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giovedì 12 agosto 2010

SARDARA SARA' AMMINISTRATA DAL SINDACO DI SAN GAVINO?

Pubblichiamo un articolo del Sole 24 ore che chiede chiarimenti sulla recente legge che impone ai comuni sotto i 5000 abitanti, come il nostro, di gestire gran parte dei loro servizi in modo associato.
La nuova legge rappresenta infatti una novità di grande rilievo, che porterà grandi cambiamenti. I piccoli comuni sono chiamati ad unire le forze o, se si vuole, ad accorparsi, come è stato fatto per le scuole.
La decisione di scegliere i comuni da associare è stata demandata alla Regione, che dovrà tener conto delle preferenze delle popolazioni interessate. Per i sardaresi si è già espressa l'Amministrazione comunale, che ha già deliberato di costituite un'associazione con Serramanna, Serrenti, Samassi, San Gavino, Pabillonis e Sardara. La sede di questa associazione è stata già scelta: San Gavino. Il sindaco di San Gavino avrà quindi la responsabilità di gestite una gran quantità di questioni che interessano la nostra vita. I sardaresi eleggeranno il loro sindaco, ma a comandare sarà il sindaco di San Gavino? Come si vede c'è molto da chiarire e da discutere.
“E' chiara la volontà di obbligare i piccoli comuni a gestire in forma associata gran parte elle proprie funzioni, ma la concreta individuazione di quello che tali enti dovranno mettere insieme non lo è. L'articolo 28 della manovra individua le materie da gestire in forma associata in quelle che la legge sul federalismo fiscale considera fondamentali, anche se in via provvisoria, cioè fino alla loro definitiva individuazione da parte del Codice delle autonomie . Si tratta “ delle funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nelle misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall'ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge; funzioni di polizia locale; funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché l'edilizia scolastica; funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti; funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell'ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e i piani di edilizia nonché per il servizio pubblico integrato; funzioni del settore sociale”.
La formulazione utilizzata solleva numerosi problemi applicativi: le difficoltà si manifestano in primo luogo nella esatta individuazione delle “funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura complessiva del 70 per cento delle spese. La disposizione sembra includere tutti i compiti relativi all'ordinario funzionamento dei comuni, quali la contabilità, i tributi, la gestione delle risorse umane, provveditorato, l'economato, i servizi informatici. Sembra inoltre includere tutti i compiti di amministrazione, quindi il complesso delle funzioni anagrafiche, il commercio, lo sportelli unico per le attività produttive. Ma si pone la soglia da considerare come minima, del 70 per cento delle spese. Per cui la scelta di cosa gestire in forma associata e di cosa continuare a gestire in forma singola dovrà rapportarsi al volume di spesa. Il che significa, ad esempio, che la gestione del personale non potrà che avvenire in forma associata nella stragrande maggioranza dei piccoli comuni, visto che generalmente essa copre una percentuale superiore al 30 per cento del totale delle spese. Al riguardo si deve chiarire se esse si debbono intendere unicamente quelle correnti, come sembra, o si devono includere anche gli investimenti. Analoghi problemi, anche se in misura ridotta, si pongono per le altre materie, in particolare per la gestione del territorio e dell'ambiente. Da tale ambito sono esclusi, oltre alla edilizia residenziale pubblica e locale e al servizio idrico integrato, i piani per l'edilizia. Si deve capire se tale formulazione consente o meno di escludere dalla gestione associata la funzione di pianificazione urbanistica, quindi l'adozione dei piani urbanistici, delle lottizzazioni e delle convenzioni edilizie”.
Come si vede la nuove legge impone al nostro paese una vera e propria rivoluzione. E' in gioco la stessa autonomia del nostro comune e la stessa capacità dei sardaresi di decidere per se stessi. Bisogna approfondire tutte le implicazioni di questi cambiamenti alla luce anche della decisione, già assunta, di associarci agli altri comuni, con San Gavino in testa. Bisogna anche farlo in tempo utile, prima che altri decidano per noi. Allo stato delle cose per la Regione, che dovrà decidere, noi con la formazione dell'associazione con San Gavino, Serramanna, abbiamo già espresso una scelta inequivocabile. La popolazione però non lo sa a ancora. E cambiamenti così importanti non possono essere introdotti alla chetichella.

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