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lunedì 9 novembre 2009

Un paese ignaro…


Voci sempre più insistenti in paese raccontano di un interesse crescente per i terreni che l’Amministrazione Comunale ha reso edificabili tra le Terme e il centro abitato, un’area enorme di 170 ettari, ora classificata ‘zona G’.


Si parla di cittadini sollecitati a vendere i propri terreni a prezzi non certo corrispondenti al loro valore reale, ora che su di essi si possono costruire case e villette, e di compratori porta a porta che non vedono l’ora di diventare proprietari dei terreni che ricadono (ma c’era bisogno di dirlo?) proprio nelle aree rese edificabili dal Comune.
Intanto che le voci corrono, gli amministratori comunali, paladini della ‘trasparenza’, che fanno? Sono preoccupati? Hanno qualcosa da dire in proposito? Per ora, con l’astuzia volpesca di sempre, continuano in quella strategia dell’informazione che si sviluppa su due distinti binari.
Da un lato ‘informano’ i cittadini, come hanno fatto da poco sulla questione dell’albergo termale (in una assemblea pubblica al Cineteatro), che tutto ciò che non riescono a fare è colpa degli amministratori che li hanno preceduti, anche se poi non spiegano (e come potrebbero?) una cosa che invece comincia ad essere chiara a tutti, e cioè: come mai chi li ha preceduti ha progettato, finanziato, costruito e dato in gestione l’albergo termale, mentre loro, gli attuali amministratori, non hanno saputo fare di meglio che…chiuderlo? Ci aspettiamo una risposta. Per il momento essi godono, e questa è una vera fortuna, di una stampa a dir poco ‘amica’, molto impegnata a magnificare quelle che non sono altro che doverose e scontate attività di ordinaria amministrazione.
Dall’altro lato, a fronte di scelte politiche, amministrative e gestionali a dir poco imbarazzanti, se sollecitati a qualche spiegazione tacciono o minimizzano…Ad esempio, sfugge a qualunque ragionevole e razionale (da un punto di vista amministrativo) motivazione, la ragione per cui si è ampliato in modo così abnorme le aree edificabili tra le Terme ed il paese. Non è stato spiegato perché, nè al paese e neppure, in modo convincente, al Consiglio Comunale.
Nel centro urbano ci sono centinaia di case inutilizzate, in vendita e sfitte, oltre a decine di aree edificabili e, allo stesso tempo, la popolazione residente risulta in lieve flessione. Bastano queste poche considerazioni per escludere l’esigenza di nuove abitazioni. In gergo tecnico si direbbe che non esiste a Sardara alcuna ‘tensione abitativa’. Nell’area termale, invece, il vecchio Piano Urbanistico già prevedeva ampie zone destinate alla ricettività alberghiera e turistica. Perché non si utilizzano quelle?
Insomma, appare evidente che non esisteva e non esiste alcuna necessità di cementificare una parte così ampia di territorio.
Di conseguenza sorge spontaneo un dubbio che è, anche questo, argomento che appassiona i sardaresi: le aree rese edificabili, che ora aumenteranno enormemente di valore, di chi sono? Chi sono i proprietari?
C’è una qualche relazione tra quanto dichiarato dal nuovo gestore dell’albergo termale, il Sig. Denughes “…arriveranno altri alberghi e altre opere…” e riportato nell’Unione Sarda del 27 ottobre? Sarà lui a costruire altri alberghi e altre opere nella nuova zona di espansione? E con chi? Sui terreni di chi? Esistono già dei soci ‘sardaresi’? Esistono progetti e/o programmi dell’Amministrazione che riguardano, per il futuro, anche il Sig. Denughes?
Con tutte le imprese edili e artigiane presenti a Sardara e le professionalità ed esperienze presenti ‘in loco’, forse è il caso di guardare prima di tutto in casa nostra, ci pare. E poi, c’è da credere che il nuovo gestore, se vorrà contribuire allo sviluppo del paese (non bisogna escludere nessuno), dovrà convincere i sardaresi, da subito, nel dare prova delle sue capacità imprenditoriali prima di tutto con la gestione dell’albergo….
Intanto, voci non smentite che corrono anch’esse libere nel paese, preoccupano anche i più ottimisti.
Si racconta dei lavori di manutenzione straordinaria in corso nell’albergo termale gestiti in modo molto poco…trasparente…
Si dice di numerosi operai (venti, venticinque?) che prestano la loro opera ormai da mesi senza sapere da chi dipendono, se dal Comune, dal gestore o da chissà quale imprenditore privato, se sono coperti da assicurazione contro gli infortuni e se per loro vengono pagati i contributi previdenziali e assistenziali. Non vorremmo essere di fronte ad un imponente fenomeno di lavoro nero all’ombra di una pubblica amministrazione. Non sarebbe ammissibile e sarebbe un pessimo inizio. Ma anche solo davanti al dubbio, qualunque amministrazione sa di avere il compito di effettuare le opportune verifiche e i controlli di Legge, anche sulle imprese di appalto.
Comunque stiano le cose, e di fronte a così tanti dubbi, è certo il caso di far conoscere alla pubblica opinione se il Comune ha assunto direttamente e quali procedure abbia adottato per selezionare il personale…oppure se i lavori sono stati affidati in appalto e, in questo caso, se il Comune ha effettuato i controlli sul rispetto delle Leggi in materia di assunzioni…
E, non per essere troppo curiosi ma, ci si chiede, come è possibile affidare 7/800.000 euro di lavori pubblici senza una gara di evidenza pubblica? Non per altro, ma proprio perché la gara, oltre che essere un obbligo di Legge, è lo strumento per risparmiare molti soldi pubblici.
Dopo quest’ultimo appunto, qualcuno si starà certo chiedendo: ma non erano i vecchi amministratori che sperperavano, regalavano i soldi al gestore, nascondevano le informazioni? Boh.
E ancora, in paese ci si chiede: con la cacciata del vecchio gestore, con l’albergo chiuso, gli amministratori e l’attuale gestore completamente assorbiti dai lavori nell’albergo, chi si sta occupando delle manutenzioni dell’area termale, dell’anfiteatro, dell’asse pedonale, delle aree verdi, ecc., delle lavorazioni stagionali per la pineta, il boschetto dei lecci e delle querce…?
Però, questi sardaresi, come sono curiosi…lasciassero fare, penserà qualche amministratore (attuale)…
Invece è meglio per tutti che le risposte arrivino e che ci tolgano ogni dubbio residuo, affinchè le voci che si rincorrono nel paese cessino per sempre. Vogliamo essere rassicurati. Non si lasci il paese ignaro.
Intanto ogni sardarese che vuole bene al proprio paese si augura che l’albergo riapra al più presto, (a prescindere dal colore politico di chi amministra) perché urge che almeno i lavoratori che erano occupati prima della chiusura dell’albergo ritrovino il lavoro e la serenità. E perché serve anche quel poco di indotto che prima ricadeva nel paese, come gli acquisti di beni di consumo, forniture, presenza di visitatori nel paese, ecc.
E infine perché tutti vogliamo che le Terme abbiano nuovamente una prospettiva seria e credibile.
m.r.

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