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lunedì 2 agosto 2010

DENUGHES CHIEDE RISARCIMENTI

Dal 14 luglio 2009, ancor prima cioè di firmare il contratto di gestione, Denughes si è istallato nell'albergo comunale e per lunghi mesi ha fatto acquisti, ha assunto personale, ha ordinato l'esecuzione di lavori. La giunta comunale ha avvallato tutto. Dopo circa un anno, invece di farsi carico delle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuate, come prevede il contratto, con una comunicazione inviata in Comune il 5 maggio presenta il conto e chiede di “conoscere i tempi e i modi in cui codesta Amministrazione Comunale ristorerà alla Scrivente tutte le spese dovute e debende, anticipate per Vostro conto al fine di ristrutturare la vostra struttura alberghiero termale”.
Nella comunicazione afferma quindi d'aver operato non in proprio, ma per conto del Comune ed elenca i soggetti che hanno lavorato o fornito materiale nel corso dell’ultimo anno facendo luce su quanto accaduto, sulle forzature e sulle irregolarità compiute dal Gestore e dall’Amministrazione. A partire dallo scorso 14 luglio c 'è stato un continuo via vai di imprese e di lavoratori, che hanno operato senza che nessuno avesse approvato o presentato alcun progetto e senza alcuna autorizzazione edilizia, previdenziale in pratica in un cantiere abusivo in una proprietà comunale.
Denughes chiede il rimborso di 70.000 euro per fornitura di parquet, lavori sull’impianto elettrico, manutenzioni esterne, lavorazioni e materiali per la piscina. L’elenco è ricco di sorprese. Il gestore tra l'altro richiede al Comune di ristorare anche le spese per la pulizia in occasione della visita dei sindaci del Consorzio Termale Sardo con la modica cifra di 3.480 euro; il servizio di guardiania per ben 32.400 euro; incarichi professionali per oltre 18.000 euro.
Durante lo stesso periodo il Comune ha fatto eseguire lavori ed interventi gestiti dall'Ufficio Tecnico per cui non si capisce quale serie incredibile di pasticci siano stati combinati, quale allegra confusione sia stata organizzata. Né si capisce se i 40.000 euro che l'ex vicesindaco si è offerto di pagare personalmente siano una parte di questi 70.000, né si può pensare che le spese per pagare i custodi, per le pulizia dei locali o per i professionisti siano state decise dal vicesindaco e dal gestore all'insaputa di tutti gli altri amministratori.
L'incredibile telenovela pian piano si sta chiarendo, ma non appare prossima alla conclusione né sembra avere una fine l'elenco dei danni recati al paese. La richiesta del gestore sembra preludere ad un nuovo contenzioso, con spese legali che va dritto dritto in tribunale. Gli è stato consentito di non attivare il contratto di gestione, che gli addossa i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, ed ora sostiene che i lavori sono stati di ristrutturazione e che quindi devono essere pagati dal Comune. Di questo passo non è escluso che chieda persino d'essere risarcito per aver svolto per un anno una sorta di incarico “fiduciario” per conto degli amministratori. E all'interno degli uffici comunali sorgono delicate questioni sulle responsabilità patrimoniali e sull'obbligo dei dirigenti di segnalare tutto alla Corte dei Conti.
Comunque si consideri la vicenda appare chiaro un fatto, gli amministratori non sembrano in grado di sbrogliare una matassa che si aggroviglia ogni giorno di più. Servirebbe un atto di responsabilità e di rispetto per il paese. Le dimissioni del sindaco consentirebbero l'arrivo di un commissario che , senza attendere la nuova amministrazione, possa lavorare da subito per impedire ulteriori danni al Comune e agli stessi amministratori, per tornare alla legalità, per risolvere progressivamente i problemi. Altri nove o dieci mesi con una giunta divisa in due, litigiosa e ormai in stato confusionale non farebbero altro che peggiorare le cose sotto tutti i punti di vista, amministrativo, finanziario, morale, di aggravamento della sfiducia della popolazione.
g.g.

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