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lunedì 17 maggio 2010

La prima regola della sopravivenza

Ho letto e sottoscrivo appieno il commento dell’anonimo L. sulla situazione della cooperativa di consumo. 30 anni fa a SARDARA il popolo dei consumatori fece la rivoluzione e costituì la C0OPERATIVA DI CONSUMO SARDARESI ASSOCIATI avendo come obbiettivo l’acquisto di beni di consumo da cedere poi ai soci a prezzi vantaggiosi. Il suo capitale più importante era costituito dalla fiducia dei soci. Ebbi l’onore e l’onere di guidare per nove anni questa cooperativa. Alla fine del 1992 venero inaugurati i locali dove ancora si opera.
Col passare degli anni quel grande capitale che era la fiducia dei soci è andato progressivamente in diminuzione e si sta riducendo a limiti pericolosi per la sopravivenza stessa della cooperativa. Da anni cerco di attirare l’attenzione degli amministratori su questo problema e lo scrissi anche su un articolo pubblicato su NOVAS nel luglio del 2005 (5 anni fa). Solo chi non vuole non se ne accorge.
Per avere una visione della realtà penso sia opportuno raffrontare i dati dei bilanci dell’esercizio 1993 su cui, peraltro, gravavano anche interessi passivi per lire 99.265.945 relativi al mutuo ormai estinto e quelli, di 17 anni dopo, del 2009.
Nel 1993 le vendite furono pari a lire 2.498.885.359 equivalenti a 12,53 volte il costo del personale che risultò essere di lire 199.514.259.
Nello scorso anno le vendite pari euro 1.679.003,40 sono equivalenti a solo 7,25 volte l’ammontare del costo del personale che è stato di euro 231.641,85.
Prendendo come base 100 i dati del 1993 ne consegue che le vendite dell’anno scorso sono pari a 57,86 ovvero che se nel 1993 sono stati venduti 100 carrelli di spesa nel 2009 ne sono stati venduti 57,86 sui quali sono gravate spese di gestione sufficienti per la vendita di 100.
La prima regola di sopravivenza è quella di non disperdere ma di utilizzare al meglio le risorse disponibili e possibilmente acquisirne nuove
Agli amministratori che, essendo tali da tanti anni, penso si siano posto il problema, chiedo che cosa ha indotto quasi la metà dei soci a non riconoscersi dopo 30 anni nelle cooperativa e cosa ha impedito negli anni passati,ma soprattutto cosa impedisce adesso, prima che sia definitivamente troppo tardi di tentare di recuperare quelle risorse?
CORDIALMENTE
GIULIANO TUVERI

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