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mercoledì 20 ottobre 2010

Ecco cosa rimane delle “Nuove Iniziative”

Siamo ormai al termine della legislatura. E’ arrivato quindi il momento di fare alcune considerazioni sull’operato di questa amministrazione.
Una legislatura ricca di attese e di aspettative. Soprattutto per due ordini di motivi: i protagonisti e un nuovo modo di amministrare. Una lista guidata da un Sindaco che per dieci anni è stato consigliere di minoranza, una lista che doveva rappresentare quella cultura politica che ha coniato lo slogan del “governo del fare”.
Un programma elettorale all’insegna della trasparenza, della legalità, della rottura rispetto al passato delle sinistre, delle nuove iniziative capaci di ridare slancio al paese definito…morto!
A loro l’oneroso compito di ridargli vita.

Invece, sin dall’inizio ho avuto l’impressione che la maggioranza abbia cercato di sopperire alla mancanza di una progettualità complessiva, effettuando scelte contingenti, non coordinate e che talvolta avvenivano su impulso esterno.
Ci si è rimessi alle istanze provenienti dai privati, oppure alla possibilità di partecipare a qualche bando per ottenere un finanziamento. Non mi sembra che ci sia stata una programmazione a monte, individuando obiettivi, priorità e risorse, quanto piuttosto l’idea che fosse sufficiente allargare le maglie per far insediare le “nuove iniziative”. La valutazione delle stesse iniziative doveva rappresentare solo l’iter conclusivo del percorso. Una sorta di “lasciamo fare”, di carta libera, poi si vedrà…

Una concezione e un’impostazione dello sviluppo del paese fondata su una costante: l’utilizzo improprio del territorio e del patrimonio comunale.
Costruire, vendere, acquisire, tutta l’azione amministrativa è stata improntata da questa frenesia che ricorda più un’agenzia immobiliare che un Ente Locale.
Non mi dilungo oltre, voglio portare all’attenzione dei lettori il cosa rimane dopo quasi cinque anni. Ecco una sintesi delle “nuove iniziative”.

Rimane un PIP (la zona artigianale) in buona parte infrastrutturato ma con poche imprese, mentre nelle assemblee pubbliche il Sindaco ostentava decine e decine di imprenditori pronti a investire non appena fosse cambiata la Giunta. Invece, buona parte delle imprese oggi insediate avevano già presentato domanda nella passata legislatura.
Rimane fortunatamente solo il progetto di un parco eolico bloccato dalle inchieste che hanno visto coinvolto il Governatore della Sardegna, i vertici della PDL e noti faccendieri. In quel momento il vento ha smesso di soffiare anche in paese.
La bocciatura da parte della Regione e della Provincia ha poi sventato il tentativo di edificare la fascia lungo la strada provinciale per le Terme. Nelle carte della variante al piano urbanistico comunale si parlava impropriamente, ma volutamente, di “albergo diffuso”, tipologia di struttura ricettiva che secondo la definizione normativa può essere edificata solo nei centri abitati. E’ stata così evitata una striscia costituita da bungalows e villette.
Rimane, per ora, la vendita di un terreno comunale in prossimità della struttura alberghiera, precedentemente espropriato per fini di interesse generale, che costituisce l’ultimo colpa di coda rispetto all’idea iniziale della “cittadella termale”. Vendita che prevede la possibilità di rivendere.
Peccato che in questo modo l’Ente Locale abdica completamente al suo ruolo di programmazione urbanistica e di sviluppo per rimettersi completamente agli interessi, seppur legittimi, di singoli privati. Mi sembra così banale ribadire che l’interesse collettivo non necessariamente coincide con l’interesse di un privato, giova comunque ricordarlo.
Abbiamo venduto un terreno ma abbiamo “acquisito” alcuni chilometri della SS 131: un vero affare. D’ora in poi le manutenzioni ordinarie e straordinarie saranno a carico del bilancio comunale! Per non parlare dello smaltimento dei rifiuti speciali connessi.
Nel centro abitato, sono riusciti nell’impresa di ampliare il perimetro (il centro matrice) disciplinato dalle norme del centro storico, e tuttavia queste norme sono di fatto disapplicate ovunque. “Ciascuno è padrone in casa propria”, recitava uno slogan del presidente.
E per finire la chicca che riguarda le Terme. Problemi con tutti: vecchi e nuovi gestori. Non andava bene il vecchio gestore: è un furbacchione che “prende” risorse comunali. Un prenditore insomma. All’insegna del “ci pensiamo noi”, ghe pensi mì, ecco un nuovo imprenditore e un bel cantiere abusivo in una proprietà comunale. Zero progetti, zero autorizzazioni, zero piani di sicurezza. In compenso tanto lavoro irregolare e “stecche” alle imprese.
Risultato: struttura chiusa, lavoratori a casa, fornitori da pagare e un possibile contenzioso con il nuovo gestore. Nell’insieme questa operazione costerà alla collettività di Sardara la stessa cifra (un milione di euro) spesa nella legislatura precedente.

Tanto tuonò che…piovve!

Peppe Garau
Gruppo consiliare del Partito Democratico per Sardara

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