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martedì 22 marzo 2011

Resoconto dell'operato dell'Amministrazione comunale: riflessioni di una Sardarese delusa

Ho partecipato con grande curiosità all'incontro organizzato dal Sindaco Zucca sabato scorso al Cineteatro di Sardara. Ho partecipato perchè mi interessava ascoltare il resoconto delle attività sostenute negli ultimi cinque anni dall'attuale Giunta, ma soprattutto conoscere all'interno di quale prospettiva queste attività sono state realizzate e quali sono i risultati attesi per lo sviluppo del paese. Ne sono uscita molto delusa per vari motivi: la presenza di appena una 60ina di persone nella platea, intanto, fa intuire che tra i Sardaresi continui a permanere un senso di indifferenza nei confronti della vita politica e amministrativa del paese, in un momento in cui invece condivisione e partecipazione ad un progetto comune dovrebbero essere alla base. Aldilà dell'enumerazione delle opere pubbliche (rotatorie, depuratori, recinzioni, ecc.) che il Sindaco ha rivendicato è mancato, a mio avviso, un cappello progettuale in testa a tutte le attività svolte, permane la sensazione che ogni azione svolta sia stata slegata da un obiettivo, che per la realizzazione di tutte le attività si sia ragionato solo secondo l'ottica dell'urgenza e non anche degli obiettivi a medio e lungo termine, in sostanza che sia mancato da parte dell'amministrazione un coordinamento tra tutte le forze in campo presenti a Sardara. E' mancata persino una minima relazione di intenti tra gli esponenti dei vari assessorati (quelli presenti, perchè c'è da dire che un assessore era pure assente), quasi come se ogni Assessore avesse un proprio feudo autonomo e indipendente dagli altri da gestire e non facesse, piuttosto, parte di una squadra eletta per lavorare al raggiungimento dello stesso risultato, per raggiungere lo stesso traguardo. Questo non vuol dire che buona parte delle cose che sono state fatte non fossero necessarie al paese (penso all'asilo nido di via Trento e all'internet point, che sicuramente sono un servizio utile alla comunità sardarese, molto meno alla piscina che si vuole realizzare nell'area del parco giochi che rischia di diventare, questo si, un cappio al collo per il Comune, visto che numerosi paesi del circondario ne hanno già una in dotazione), ma credo che sia mancata proprio una strategia di base finalizzata al raggiungimento di determinati obiettivi, strategia e obiettivi che sono, evidentemente, mancati sin dal principio.
In sostanza l'impressione che mi ha lasciaro l'incontro di sabato scorso è che si sia persa l'ennesima buona occasione per questa Amministrazione di convincere i Sardaresi di avere avuto e di avere tuttora a cuore il bene di Sardara e non piuttosto (come ha esordito il Sindaco Zucca) soltanto di “avviare un nuovo percorso politico rispetto all'amministrazione precedente”, ho avuto la netta impressione che Sardara si sia fermata per cinque anni, e non solo per la crisi, ma piuttosto perchè, aldilà della realizzazione di varie opere pubbliche, nulla è stato fatto di concreto per le imprese, per la formazione e il lavoro dei giovani, per il turismo. Nessuna politica di sviluppo, né di crescita. E persino sulle Terme continua, a mio avviso, ad esserci una pericolosa miopia su quello che rappresentano per Sardara, nonostante lo stesso Assessore al Turismo abbia sottolineato come, all'indomani del fallimento totale dell'industria in Sardegna e nel Medio Campidano, l'unica strada per la sopravvivenza, prima ancora che per la crescita di Sardara, siano proprio le Terme e l'indotto ad esse legato.
Ma se le Terme e il turismo sono l'unica via di salvezza per Sardara, perchè ancora non si investe veramente su di esse? Perchè si ha tanta fretta di dare in appalto la struttura termale o addirittura di sbarazzarsene, di circoscrivere l'impegno dell'Amministrazione soltanto alla concessione dell'acqua termale o di terreni per la costruzione di nuove strutture alberghiere e non si cerca, piuttosto, di coordinare una piano di crescita sul termalismo che preveda non solo l'apertura dell'Hotel, ma anche l'ottimizzazione dell'area termale, la ristrutturazione dei caseggiati per l'ubicazione di aziende di servizi e commerciali perchè l'area termale sia un centro vivo tutto l'anno, la riattivazione del centro congressi e, soprattutto, un collegamento concreto con il paese fisico e economico, in modo che finalmente Sardara possa sentire che le Terme le appartengono? Perchè non coinvolgere i nostri giovani in percorsi di formazione e professionalizzazione per creare quelle professioni turistiche che ci sono sempre mancate e permetterne l'impiego all'interno delle strutture ricettive e di somministrazione e non solo, avviare anche la realizzazione di nuove aziende e imprese di servizi per potenziare l'indotto e creare nuovi posti di lavoro? E perchè continuare a vedere tutte le risorse turistiche di Sardara (le terme, il castello, l'archeologia) come a sé stanti e non integrate in un programma turistico integrato di fruizione del nostre paese?
Per il Sindaco, invece, le Terme sono solo quello che ha spaccato il paese in due.
Io penso che non siano gli Hotel a spaccare le cose, bensì l'arroganza di chi pensa di potersi sostituire e prendere le decisioni al posto dei cittadino senza la necessaria condivisione democratica con la cittadinanza.
E all'affermazione dell'Assessore Caddeo che, se dovesse essere rieletto, si impegnerà perchè il Comune di Sardara venda l'Hotel ex Eucalipti, perchè “il Comune non deve fare l'imprenditore” dico che occorrerebbe ricordare che nessuno chiede al Comune di fare l'imprenditore o il gestore di alberghi, ma certo gli si chiede la capacità di coordinare un progetto di sviluppo per Sardara che non riguardi solo le Terme, ma tutto il paese. Dico anche che l'Hotel è dei Sardaresi, non del Comune, non della Giunta, e che prendere una decisione così importante senza il coinvolgimento della popolazione in questi intenti è l'ennesima dimostrazione della volontà di sostituirsi alla popolazione senza condividere con essa dei passaggi che non possono essere saltati, atteggiamento che ha caratterizzato l'Amministrazione attuale, che troppo spesso non è stata capace di coindividere, di coinvolgere, di coordinare la crescita di Sardara. Mancanze che hanno provocato l'interruzione e il regresso del paese e che fanno pensare che chi non ha la reale capacità e volontà di mettersi al servizio della comunità e del bene del proprio paese, sempre per il bene della comunità e del proprio paese dovrebbe fare un passo indietro.
Roberta Atzori

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nel tuo articolo, Roberta c'è un chiaro dissenso agli ultimi cinque anni di amministrazione di centrodestra. Dissenso e delusione che serpeggiano in ampi strati della popolazione. In effetti è vero non c'è stato un filo conduttore a tutto quello che è stato realizzato. In più la maggior parte delle decisioni sono state prese in CONTRASTO a quanto e quanti si sono operati con la precedente amministrazione (nonostante gli attuali amministratori molto spesso si sono beati, anche pubblicamente, di quanto fatto dai loro predecessori). Inoltre nel tuo articolo si parla di PROGRAMMA CONDIVISO e COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI, ma io penso che nessun partito voglia una condivisione allargata alla popolazione, perchè ne verrebbe meno la loro prerogativa delle decisioni. Dimostrazione ne è stata che anche stavolta non sono saranno i cittadini a scegliere i candidati sindaci, nè nel centrodestra ma neanche nel centrosinistra a quanto mi risulta.
Daniele Tatti