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lunedì 9 novembre 2009

Il Catello di Monreale descritto da un parroco.


“Il castello di Monreale sorge su di una collina conica che si eleva a metri 287 sul mare, al centro del Campidano fra Cagliari e Oristano; è in territorio di Sardara e si ritiene che in origine il suo nome fosse quello di “Castello di Sardara”.


Tutta la fortezza ha una circonferenza di m. 650, con mura larghe m.1,20 e 1,80 e un’area di mq. 24.000. Ha la forma di un quadrilatero a lati disuguali; il lato prospiciente S. Gavino è lungo m. 200 con 4 torri e una porta, la quale restò intatta sino alla seconda metà del secolo scorso; in seguito le pietre dell’arco vennero asportate da un signore di S. Gavino. Il lato che guarda verso Sardara è lungo m. 260, con due torri , due angoli rientranti e due salienti. Il lato di ponente è lungo m. 120, con due torri. Il lato minore ha un angolo rientrante ed una porta in direzione nord-ovest, detta “genna Menga”, ora completamente distrutta.
Nella parte più alta della fortezza si eleva il castello, a forma rettangolare, comprendente una superficie di m. 240. I muri esterni si conservano ancora all’altezza primitiva; non si vedono tracce di finestre o feritoie; le stanze prendevano la luce da un cortile interno nel cui mezzo eravi una cisterna e l’ingresso alla galleria per l’uscita segreta.
Nel vasto piazzale della fortezza si scorgono, alti un metro, i muri delle caserme; qua e là vedonsi delle garitte che dovevano servire alle sentinelle.
Fuori della fortezza, dirimpetto a Sardara, sullo spianato a nord-est, in prossimità della “genna Menga”, sorgeva il “Borgo di Castello”, di cui rimangono solo le basse fondamenta della chiesetta dedicata a S. Michele. Prima di arrivare alla strada romana, si vedono le tracce di una chiesetta dedicata a S. Severa. Anche qui, probabilmente vi era un altro agglomerato di casse, creato dagli ordini religiosi per la coltivazione della zona e poi abbandonato nel periodo delle lotte tra Arborea e Aragona; gli abitanti potrebbero essersi rifugiati a S Gavino, dove poi sorse un’altra chiesetta dedicata parimenti a S. Severa.
Il Monreale era certamente una fortezza di prim’ordine, soprattutto per il punto strategico in cui sorgeva; dall’alto colle dominante il vasto Campidano, si controllava la strada romana in tutta la sua estensione; si scorgevano i castelli di Cagliari, di Siliqua, di Arquentu, di Oristano, di Lasplassas e di Sanluri, con i relativi paesi e le strade delle campagne circostanti; si vedono in lontananza le montagne e i paesi del golfo di Cagliari fino a capo S. Marco; le montagne e i paesi di Uras, Mogoro e Morgongiori; le alture di Ales ove sorgeva il castello di Barumele e l’altopiano della Giara; a levante e a ovest i due mari battuti dalle navi amiche, da quelle pirate e dalle flotte nemiche”
Luigi Mocci, parroco di Sardara. Nuovo Cammino, 1961.

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