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sabato 5 marzo 2011

IL RENDICONTO


Nell’ultimo bilancio recentemente approvato dai nostri amministratori (con voto contrario della minoranza) una posta destina la somma di 6.000 euro per la redazione di un rendiconto dei loro cinque anni di amministrazione.
Il rendiconto di fine mandato è una prassi consolidata e direi anche doverosa a cui tutte le amministrazioni si sottopongono. Ricordo di avervi concorso anch’io in tutte e cinque le amministrazioni in cui sono stato coinvolto. Ricordo anche che lo si pagava di tasca propria quotandoci personalmente fino alla copertura della spesa. Spesa che per il rendiconto dell’amministrazione Zucca sembra piuttosto esagerata: ammonta a ben 6.000 euro che però non sborsano gli amministratori ma gli amministrati, cioè tutti noi. Non è certamente una bella cosa. Mi meraviglia come gli amministratori che non condividono questo modo di agire, e in privato lo dichiarano apertamente, diano poi il loro voto favorevole in Consiglio comunale. Consiglio comunale che, basta avervi assistito anche poche volte, ha già tracciato le linee difensive di quanto non è riuscito a realizzare in questi cinque anni: la colpa del loro fallimento è da imputare totalmente alle precedenti amministrazioni che hanno sbagliato tutto e pregiudicato qualsiasi realizzazione alla povera giunta Zucca. Pregiudicato al punto tale che nel carniere si ritrovano la miseria di una rotonda, perché di quella d’accesso alla zona industriale è meglio non parlarne. Come pure non si parli della bitumatura della vecchia Via Nazionale. Il prossimo rendiconto, con tutta probabilità, sarà l’occasione per farsi la campagna elettorale per le imminenti amministrative a spese di noi sardaresi. Si comincerà dalla scelta infelice del sito su cui far sorgere lo stabilimento termale, delle manchevolezze nella realizzazione, dell’affidamento, anch’esso infelice, della gestione alla società "Millepini S.r.l." di Montegrotto Terme. Certamente non si parlerà dell’alzata d’ingegno dei zucchiani che ha portato alla sua chiusura. Stabilimento che per nove anni, con tutte le sue manchevolezze, ha dato lavoro ad oltre 20 dipendenti e fatto conoscere Sardara in tutta la Sardegna. Non parleranno certamente della trasparenza più volte invocata, né dei miracolosi insediamenti nella zona industriale e tanto meno dei posti di lavoro che " la giunta del fare" aveva promesso. Ricordate? Non parleranno dei soldi spesi per gli avvocati, ormai hanno un contenzioso aperto con tutti, né della mazzate che ne conseguiranno e che cadranno sulla testa dei prossimi amministratori. Parleranno di espropri non pagati in zona terme, ma non dei cinque miliardi delle vecchie lire lasciati a loro disposizione dalla precedente amministrazione, con i quali avrebbero potuto sistemare tutte queste pendenze e rinnovato lo stabilimento. Hanno preferito chiuderlo e ipotizzarne la vendita, come del resto hanno già fatto con il terreno che tutti gli anni ospitava il parcheggio per la festa di Santa Mariaquas. Voglio ricordare che tutte le amministrazioni devono farsi carico di situazioni che si sono determinate precedentemente; è una cosa naturale e di normale amministrazione da affrontare e risolvere senza gridare allo scandalo. Nei primi anni ottanta la prima amministrazione Caddeo pagò gli espropri dei terreni per il campo sportivo ed il parco pubblico, espropri iniziati dalla giunta che l’aveva preceduta. Senza clamore o scandalo, anzi completò quelle due opere. Aspettiamo il rendiconto, sono curioso di vedere come giustificheranno la cacciata del vicesindaco Marras e l’abbandono dell’assessore Serra, che volevano costringere anche alle dimissioni da consigliere per poterlo sostituire con qualcuno dei non eletti probabilmente più organico o accondiscendente agli ordini di scuderia. (Luigi Melis)

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