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venerdì 26 febbraio 2010

A PROPOSITO DI SCUOLA DI FORMAZIONE POLITICA

Bastano, forse, le punzecchiature di Prodi, da una parte, e la proposta di una Scuola di politica di Veltroni dall’altra, per costruire una nuova organizzazione politica?

Le classi politiche non nascono nelle scuole, dove, al massimo, si possono apprendere alcune tecniche (magari la politica si studia e si impara meglio nelle facoltà di Scienze politiche e affini). Affinché nasca una nuova classe politica, fenomeno nient’affatto affidabile alle giovani generazioni, è necessario un progetto politico chiaramente delineato; sono indispensabili referenti sociali; sono decisive le battaglie politiche, locali più che nazionali. Quando dall’alto del Partito democratico verrà meno il desiderio di controllare le dinamiche locali e dal basso cresceranno la voglia e il coraggio di impadronirsi del proprio territorio senza cercare sponsor nazionali, in un eventuale conflitto aperto, allora si vedrà chi ha filo da tessere. Fintantoché i gomitoli rimangono nelle mani di alcuni dirigenti inamovibilmente seduti a Roma, meglio se dentro il Parlamento, lo spazio per “l’innovazione, la radicalità riformista, la legalità, le primarie” sarà minimo, sostanzialmente inesistente, schiacciato dalle appartenenze correntizie, anche da quelle “veltroniane”.
Gianfranco Tuveri

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