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lunedì 7 settembre 2009

IL CASTELLO DI MONREALE. UN’OCCASIONE DA NON PERDERE


Una visita mattutina ha rivelato il fascino del Castello di Monreale e l’estremo interesse dei lavori e degli scavi più recenti. In particolare all’interno del mastio colpiscono le cisterne molto ampie, che raccoglievano l’acqua piovana, la distribuzione degli ambienti, la pavimentazione di alcune stanze con lastre regolari di pietra.

Non può sfuggire però un problema. Per realizzare ciò che si è fatto, per salvare i muraglioni dal crollo, consolidarli, realizzare lo scavo archeologico all’interno del mastio, recuperare tratti significativi della cinta muraria e di alcune torri sono serviti cospicui finanziamenti e circa vent’anni. Lavorando con questo ritmo per completare tutto potrebbe servire un altro ventennio, senza contare le conseguenze delle crescenti difficoltà finanziarie della Regione e dello Stato, che finora hanno finanziato gli interventi.
Non si può evidentemente aspettare tanto tempo per varie ragioni. Innanzitutto bisognerebbe rimettere mano a lavori già realizzati. In secondo luogo, alla pari di altre località che hanno già portato a termine i progetti di restauro e di recupero, come Cagliari col Castello di San Michele, Bosa, Galtelli anche Sardara deve riuscire a farlo. Infine perché la fruibilità turistico culturale del Castello di Monreale può aumentare la notorietà del paese e accrescere la sua capacità attrattiva, anche a sostegno di un’industria turistica in cui si comincia a credere. Servirebbe quindi un intervento consistente per completare l’accesso al monumento e rendere fruibile almeno il mastio.
Per fare tutto questo il Comune ha già i soldi . Li ha ottenuti parecchi anni fa dal Parlamento nazionale per un importo di circa cinque miliardi delle vecchie lire. Sono stati attribuiti con una finalizzazione piuttosto ampia, per realizzate cioè il recupero e la valorizzazione del Castello di Monreale e dell’area termale e fu indicato ciò per consentire all’amministrazione comunale di discuterne e di scegliere l’intervento preferito o più urgente. Dopo un lungo confronto, purtroppo solo interno alla giunta comunale, si è deciso di spezzettare gli interventi: un po’ nel mastio, un po’ nelle mura di cinta, un po’ al canale Birocchi e alla recinzione del boschetto di eucalipti di S.M. Acquas…E probabilmente si vuole andare avanti così… lentamente …. Se si continuasse a spendere in tal modo il resto del finanziamento, che costituisce la parte più consistente, non si potrebbe realizzare alcunché di significativo. Ci sono due opere che non si potranno avviare e portare a conclusione con la strategia dei piccoli passi e sono il recupero definitivo del Castello ed il restauro e la valorizzazione delle Terme romane, che riqualificherebbe a sua volta il cuore del compendio termale, per cui si potrebbe scegliere di completarne una. E dato che si è cominciato a lavorare al Castello logica vorrebbe che si proseguisse lì.
Il problema diventerebbe a questo punto che cosa fare per rendere fruibile il monumento. Siccome la questione è delicata sarebbe consigliabile non chiudersi nella sala giunta, ma sentire studiosi, andare a vedere esempi significativi in Sardegna, come il Castello di San Miche di Cagliari, o fuori dall’isola. A Cagliari hanno persino realizzato la copertura del castello con materiali modernissimi come il vetro e il ferro. Quello che serve comunque è utilizzare competenze qualificate ed elaborare un buon progetto, scegliendolo, se si vuole, con un concorso di idee.
Rossano Caddeo

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