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sabato 23 gennaio 2010

SISTEMA TERMALE SARDO

L’apertura e l’avvio, nei primi anni 2000, dello stabilimento termale di Sardara, oltre alla legittima soddisfazione degli amministratori e di gran parte della popolazione sardarese ,suscitò aspettative e speranze anche negli altri comuni termali della Sardegna.

Il nostro paese assurse, in quel periodo, al ruolo di capofila da imitare e seguire. E infatti nell’ottobre - se non ricordo male- del 2002 il Sindaco di Santa Maria Coghinas, Giovanna Oggiano, chiese un incontro agli amministratori sardaresi. Da anni cercava di concludere, con la provincia di Sassari, un accordo che consentisse di dare inizio al completamento dello stabilimento di Casteldoria e quindi al suo successivo avvio. Scese a Sardara con la sua Giunta quasi al completo e, per una intera mattinata, posero infinite domande, chiesero informazioni, chiarimenti, consigli. La dottoressa Marinella Montis ebbe il suo bel daffare per soddisfare le insistenti richieste di spiegazioni e puntualizzazioni che riguardavano soprattutto le questioni procedurali e burocratiche che gli amministratori avevano seguito per l’assegnazione dello stabilimento al concessionario.
Personalmente ebbi un incontro anche con il Sindaco di Fordongianus Efisio Demartis e, successivamente, col funzionario capo del Comune di Tempio. Colloqui tesi alla preparazione di una linea comune da tenere nei confronti della Regione Sarda. Tutto andò per il verso giusto e nel gennaio del 2003, sotto la regia dell’allora assessore al turismo Roberto Frongia, gli amministratori dei cinque paesi termali della Sardegna –Sardara, Fordongianus, Santa Maria Coghinas, Tempio e Benetutti - si incontrarono una prima volta in Regione, poi a Fordongianus e infine il 30 gennaio a Sardara. Alla presenza dell’Assessore ( puntualissimo in tutte e tre le occasioni ), dei funzionari del suo assessorato e di quelli dell’Industria e dei Lavori Pubblici, si convenne di tenere una linea comune in modo da marciare in una direzione univoca in vista del futuro piano termale dell’Amministrazione regionale. I sindaci di Sardara e Fordongianus posero con forza una questione cruciale: il bene acqua deve essere nella piena disponibilità dell’ente nel cui territorio la risorsa si trova, cioè i Comuni. Era l’inizio di una lunga battaglia che giunse a felice conclusione quando, alle 10,20 del 29 aprile del 2002, la Giunta Cuccu ebbe la soddisfazione di vedere sgorgare, da quello che io ho sempre chiamato Pozzo Meraviglia, tanta di quell’acqua che può assicurare un futuro termale al nostro paese.
Una decina di giorni fa la stampa annunciava che la Regione Sarda e i cinque comuni termali della Sardegna "avevano assunto la decisione di giungere all’istituzione del Sistema Termale Sardo". "Speriamo sia la volta buona" mi sono detto. Confesso di essere rimasto piacevolmente sorpreso nell’apprendere che i nostri amministratori avessero aderito all’iniziativa, poiché più che continuare o concludere, in genere si sono distinti nel disfare ciò che le precedenti amministrazioni avevano messo in cantiere o realizzato.
Luigi Melis

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