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venerdì 8 ottobre 2010

P R I M A V E R A 2 0 1 1

La prossima primavera saremo chiamati alle urne per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Per una comunità democratica è questo un momento di grande responsabilità. Si tratta di scegliere chi nei prossimi cinque anni dovrà guidare l’azione amministrativa che inciderà sulla vita di ciascuno di noi. Ecco perché io lo reputo un momento solenne a cui tutti hanno il dovere di partecipare. Il paese di Sardara ha alle spalle cinque anni non molto felici e produttivi. Il nostro comune si trova in serie difficoltà. L’attenzione verso i più bisognosi ha segnato il passo: diciamo pure che si è tornati indietro. Il disagio sociale si è acuito; alcune situazioni difficili non hanno trovato soluzioni o risposta. I cantieri di lavoro, che storicamente hanno sempre dato una boccata di ossigeno ai purtroppo tanti disoccupati, hanno visto una riduzione drastica del budget a loro assegnato: dai 140.000 euro si è passati a soli 20.000. L’idrovora della sciagurata avventura termale sta succhiando quasi tutte le disponibilità finanziarie. Il disavanzo amministrativo, leggi debito, viaggia verso il milione di euro ( se non lo ha già superato). Lo stabilimento termale è sempre chiuso e chissà quando entrerà nuovamente in funzione. L’elenco potrebbe essere ben più nutrito, mi limito a queste tre osservazioni che danno il quadro della situazione che l’amministrazione Zucca ha determinato con il suo infelice operare. Il compito della prossima giunta sarà arduo, difficile; dovrà farsi carico dei guasti prodotti da chi li ha preceduti. Il tempo incalza, siamo già ad ottobre. Le forze progressiste, che hanno il dovere di arginare questa deriva, devono incominciare a mettere dei punti fermi. Occorre innanzitutto che si pronuncino su alcuni punti cardine non genericamente ma possibilmente nel dettaglio. Il centro storico deve essere di qualità o a maglie larghe dove si deroga sulle tipologie costruttive, sui materiali ( vedi infissi in PVC e altro), sulle demolizioni totali e via di seguito. Il termalismo deve svilupparsi su di un progetto complessivo studiato nei minimi dettagli che guardi lontano, o ci limitiamo ad interventi episodici, estemporanei e scollegati tra loro? Insomma tutto è buono purchè qualcosa accada? L’agricoltura è insieme al termalismo una delle opportunità di sviluppo del nostro paese. Ci limitiamo ad inghiaiare strade, costruire qualche cavalca fosso, fare fasce parafuoco, o vogliamo coinvolgere i pochi giovani rimasti nei campi in un’opera di trasformazione profonda sia nelle colture che nel riordino fondiario? La vita culturale del paese si deve accontentare di sagre e sagrette o dobbiamo pretendere di meglio? Che rapporti dobbiamo tenere con la stampa, con questa stampa? Siamo d’accordo nel sostenere che ha contribuito a determinare il clima guasto, mal’aria, che si respira in paese? Su questa cose sarebbe bene sentire il parere di tutti perché, secondo me, ciò è propedeutico a qualsiasi altro passo. E’ importante perché dopo tutto quello che è successo ( defenestrazione del vicesindaco, la costituzione di un secondo gruppo consigliare in seno alla maggioranza, le manovre poco chiare nell’affare termale, diffide reciproche tra avvocati del comune e quelli del concessionario) si è sentita purtroppo solo la voce del PD. Chiarite queste cose si possono affrontare i passi successivi che presentano non poche difficoltà. Trovo estremamente disagevole formulare un’ipotesi, prospettare una soluzione per la formazione di uno schieramento in grado di presentarsi di fronte agli elettori e vincere le prossime elezioni. Il risultato elettorale più recente è quello delle provinciali. Che però sono delle consultazioni del tutto differenti delle comunali: nelle prime i voti sono personali, dati esclusivamente al candidato per varie motivazioni e ragioni. Nelle seconde invece fa premio la lista: vince quella meglio attrezzata e credibile. La nuova legge elettorale prevede una diminuzione sia dei consiglieri che degli assessori. Anche volendo sarà impossibile far entrare in giunta tutti gli schieramenti essendo essi più dei posti disponibili. In una situazione del genere, dove per forza di cose l’esponente chiamato alla guida dell’amministrazione non avrà non dico la maggioranza ma nemmeno un assessore del suo partito, sarà difficile trovare un coraggioso disposto a capeggiare una compagine così eterogenea e insicura. E’ bene tenere a mente che non solo dobbiamo vincere ma anche governare. Un altro grosso problema lo pongono il rinnovamento e le eventuali riconferme di esponenti più navigati. Gli umori del paese lo impongono: occorrono facce nuove, bisogna tenere nel giusto conto le forze fresche dei giovani. Giusto. Giustissimo. Dicevo all’inizio delle estreme difficoltà in cui versa il Comune. Ci sarà da affrontare grossi problemi, situazioni ingarbugliate anche dal punto di vista giuridico. Non saranno lavori di ricucitura e rammendo che i nuovi amministratori dovranno affrontare, Ci sarà da rimuovere macerie e iniziare un’opera di difficile ricostruzione. Ci aspettano giorni in cui saranno necessari dedizione, competenza, provata passione, tempo a disposizione. Un compito di tale portata può essere affidato solo a forze nuove per brave e motivate che siano? E’ giusto e utile mandarli allo sbaraglio senza un qualche paracadute? A me pare sia utile un giusto mix di esperienza e conoscenza della complicata macchina amministrativa e l’entusiasmo e la carica dei giovani che avranno modo di formarsi a fianco di protagonisti più esperti. Chi vuol pensar male faccia pure, tanto per me è un problema già risolto: non mi riguarda ! Come si vede la situazione è complessa e di difficile composizione. Ciò nonostante occorre farsene carico. Bisognerà vincere egoismi e resistenze, superare calcoli personali e di parte, pensare in grande con senso di responsabilità e civismo. Noi non possiamo fallire. Sardara ha già perso cinque anni e non sarebbe giusto perderne altri cinque perché le forze maggioritarie del paese non sono riuscite a mettersi d’accordo, scordandosi il bene collettivo. Sono convinto che ciò non accadrà. Prevarrà il senso di responsabilità teso al conseguimento di un progresso duraturo per il nostro paese. Ho memoria delle amministrazioni di ben sette sindaci ( ahimè come passa il tempo ) e i sardaresi di una certa età sanno chi ha fatto poco e chi ha fatto tanto. Ma tutti, nessuno escluso, hanno realizzato qualcosa per cui meritano di essere ricordati. Per quanti sforzi faccia non riesco a individuare una realizzazione dell’attuale amministrazione degna di memoria. Tantissime sono invece le negatività che le si possono attribuire. In primo luogo, imperdonabile, la chiusura dello stabilimento termale. A seguire la svendita del patrimonio pubblico, il ridimensionamento dei servizi sociali, l’inattività della consulta giovanile, la paralisi dopo tanti proclami della zona artigianale, la chiusura della scuola di Via Manzoni e della materna di Viale dei platani accorpate a quelle di Via Campania col bel risultato di aver saturato i locali pregiudicando per sempre il tempo pieno che Collinas e Villanovaforru hanno ormai definitivamente, i pessimi rapporti – almeno fino a poco tempo fa – con la proloco, il disinteresse totale nei confronti del museo archeologico che in cinque anni non ha visto il benché minimo cambiamento dal punto di vista espositivo e non solo. Potrei continuare ancora a lungo tante sono le inadempienze di questa sciagurata amministrazione. Penso non sia proprio il caso di lasciare il paese in mano a questi protagonisti che in cinque anni hanno dato una miseranda prova delle loro capacità amministrative.
Luigi Melis

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