di rivalsa sugli avversari politici e l'intento puramente polemico, se si riparte dal fatto che bisogna fare ciò che è meglio per il paese si potrebbe evitare altri danni, di perdere altri soldi, di depauperare ulteriormente un patrimonio che comunque esiste ed è di tutti. Non è mai troppo tardi per ricominciare da capo e col piede giusto. Basta volerlo.
Rossano Caddeo

1 commento:

Sardus ha detto...

...già, volere è potere! anche se con il senno di poi...