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martedì 9 febbraio 2010

CULTURA E TECNICHE PER IL RECUPERO DEL CENTRO STORICO

“Cultura e tecniche per il recupero del Centro Storico”. E’ il titolo della conferenza che l’associazione CostruireFuturo ed il circolo “1° Maggio” dell’Arci organizzano per il giorno 27 febbraio. A parlarne è stato invitato il prof. Antonello Sanna, preside della Facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari ed esperto delle problematiche dei centri storici della Sardegna, in particolare di quelli della Marmilla e del Campidano.

A distanza di oltre vent’anni dall’approvazione del Piano Particolareggiato del Centro Storico del nostro paese è sembrato utile riaprire la riflessione su questo problema che è di grande rilevanza per fare il punto sulla sua importanza, sulle esigenze dei cittadini che lo abitano, sul modo di utilizzarlo e valorizzarlo, sul come salvaguardare la sua storia e la sua identità. Si tratta di una riflessione da fare con urgenza perché abbiamo un grande patrimonio, che attualmente è diventato difficile da utilizzare. I suoi confini sono stati notevolmente ampliati con la variante al Piano Urbanistico Comunale, approvata recentemente dal Consiglio Comunale, e per intervenire sugli edifici è necessario procedere alla realizzazione di un nuovo Piano Particolareggiato.
Il nostro centro storico è molto ampio e ciò è dovuto alla storia del paese. Basti pensare che agli inizi del 1900 Sardara aveva 3000 abitanti, mentre il capoluogo della regione ne contava 40.000, ed era uno dei centri più popolati della vecchia provincia di Cagliari e quindi dell’isola. Di questa storia resta ancora molto ed i lavori di recupero degli ultimi decenni hanno valorizzato edifici pubblici, case private. monumenti e viabilità.
Oggi forse dobbiamo interrogarci sul punto a cui siamo arrivati per poi decidere come proseguire.
Quando nei primi anni ottanta si cominciò a riscoprire questo grande patrimonio e a salvaguardarlo a Sardara si utilizzava ancora l’eternit per i tetti, i blocchetti di cemento per le murature e spesso la commissione edilizia pensava di abbattere i muri in pietra per allargare le vie cittadine. Di strada quindi se ne è fatta tanta e l’abbiamo fatta anticipando i tempi e l’azione di tantissimi altri comuni. Tutto questo forse non basta più. Il valore economico di questo patrimonio è cresciuto e c’è più condivisione sul suo valore storico, architettonico e culturale. Molti visitatori ce lo ricordano ogni giorno. Dobbiamo chiederci però come sia possibile migliorare le condizioni abitative, la salubrità e le comodità interne delle nostre case preservando le architetture, il decoro esterno e le loro caratteristiche costruttive.
Le nostre case hanno un valore che è cresciuto e sono una ricchezza utilizzabile anche per lo sviluppo economico. Con la crisi del settore agricolo e delle grandi industrie, con i servizi pubblici e privati di qualità che si stanno concentrando nelle aree urbane i piccoli comuni sardi stanno cercando di reagire percorrendo una strada non certo facile, quella di preservare la loro storia e le loro caratteristiche ambientali e produttive anche a fini turistici. Noi quella strada l’abbiamo individuata molto tempo fa, anche perché abbiamo l’acqua termale, che rappresenta una risorsa vera che altri non hanno, anche se recentemente abbiamo vissuto qualche incertezza e diversità di opinioni.
Il parlare di centro storico porta quindi con sé molte altre questioni. Affrontarle tutte assieme sarebbe anche complesso. Con la conferenza del prof Antonello Sanna vorremo farlo sul piano squisitamente culturale, storico e tecnico, dato che la Facoltà di Architettuta di Cagliari negli anni scorsi ha predisposto e pubblicato anche un Manuale di restauro e di recupero dei centri storici.

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