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lunedì 2 novembre 2009

«Babbo…mi hai tradito?». Ovvero: le colpe di una generazione colpita.


Generazione di fenomeni, come cantavano gli Stadio. Generazione Mille euro, come il libro di Incorvaia e Rimassa portato sul grande schermo da Massimo Vernier. Oppure Generazione Tradita come scrive Federico Pace su Repubblica?


Fenomeni forse si, visto che in media abbiamo un livello di istruzione più alto dei nostri genitori. Abbiamo competenze, ci siamo laureati, usiamo internet e siamo sempre raggiungibili.
Mille euro tutti insieme a fine mese, la maggior parte dei miei coetanei non li ha mai visti. Forse perché con i contratti a progetto ti pagano a Babbo Morto. Forse perché la somma dei tre contratti a progetto registrati alla gestione separata Inps, mille euro non li mette assieme. Forse perché al terzo tirocinio e al quarto stage post laurea ti accorgi che gira e rigira hai fatto fotocopie, risposto al telefono, portato i pasticcini il giorno dei saluti, ma quella chiamata sul cellulare da parte del tuo vecchio tutor di tirocinio, che ti aveva promesso l’assunzione, non è mai arrivata.
Traditi. Si, pure quello. Forse. Ma traditi da chi? Dalla Generazione 68 dei nostri padri? Anche. Quello che il Sessantotto aveva promesso, poi non è stato in grado di mantenerlo per la generazione successiva. Ci hanno dato Bim Bum Bam, il Nintendo poi la Playstation, lo Statuto dei lavoratori che però non copre i co.co.pro., e tanti altri diritti. È vero che i nostri padri sono scesi in piazza per conquistarli questi diritti. E ora che l’operaio ha il figlio dottore? Il dottore se lo deve tenere in casa, prestargli la macchina per uscire e a volte pure la paghetta settimanale. Che triste il confronto tra le buste paga del 1969 e del 2009. Un giovane operaio appena assunto prendeva quanto bastava per fare dei progetti di vita, certo non da sultano, ma sicuramente aveva speranza. Oggi la speranza ce l’hanno rubata.
Siamo la generazione che ha più cultura rispetto alle precedenti ma rischia di avere l’inversione della crescita: prima chi era bravo e studiava poteva ambire alla mobilità sociale; ora studi e sei bravo ma prendi meno di quanto tuo padre prendeva quaranta anni fa.
Ma in fondo è anche la generazione tradita che ha tradito se stessa. L’ha fatto quando ha delegato ad altri la partecipazione politica. Quando ha regalato la rappresentanza dei propri interessi ad una classe dirigente radical chic fatta di figli di papà che a diciotto anni occupavano l’università, avevano la barba lunga e ascoltavano gli Inti Illimani e ora a cinquant’anni vestono in giacca e cravatta e si fanno chiamare onorevoli. Quando abbagliata dalle ragazzine di Non è la Rai ha capito che la strada più semplice per fare soldi era apparire in tv. Ma che società è quella che organizza il gioco dei pacchi per le giovani coppie che si devono sposare? O che si inventa un gioco che come premio consegna una rendita ventennale?
Non possiamo scambiare il nostro futuro con un gratta e vinci. Non possiamo appaltare la nostra vita alla Sisal. Non possiamo delegare le scelte della politica a chi la politica la faceva nel Sessantotto. Io voglio farmi una famiglia con il mio lavoro. E se mai diventerò ricco sarà perché sono stato bravo. Voglio dire la mia sulla scuola e l’università, ma anche sul lavoro l’industria, l’ambiente, e pure sulle pensioni. Non voglio essere relegato nel settore “politiche giovanili”.
Diceva bene un vecchio e caro compagno di Cagliari: non andate in piazza a protestare solo per la liberta di informazione, scendete in piazza arrabbiati perché siete laureati e non avete lavoro.
Il riscatto dal tradimento passa per la riappropriazione degli spazi che ci siamo lasciati sfuggire: la politica, i partiti, il sindacato, l’università, la scuola. È soprattutto il nostro livello culturale che ci deve imporre di scattare in avanti, di abbandonare un sistema culturale basato sull’apparire e sulla truffa. Occorre una nuova etica del lavoro e della partecipazione. Magari senza troppa ideologia, con buoni ideali, e tanto impegno.
Roberto Ibba

2 commenti:

gianfranco ha detto...

condivido opinioni e stato d'animo e questo mi fa ricordare quanto mi disse Giusy Papoff circa 20 anni fa: "Voi siete la generazione più intelligente e preparata che ci sia mai stata dal dopoguerra ma pagate e pagherete la stupidità e l'egoismo dei vostri genitori e dei vostri fratelli maggiori". Io non manco mai di ribadire che la nostra generazione è stata bypassata
ciao
gianfranco

Anonimo ha detto...

Condivido l'analisi fatta. Vorrei chiedervi come mai i vostri post sono a firma della redazione en non dell'autore.

Daniele