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lunedì 7 giugno 2010

IL VOTO PER LA PROVINCIA

Cosa dice il voto per le elezioni provinciali?. E' un 'interrogativo a cui , dopo una campagna elettorale svoltasi nel generale disinteresse e dopo un voto segnato da un diffuso astensionismo, si dovrebbe cominciare a dare risposta.
Fino a qualche anno fa le elezioni provinciali erano considerate consultazioni “politiche” più che amministrative in senso stretto, che eleggevano certo i consigli provinciali, ma servivano a misurare il consenso politico dei partiti. Questa volta è sembrato che più che l'ideologia o la proposta politica sia stata misurata la capacità dei candidati di mobilitare gli elettori, spesso intesi come amici, parenti, conoscenti...
Il risultato più vistoso è stato l'astensionismo. A Sardara hanno votato solo 1711 persone, che rappresentano il 44 per cento degli aventi diritto. Se si tiene conto che le schede bianche e nulle sono state il 7, 9 per cento si vede come i voti utili per i candidati siano stati veramente pochi, il 36 per cento circa del corpo elettorale. I due terzi dei sardaresi sono rimasti a casa o non hanno effettuato una scelta valida.
Le cause di questo enorme astensionismo sono molteplici. Le province da molti vengono considerate enti inutili, uno spreco, e si chiede insistentemente la loro abolizione. La politica è spesso percepita come lontana dai problemi reali, come perseguimento di interessi personali, come disinteresse per il bene pubblico. I partiti poi sono in crisi, chiusi alla partecipazione dei cittadini. Il modo con cui vengono selezionati i candidati aggrava il loro distacco della società.
A Sardara gli occhi erano puntati soprattutto sul Partito Democratico e sul suo candidato, che è stato confermato al Consiglio provinciale col 30 per cento dei voti. Si tratta di un risultato inferiore al consenso di Pds e Margherita di cinque anni fa, però il P.D. è sempre di gran lunga il primo partito ed è tra quelli che nella provincia hanno i consensi più larghi.
Clamoroso è stato il risultato della destra. Il PDL ha raccolto solo 234 voti, pari al 15, 4 per cento delle preferenze ed ha perso la propria rappresentanza in Consiglio provinciale. La giunta municipale ha voluto schierare due assessori a difesa del proprio livello di consenso, ma il risultato è stato disastroso. Con 296 voti complessivi di Pdl ed Udc ed una percentuale del 19, 4 per cento il centro destra ha subito un tracollo nei consensi ed una bocciatura dell'azione amministrativa. Hanno evidentemente pesato gli errori ed un modo di amministrare chiuso ed oscuro.
Anche il campo del centro sinistra ha però i suoi problemi. Il P. D. è riuscito a produrre uno sforzo unitario. Ogni tornata elettorale fa certo storia a sé, ma l'accresciuta frammentazione può arrecare problemi alla formazione della coalizione per le prossime elezioni amministrative. Certo è che non si potrà partire dalle persone, ma dai problemi del paese e dai programmi per affrontarli, dalla convinta condivisione del modo di amministrare per arrivare poi alla scelta delle persone, che si spera possano avere il pregio di un'immagine fresca di nuovi amministratori, a fiducia diffusa degli elettori e la capacità di costituire un gruppo che va d'accordo.
Le elezioni hanno consegnato questa responsabilità al centro sinistra, che deve cominciare subito a discuterne. Anche Novas può contribuire ospitando opinioni e riflessioni.

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