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martedì 7 luglio 2009

IL CONGRESSO DEL PARTITO DEMOCRATICO


Il congresso nazionale del PD è stato convocato per il prossimo mese di ottobre mentre quello del circolo di Sardara si terrà a breve.


La discussione in atto e le decisioni che saranno prese avranno importanti ricadute per il nostro paese. Il PD infatti è il partito più grande e, se riuscirà ad unirsi e a rinsaldare l’alleanza di centro sinistra, può decidere il futuro dell’amministrazione comunale e influenzare molti aspetti della vita dei sardaresi.
Sardara appare preoccupata e sfiduciata, priva di una guida credibile. L’amministrazione comunale, forse la peggiore di tutti i tempi, non appare all’altezza dei problemi. Governa con continui colpi di testa, come dimostra la vicenda dell’albergo termale, realizza male le opere come la pavimentazione di via Umberto o fa scelte addirittura pericolose come i nuovi programmi per l’area termale.
La destra però amministra non per meriti propri, ma a causa degli errori dei democratici che per le elezioni comunali si divisero in due liste, da una parte “Sardara in Comune”, un’alleanza di stampo centrista con Margherita, UDC, UEUR, Riformatori e sardisti, da un’altra parte “Sardara Democratica” con DS, Rifondazione comunista e SDI.
Uno dei compiti del Congresso è quello di rafforzare l’opposizione alla destra con la creazione di un unico gruppo consiliare del PD. Il gruppo unico ed un unico partito dovrebbero lanciare da subito il processo di aggregazione di tutto il centro sinistra e da qui partire per ampliare l’alleanza a quelle forze di centro che, pur essendo fuori dal centro sinistra, vorranno combattere localmente una destra incapace e screditata.
E’ indispensabile costruire un partito popolare, capace di ascoltare e parlare ai lavoratori del settore privato e del pubblico impiego, alla piccola impresa dell’artigianato, del commercio e dei servizi, ai disoccupati e ai più bisognosi, ai giovani e alle donne rappresentando i loro interessi e lottando con loro per risolverli.
Serve un partito ben organizzato e con profonde radici nella società, in cui domini la democrazia degli iscritti per assumere le decisioni, compresi gli incarichi di partito e le candidature. L’esperienza del passato di prefigurare scelte con accordi tra pochi si è rivelata antidemocratica e fallimentare. Le candidature a sindaco se non largamente condivise dovranno essere decise con le primarie dell’intera coalizione.
Dal congresso deve uscire un partito in grado di ridare fiducia, di mobilitare la società sardarese e di elaborare collettivamente un programma amministrativo coinvolgente, in grado di invertire le attuali tendenze regressive e penalizzanti per il paese.
La sfida che abbiamo di fronte è difficile e richiede un grande sforzo d’innovazione, di promuovere nuove energie giovani senza dannosi ostracismi per nessuno, spirito costruttivo e attaccamento al paese. Richiede anche una certa rinuncia ad esigenze personali, anche legittime privilegiando gli interessi della collettività.

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