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venerdì 29 ottobre 2010

UN REGALO A PERRA UN DANNO AI SARDARESI

Il 18 ottobre la Giunta comunale ha deliberato, col voto di solo quattro componenti, di concedere a Vincenzo Perra, titolare della ditta COS.VI.P lo sfruttamento a titolo gratuito di tre litri al secondo di'acqua termale. Non si stabilisce la durata della concessione, che appare senza scadenza, e a carico del concessionario viene posto solo l'onere della manutenzione ordinaria e straordinaria del pozzo.
La COS.VI.P è un'impresa edile di Quartu S.Elena, che ha acquistato a 9 euro al mq alcuni terreni da privati e, allo stesso prezzo, ha successivamente ottenuto dal Comune ben 14.870 mq. adiacenti all'albergo comunale, con il 50 per cento della volumetria utilizzabile del comparto F7 del Piano Generale di Sviluppo Turistico, espropriato a suo tempo per realizzare lo stabile comunale.. Nel contratto di vendita è stata inclusa la clausola che consente di rivendere in qualsiasi momento, anche prima di costruire. Oggi Perra riceve in regalo lo sfruttamento dell'acqua realizzando in un battibaleno un bell'affare e ritrovandosi nelle condizioni di farlo fruttare con una classica speculazione immobiliare, rivendendo cioè terreni edificabili, volumetrie e diritti sull'acqua termale.
Le conseguenze per il paese non sono però altrettanto felici.
Innanzittutto l'albergo comunale viene privato di 14.870 mq, posti nella collinetta di fronte al parco dell'Idroterme, che originariamente erano inclusi come sua pertinenza.Un moderno albergo termale ha bisogno di padiglioni per le cure, di un'ampia zona verde, di parcheggi, di percorsi salute, di passeggiate, di impianti sportivi. L'area e la sua volumetria erano indispensabili per ampliare i posti letto, per costruire lo stabilimento per le cure e per aumentare i posti di lavoro. L'attuale giunta ha trovato in cassa ben 2.500.000 euro, che potevano essre tranquillamente utilizzati per questi ampliamenti oltre che per sistemare le carenze dell'edificio esistente. La vendita del terreno comunale quindi ha già creato un danno molto grave, maggiore di quello provocato con la chiusura dell'albergo, perchè ne pregiudica la riqualificazione e lo sviluppo e lo deprezza nel suo valore patrimoniale e commerciale.
In secondo luogo non si rifette a sufficienza sulle possibili conseguenze del concessione senza limiti temporali dello sfruttamento dell'acqua termale. Basti pensare che nel 1898 l'amministrazione comunale, sulla base delle leggi allora in vigore, diede in concessione lo sfruttamento delle sorgenti per un periodo massimo di 60 anni ad un'impresa con evidenti capacità tecniche, garantite dall'Asproni, un personaggio di livello nazionale esperto di problemi minerari, e con notevoli capacità economiche ed imprenditoriali, fornite dal Birocchi. Tra le condizioni contrattuali ci fu l'imposizione di un progetto di grande qualità predisposto da Gaetano Cima, l'architetto sardo più importante dell'epoca, e la cessione al patrimonio comunale degli edifici realizzati allo scadere della concessione. Oggi invece si lascia carta bianca nell'uso dell'acqua e non si valutano i rischi di possibili futuri contenziosi tra Comune, COS.VI.P e gestore dell'albergo comunale. Nell'affidare anche le manutenzioni ordinarie e straordinarie del pozzo comunale si possono creare incertezze su chi possa e debba avere in concreto il controllo dell'emungimento dell'acqua..
Infine appare stravagante la faciloneria con cui si procede. La materia delle concessioni minerarie e delle acque termominerali è regolata da una precisa normativa della Regione sarda, che ha competenza esclusiva in materia. La legge, tra le altre cose, impone che chi richiede la concessione dell' acqua termominerale debba presentare un progetto con i relativi elaborati grafici con annessa una relazione tecnico- finaziaria. Serve cioè, in via preliminare, un progetto dell'albergo termale e della strutture che utilizzeranno l'acqua (piscine, stabilimento per le cure...) unito alla presentazione del piano finanziario con le risorse necessarie per l'investimento. E' poi richiesta un'adeguata documentazione che provi la capacità tecnica ed economica per condurre l'impresa, attestata dallo stato del patrimonio della società e da regolari certificazioni delle banche, che dimostrino che si hanno disponibili i capitali sufficienti per realizzare l'investimento. Bisogna inoltre produrre la documentazione che dimostri la capacità tecnica per affrontare la costruzione e la gestione dell' albergo e degli impianti con la presenza nella compagine sociale di imprenditori già operanti nel settore, di medici specialistici nelle cure termali.... E' ancora richiesto un programma dei lavori indicante le attività da svolgere nel primo anno.
A Sardara rinunciando a tutto questo non solo non si seguono le disposizioni della legge, ma si rinuncia al proprio dovere di programmare e di guidare lo sviluppo. In più non ci si cura dei rischi e dei problemi che possono insorgere anche rispetto all'impresa che gestisce lo stabilimento privato dell'Idroterme, che può riceverne contracolpi pesanti. La COS.VI.P vuole attivare cure termali? Intende realizzare la fangoterapia, le cure idropiniche,quelle inalatorie, altre cure...? Si intendende promuovere una concorrenza selvaggia con lo stabilimento attuale oppure si intende coordinare le due attività facendo sistema, costituendo un polo termale integrato in cui ognuno abbia un suo spazio, una sua specializzazione,un suo segmento di mercato?
Ma il Comune può affidare a terzi la concessione dell'acqua? Può procedere a subconcederla dopo averla ottenuta dall'Assessorato Regionale all'Industria per far funzionare il proprio albergo termale? La legge regionale non lo prevede, anzi la mancata utilizzazione diretta della risorsa termale, purtroppo già avenuta con la chiusura dell'albergo, è causa di decadenza e di revoca della stessa concessione mineraria. Farebbe pertanto bene l'ingegnere del Comune a verificare la legittimità della subconcessione prima di assumere atti di impegno definitivi. Tutelerebbe se stesso, il Comune e gli stessi amministratori, che appaiono agire con una incredibile leggerezza.
r.c.

1 commento:

Anonimo ha detto...

vergognoso quello che potrebbe essere un fiore allo occhiello per il turismo.....e della miniere di....monreale ....declino .....svegliatevi o....si...emi...