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mercoledì 25 novembre 2009

Provincia del Medio Campidano: situazione attuale e prospettive


Venerdì, nei locali del Monte Granatico di Sanluri, si è tenuto un importante incontro promosso dalle Associazioni Sindacali C.G.I.L. , C.I.S.L. e U.I.L. per discutere dei problemi del lavoro, di economia e di politiche locali per lo sviluppo nella Provincia del Medio Campidano.


Oltre ai dirigenti territoriali e regionali del sindacato erano presenti il Presidente della Provincia Fulvio Tocco, alcuni assessori provinciali del Medio Campidano, i Sindaci, i Consiglieri regionali ed i parlamentari del territorio, il Vescovo di Ales-Terralba, il Direttore regionale dell’I.N.P.S. oltre ad una numerosa platea di lavoratori e di cittadini.
Assemblee come quella di venerdì si sono svolte in tutte le province della Sardegna in preparazione dell’assemblea regionale conclusiva che i sindacati terranno a Cagliari il 30 novembre, nella quale si farà la sintesi di quanto emerso nelle assemblee provinciali e da cui dovranno scaturire le proposte da portare al confronto con il Presidente e la Giunta regionale.
La relazione introduttiva del segretario provinciale della C.G.I.L. ha ricordato tutti i punti di debolezza del territorio, a cominciare dalla quasi scomparsa del tessuto industriale, con la chiusura della Scaini, l’azzeramento di tutto il comparto tessile del Villacidrese (Filati industriali, SNIA, ecc.), la chiusura della fonderia di San Gavino, il ridimensionamento della Keller, unica realtà industriale ancora in piedi, il settore estrattivo da tempo inesistente, un’agricoltura che patisce i mali di sempre, rimasta in larga parte marginale ed assistita, e che non riesce a produrre ricchezza e occupazione. Il fenomeno dell’emigrazione sempre attuale ed in preoccupante crescita, seppure si tratta di un’emigrazione stagionale e rivolta principalmente all’interno della penisola.
Uno scenario da cui nasce un’ inarrestabile emorragia di manodopera che è ben lontana dall’essere riassorbita dal settore commerciale e dal terziario, mentre sono sempre più numerosi i lavoratori disoccupati, quelli iscritti nelle liste di mobilità ed in cassa integrazione a zero ore.
Sulla questione degli ammortizzatori sociali, il direttore dell’I.N.P.S. è stato il più autorevole testimone della dimensione della mancanza di lavoro ed ha voluto efficacemente tradurre tale fenomeno in cifre riferendo alcuni dati, tra i quali quello del numero delle domande di disoccupazione ordinaria nel 2009 che, con le indennità di mobilità (cioè espulsi dall’azienda e in godimento di una indennità per un breve periodo) e di cassa integrazione (cioè lavoratori sospesi dal lavoro ma ancora dipendenti dalla propria azienda) sono circa 1700, oltre alle circa 2600 indennità di disoccupazione con i requisiti ridotti, cioè quelle previste per i lavoratori stagionali che abbiano lavorato almeno 78 giornate nell’anno.
La relazione ha messo in evidenza anche i punti di forza, o meglio, le potenzialità del territorio sulle quali vale la pena di investire. Tra queste le ampie aree di territorio da valorizzare dal punto di vista delle colture specializzate, quasi 50 chilometri di bellissime coste da valorizzare turisticamente, tutte in territorio di Arbus, e poi archeologia, beni culturali, agroalimentare e termalismo. A proposito di quest’ultimo settore, la relatrice ha fatto cenno alle potenzialità che sono ancora presenti a Sardara ed ha parlato di due stabilimenti termali. Peccato per questa inesattezza, certo non voluta, ma noi sardaresi sappiamo che anche il termalismo nostrano soffre la sua piccola crisi e che la chiusura dello stabilimento termale del Comune (causato da gravi errori amministrativi dell’attuale Amministrazione comunale), ha determinato la perdita di ben 25 posti di lavoro, si spera solo temporaneamente.
La partecipazione congiunta delle forze sociali con i rappresentanti politici e delle Istituzioni ha dato luogo ad una discussione ad ampio raggio che ha messo in risalto alcuni segnali positivi ma soprattutto segnali che inducono alla preoccupazione per il fututro, quali ad esempio una tendenza alla contrazione del numero degli abitanti (che ad oggi sono poco più di 100.000), una altissima disoccupazione giovanile (quasi il 40%) ed una disoccupazione femminile di quasi il 50%.
Più interventi hanno richiamato alla necessità delle stare tutti uniti, il mondo del lavoro, la politica, le Istituzioni e altrettanti hanno ricordato uno dei mali che spesso ci affligge e cioè il campanilismo, la tentazione di dimostrare che si è più bravi o più virtuosi, atteggiamento che è causa della incapacità di guardare all’insieme, di programmare insieme il futuro. E ciò con danno di tutti.
Una delle proposte più concrete è quella portata all’attenzione dei presenti da parte del Presidente della Provincia Fulvio Tocco, che nel ricordare il progetto già in parte attuato dall’Amministrazione che Egli presiede, ‘Vivere la campagna’, ha voluto sottolineare che la cooperazione è il modo migliore per portare a compimento progetti di interesse economico e sociale che possono avere ricadute sull’intero tessuto economico del territorio. E’ stata l’occasione per ricordare che il progetto ‘vivere la campagna’ prevede l’incentivazione ai produttori agricoli per la coltivazione di determinate colture, in particolare le leguminose, la cui produzione dovrebbe in larga misura rifornire gli stessi mercati e gli allevatori locali, che normalmente si approvvigionano dai mercati nazionali e internazionali. Insomma il tentativo di creare un circuito economico tutto sardo (consumo in Sardegna ciò che produco in Sardegna). Un esempio da imitare.
Insomma, in un quadro che non induce all’ottimismo, si intravede una chiara e forte volontà di impegno da parte di tutti, politica, istituzioni e del mondo del lavoro che fa ben sperare per il futuro. E questo è già un risultato.
r.m.

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