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venerdì 17 luglio 2009

IL DISAGIO GIOVANILE


In seguito ai tragici eventi che hanno coinvolto alcuni giovani del nostro paese si è molto discusso del disagio giovanile e delle sue conseguenze.


Il suicidio, l’atto estremo di togliersi la vita, può essere causato da diverse patologie psichiatriche come la depressione o gli attacchi di panico, soprattutto se quest’ultimi sono accompagnati dall’assunzione di alcool o droghe.
Gli aspetti psichici della depressione sono: l’umore depressivo di base, caratterizzato da uno sguardo eccessivamente svalutante rivolto a se stessi, la noia e l’incapacità di tollerarla, la separazione dall’ambiente familiare, la rottura dei legami e il distacco tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, che causa vergogna e senso di inferiorità.
La depressione è caratterizzata da rallentamento motorio, verbale, anoressia, disturbo del sonno, tristezza e disinteresse.
Il suicidio però non può essere considerato un atto puramente soggettivo, spesso è influenzato da fenomeni sociali e ambientali, infatti i tassi di suicidio non sono gli stessi in tutte le società, ad esempio sono superiori nel nord Italia che nel sud e sono notevolmente aumentati durante il periodo di massima industrializzazione dell’occidente.
La società in cui viviamo ci fa crescere con l’ossessione di farci avanti nel mondo, di avere successo e di accumulare ricchezza materiale, purtroppo prevale l’individualismo.
Non tutte le culture però perseguono questo; ne esistono altre, lontane dalla nostra, che pongono il bene della comunità al di sopra dei personali desideri, curando l’aspetto sociale per favorire l’integrazione del singolo nella collettività, ma noi le riteniamo inferiori e le guardiamo con scetticismo…
Se Sardara è stata teatro della morte di diversi giovani, allora deve interrogarsi su quali prospettive ha da offrire loro, cosa fa per contrastare i mali della nostra epoca, come vuole proteggere i più vulnerabili dalle insidie peggiori.
Non facciamo finta che non ci sia un problema, il problema esiste ma lo si può affrontare insieme, iniziamo con il discuterne apertamente, senza remore o finti moralismi, non per cercare delle colpe ma per trovare delle soluzioni.
Barbara Musa

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