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martedì 12 ottobre 2010

Terme: Un esempio da seguire.

Da circa 10 anni frequento Bagno di Romagna (FC), un piccolo centro termale di circa seimila abitanti dell’appennino Tosco-Romagnolo a circa 500 mt. S.l.m..
Nel centro termale le acque scaturiscono da due sorgenti: la prima dà acqua bicarbonato-alcalina-sulfurea ipertermale (45° C.) e viene utilizzata per bagni, fanghi e grotte, efficace nella cura di malattie vascolari, osteoarticolari e ginecologiche. La seconda è sulfurea fredda (12°C.) e viene usata per terapie inalatorie, nelle patologie respiratorie e otorinolaringoiatriche. Il complesso termale è attrezzato anche per terapie riabilitative ed estetiche. L’economia prevalente è legata al turismo termale. Nel suo territorio vi sono tre alberghi termali che dispongono di circa 700 posti letto che praticano tutte le cure termali dai fanghi alle inalatorie e riabilitative. Tutti convenzionati con S.S.N. INPS, INAIL e Ministero Difesa. Le strutture sono moderne o recentemente restaurate e adeguate, sono aperte tutto l’anno e offrono, oltre ai soggiorni per un ciclo di cure (fangoterapia e bagnoterapia) di due settimane, pacchetti di fine settimana per Beauty Farm, medicina estetica, massaggi, saune, fitness ecc.
Esiste inoltre una rete di alberghi da una a quattro stelle, pensioni, appartamenti e camere in affitto sparsi nel raggio di 10 km quasi tutti finalizzati ad ospitare persone che usufruiscono di prestazioni termali e annessi presso le suddette strutture termali. Come si nota l’offerta è vasta e diversificata, si trovano prezzi per tutte le tasche. In questi anni ho notato un costante miglioramento , sia delle strutture che dell’accoglienza. L’organizzazione e il lavoro in sinergia sono impeccabili. Il tempo libero è occupato da una serie di eventi che offrono piacevoli svaghi ai soggiornanti: Serate danzanti, mostre d’arte, conferenze, concerti, cinema, escursioni in montagna, fiere, sagre ecc., alcune gratuite, altre a pagamento. Esistono anche diversi percorsi pedonali nelle colline circostanti attrezzati per esercizi ginnici e un percorso degli gnomi per i più piccoli. L’area delle terme è collegata alla frazione di S.Piero in Bagno sede municipale con una pista ciclabile e pedonale di circa due km. Il piccolo centro dove sussistono gli alberghi termali è ben curato e pulito. L’organizzazione commerciale è quella tradizionale dei piccoli negozi a conduzione familiare, nessun super o ipermercato. Il mercatino rionale si svolge due volte a settimana.
Il Comune è Bandiera Arancione del T.C. Attualmente non ho dati da confrontare sull’occupazione ma ritengo che sia molto alta, soprattutto nelle attività termali e nell’indotto.
Detto questo mi chiedo: Sardara ha l’acqua termale e un’albergo che pratica le cure termali; tre alberghi (uno purtroppo chiuso), case da affittare che dovrebbero ospitare le persone che non trovano posto nell’albergo termale; il centro storico; l’ambiente; i beni culturali; la Bandiera Arancione . Le basi ci sono tutte, ma lo sviluppo è ancora lontano. Cosa si dovrebbe fare per avvicinare Sardara a Bagno di Romagna? Anzitutto migliorare, ampliare e diversificare l’offerta relativa alle cure e al benessere; curare l’accoglienza mettendo a disposizione del soggiornante più servizi : Trasporti e collegamenti tra Sardara il centro termale e le strutture sanitarie (piste ciclabili e pedonali, servizi automobilistici ecc); fruizione di ambiente, natura e beni culturali con itinerari consigliati finalizzati alla scoperta del territorio; percorsi vita; eventi di arte, cultura, sport, gastronomia, congressi, fiere ecc. Più informazione: Dove dormire, dove mangiare, dove fare shopping, mappe del territorio comunale e circostante con più indicazioni stradali e turistiche.
Per fare tutto questo cosa ci vuole? Anzitutto la consapevolezza delle enormi opportunità di sviluppo economico che offrono le terme (bisogna crederci!!). Coinvolgimento della Provincia e della Regione (in Emilia Romagna le terme sono sponsorizzate e pubblicizzate da Regione e province).
Livio MELIS

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bagni di Romagna rappresenta quello che dovrebbe essere un sistema termale integrato. In questo caso su piccola scala (l'area è circoscritta ed il paese è piccolo con una fortissima coesione sociale). In Sardegna sarebbe possibile la creazione di un sistema termale integrato su due livelli:
- locale
- regionale

Locale: tutto quello che dice l'articolo identifica come una località piccola dovrebbe organizzarsi se intende diventare un luogo ameno per chi passa parecchi giorni; tipicamente la settimana termale. Il comune dovrebbe avere la "visione" di quello che dovrebbe essere il paese pensando a come rendere il tempo gradevole ai villeggianti ed utile per la comunità. Non mi pare che ci siano comuni "termali" in Sardegna che facciano questo.. probabilmente perché non gliene importa niente oltre alla sostanziale "incompetenza" degli amministratori.

Regionale: costruire un sistema termale regionale significa, in Sardegna, mettere d'accordo 3 realtà (4 se si considera anche Casteldoria): Sardara, Fordongianus e Benetutti. Se si riesce a tenere fuori lapolitica da questo si potrebbe organizzare un tavolo per determinare delle politiche comuni di:

- tariffazione
- qualità del servizio
- promozione

Questo, però, non si fa perché la preoccupazione "a priori" concerne la distribuzione di poltrone e fondi.

Una strada forse percorribile sarebbe la "privatizzazione" di questo processo, magari tramite un apposito consorzio che potrebbe richiedere alla regione ed all'ENIT (Ente nazionale di promozione turistica) di dedicare spazi specifici nell'ambito delle attività istituzionali (tra cui: siti internet, partecipazione a fiere, promozione del Termalismo Sardegna come un unico prodotto, ecc...).

Infine andrebbe presa una decisione strategica: esistono un gran numero di strutture ricettive in Sardegna che si fregiano della parola SPA (Salus Per Aquam) senza avere fonti termali o un serio centro di talasso-terapia. Sarebbero capaci le provincie di far rispettare questo particolare tipo di denominazione? Personalmente non lo credo...

Considerazione finale: La Sardegna non è l'Emilia Romagna ed il termalismo sardo è un "piccolo" fenomeno; forse si potrebbe partire da questo per costruire un modello di sviluppo da poter poi riproporre in scala maggiore su altri settori turistici. E' un utopia? Forse, ma sarebbe interessante vedere quali saranno le proposte specifiche del PD in tal senso alle prossime elezioni amministrative a Sardara..