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martedì 30 marzo 2010

CULTURA E COOPERAZIONE TRA POPOLI.

Musei, monumenti, paesaggi, centri storici costituiscono un elemento portante e irrinunciabile della società civile e della sua identità.
La cooperativa Villa Abbas con il comune di Sardara da oltre vent’anni è impegnata in un progetto culturale teso al recupero della memoria storica e della propria identità.

Il Civico museo archeologico “Villa Abbas” ospita materiali archeologici che vanno dal periodo prenuragico a quello medievale, comprende il Santuario nuragico di “Sant’Anastasia” con annesso il tempio a pozzo e uno spazio mostre nella prestigiosa “Casa Pilloni”, siti all’interno del suggestivo Centro storico. Il polo museale rappresenta un passo importante nella creazione di una mentalità nuova legata al concetto di fruizione dei “beni culturali” nel contesto del cosiddetto “turismo interno” della Sardegna, che ben si collega con il settore del turismo termale presente a Sardara.
L’occasione dell’ottava biennale internazionale di pittura Isole ci consente di confrontarci con altre esperienze, saperi e conoscenze. Il gemellaggio tra l’isola di Creta e la Sardegna rappresenta l’incontro tra due antiche civiltà, quella minoica e quella nuragica che hanno lasciato testimonianze indelebili, e per certi versi assimilabili, nel bacino del Mediterraneo.
Il tema portante della mostra è il labirinto, visto in chiave contemporanea e legato alla ricerca interiore; un invito a confrontarci sui temi più controversi dell’esistenza umana, un invito a scavare nel nostro “io” per trovare una via, un percorso che ci liberi dalla complessità del mondo contemporaneo e ci aiuti a dare un senso alla nostra esistenza.
Cooperazione tra popoli… esperienze artistiche e umane a confronto, nel segno dell’ospitalità e dell’amicizia, per un’ulteriore crescita professionale, socio – culturale, per una migliore qualità della vita.
Peppuccio Garau

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi pare che ci si sia dimenticati (un lapsus?) di citare quello che è l'elemento di gran lunga più importante per l'identità di un popolo: la sua lingua. Sicuramente è l'elemento che più caraterizza e differenzia una comunità da un'altra. Il voler continuare rimuoverla dal contesto: museo, monumento, paesaggio, centro storico, costituisce sicuramente l'errore più grave che continua a commettersi. Lingua e cultura più in generale ovviamente devono andare di pari passo. Quindi sarebbe ora che anche nei musei si iniziasse a parlare (ai sardi) anche in sardo oltre che in italiano; naturalmente sarebbe davvero ora di adeguare tutta la cartellonistica, nel senso di renderla bilingue sardo-italiana. Attualmente, per quel che mi riguarda almeno, i musei sardi in generale costituiscono più che il luogo dell'orgoglio sardo su logu de sa bregùngia. Quando è che potremo parlare di musei veramente sardi a casa nostra?

Giampaolo Pisu