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giovedì 12 novembre 2009

IL CASTELLO VISTO DAL CARTA RASPI


A partire da sud-ovest, uno di fronte all’altro, il castello di Arquentu e quello di Monreale, erano posti come due ciclopi a guardia del confine campidanese del Giudicato di Arborea, in grado di resistere a lungo, per la posizione e il complesso delle fortificazioni, a qualunque assalto, e il nemico non avrebbe mai potuto lasciarseli alle spalle senza correre serio pericolo.


Da Monreale, altri undici castelli erano disseminati a zig zag da sud a nord: quelli di Marmilla, Uras , Barumele, Pardu Casteddu, Margunulis, Senis, Laconi, Medusa, Giratala, Ghilarza.
Dai ruderi rimasti, possiamo giudicare il castello di Monreale tra i più potenti della Sardegna: Anziché essere accentrata in breve spazio - dando alla possibilità all’assaltatore di spingersi, senza ostacoli, fino alla sommità - la zona di difesa si presenta molto ampia, degradante fino a mezza costa, dove si svolgeva una prima cinta, tutto intorno al colle, con le cortine rafforzate da robuste torri, alcune delle quali sono ancora in piedi. La seconda cinta chiudeva sul vertice il cassero, la torre maestra e forse altre torri laterali.
Se per la maggior parte degli altri castelli valse la regola comune, allora in uso, di edificare su breve spazio per rendere più robuste le opere e più facile la difesa, nella costruzione di questo castello, sfruttando la conformazione e la posizione del colle, prevalse – sulla consueta strategia difensiva – l’opportunità di accentrare , in un punto avanzato del Giudicato, un buon nerbo di truppe da dislocarsi prontamente a seconda della necessità.
D’altra parte era noto che se un breve spazio di terreno fortificato poteva essere difeso da pochi soldati, bastava pure un modesto esercito per assediarlo; mentre per cingere di regolare assedio il castello di Monreale, sarebbe stata necessaria un’armata che non possedevano i Giudici di Cagliari prima, poi i pisani e in seguito gli aragonesi.
R. Carta Raspi: Castelli Medioevali in Sardegna.

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