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martedì 26 gennaio 2010

GLI ARCIERI DI SARDARA

Le due statuette bronzee di arcieri armati e vestiti all’orientale sono fra le più originali di tutto l’ambito della statuaria nuragica. Esse corredavano un singolo sepolcro, una tomba a fossa megalitica da ritenersi di un personaggio molto importante, principe o capo del vicino villaggio-santuario nuragico di S.Anastasia. Ritrovate agli inizi del secolo scorso durante lavori agricoli in località Sa costa, sono ora esposte nel museo archeologico nazionale di Cagliari.

Si presume risalenti all'IX – VIII secolo a.C. Quasi sicuramente prodotte in loco, dove un’area del villaggio-santuario era riservata all’attività metallurgica del bronzo (significativo il ritrovamento in sito di un bacile in bronzo contenente gli strumenti del fonditore e numerosi resti di fusione ).
Gli arcieri si presentano astanti e mostrano il profilo con la faccia e i piedi leggermente obliqui in avanti per rendere una visione di tutti i caratteri fisionomici. Pur essendo alti poco più di 15 cm. si leggono fino ai minimi particolari, dimostrazione di quanto fu alto il grado artistico e tecnologico raggiunto dai metallurgici nuragici.
Un soggetto tende l’arco impugnando con la mano sinistra l’asta dell’arco e con la destra la corda stirata mentre il viso mostra concentrazione nella mira nell’azione di scoccare la freccia. Appesa di traverso sul dorso è la faretra che appare saldamente legata al resto dell’armatura. Singolare è l’armatura usata per riparare il lato sinistro della testa, la parte più esposta e vulnerabile perché l’attenzione dell’arciere è tutta rivolta a destra nella mira dell’arco. Si tratta di un’ampia lastra metallica quadrangolare, dai margini in rilievo e tutta borchiata all’esterno per far slittare i colpi, che copre il capo dall’omero al cranio con un risvolto gettato dalla spalla sinistra al dorso.
Il collo è protetto da una doppia fascia di cuoio? Una calotta con orlo in rilievo protegge il capo.
L’altro soggetto tiene l’arco impugnato con il braccio sinistro teso in avanti e il braccio destro aderente al corpo in modo simbolico o forse pronto a tendere la corda per scoccare la freccia già inserita nell’arco. Entrambi si distinguono per la raffinatezza dell’abbigliamento , al petto indossano una piccola corazza decorata con incisioni a dente di lupo. Visibile solo dalla parte posteriore legata alla vita è un breve gonnellino che arriva sopra i polpacci , tra la corazza e il gonnellino si apprezza un tratto nudo della schiena marcato dal solco della colonna vertebrale. Sul davanti è indossato un ampio e lungo grembiule, stretto alla vita da una cintura borchiata in rilievo e, per tutta l’altezza fino agli stinchi, ornato in rilievo da una serie di bande verticali parallele decorate con lustrini che danno una particolare efficacia decorativa. E’ un tipo di grembiule orientale simile al caftan degli arcieri assiri, ciprioti e della veste dei guerrieri S R D N ( SCHERDEN) rappresentati nei bassorilievi egizi.
CONCLUSIONI:
Le statuine bronzee di arcieri di Sardara sono fra le più originali e artisticamente espressive e ricche di particolari. Notevolmente somiglianti alle raffigurazioni dei guerrieri Sherden o Shardana nei bassorilievi dei templi egizi che celebrarono le vittorie sui popoli del mare che a più riprese tentarono di invadere l’Egitto nel corso del secondo millennio a.C. I guerrieri Shardana parteciparono come mercenari alla battaglia di Qadesh che il faraone Ramses II (1290-1224 a.C.) combatte contro gli Ittiti e rappresentati anche come guardie del corpo del faraone.
Questi grandi guerrieri furono divinizzati come eroi dai discendenti, rappresentati e adorati nell’area sacra di S.Anastasia e quindi utilizzati nei corredi tombali dei personaggi più importanti.
Un approfondimento merita il nome che ha il centro di Sardara e il nome di questo popolo di guerrieri S^R D N (Sherden o Shardana).
Livio Melis

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