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mercoledì 16 settembre 2009

SOLIDARIETA’ AI PRECARI DELLA SCUOLA


Secondo le stime della CGIL il piano triennale dei tagli al personale della scuola, voluto da governo Berlusconi, già da primo settembre 2009 comporta una perdita di oltre 42.000 posti per il personale docente e di quasi 15.000 per il personale ausiliario, tecnico ed amministrativo.


on l’inizio dell’anno scolastico migliaia di precari non hanno ritrovato il loro posto di lavoro con pesanti conseguenze sulla qualità della didattica e del servizio offerto alle famiglie, in special modo a quelle dei ceti medio- bassi.
Tutto ciò dipende in parte dalla riduzione del numero degli alunni, ma in parte molto rilevante incide pesantemente l’insieme delle cosiddette riforme introdotte dal ministro Gelmini e soprattutto dai tagli finanziari del ministro Tremonti. Si è avuto infatti l’aumento del numero degli alunni per classe, la riduzione delle ore di insegnamento, la diminuzione delle ore frontali per alcune materie, l’introduzione dell’insegnante unico nella scuola elementare , la riduzione delle scuole col tempo prolungato e degli insegnanti di sostegno.
In Sardegna le conseguenze sono ancora più pesanti per la presenza in vastissime zone dell’interno di piccoli comuni, dove la scuola viene abbandonata e destinata alla chiusura, ciò che aggrava il fenomeno dello spopolamento.
La Giunta regionale ha accettato passivamente questa politica senza difendere le necessità particolari derivate dalla nostra speciale situazione ed anzi ha sottoscritto un accordo con il governo stanziando venti milioni di euro del proprio bilancio per soccorrerlo. Si è dimostrato un’altra volta la debolezza della giunta regionale, la sua subalternità ed il suo disinteresse per la scuola pubblica. L’assessore regionale Baire è in effetti espressione del “partito” scuole private e difensore dei loro interessi.
La destra storicamente ha sempre subito malvolentieri un ruolo positivo della scuola pubblica cercando sempre di ridimensionarla. Basti pensare che nel nostro paese sta costruendo locali per la scuola dell’infanzia che sono come una toppa sui pantaloni vecchi e che impediranno per il futuro la realizzazione del tempo prolungato per gli alunni delle elementari.
Agli insegnanti in lotta per la difesa del proprio posto di lavoro e della qualità della scuola pubblica, e tra di loro al gruppo di precari del nostro paese, va la solidarietà di Novas. Non stanno combattendo certo una battaglia corporativa, ma lottano anche per l’elevazione culturale dei ceti sociali che vivono del loro lavoro e per il progresso della società.

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