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martedì 21 dicembre 2010

Fare rete come strumento di sviluppo locale

L'ultimo rapporto di Unioncamere sulla competitività delle regioni e delle province mostra un tessuto produttivo in Sardegna preoccupante: un contributo al Pil in calo, la disoccupazione oltre il 12%, l'indice delle infrastrutture tra gli ultimi in Italia. Poche le imprese che producono abbastanza per esportare o commercializzare attraverso la grande distribuzione organizzata.
Le imprese agricole, commerciali e artigianali, vero motore dell'economia regionale, hanno enormi potenzialità di crescita, ma necessitano di un forte supporto per l'avvio e il superamento della fase di start-up.
Il settore turistico è caratterizzato da imprese per la maggior parte delle quali la destagionalizzazione e la definizione di un’offerta per una fruizione del territorio a 360° appaiono l’unica possibilità di sopravvivenza.
Oltre alle scarse infrastrutture e all'insularità, la nostra ben radicata cultura dell'individualismo ha fortemente pregiudicato le interazioni imprenditoriali, così come la creazione di un capitale di competenze intersettoriali da mettere a disposizione per il decollo dell'economia regionale.
“Fare rete”” tra professionisti e imprenditori, in un contesto territoriale ad alta disgregazione come quello sardo, migliora le relazioni tra sistemi di imprese e filiere e contribuisce allo sviluppo del territorio.
“Fare rete” attiva un circolo virtuoso dove l'interazione tra tutti gli attori economici, se costante, crea opportunità a più livelli:
- crescita professionale e imprenditoriale
- miglioramento dello spirito di collaborazione
- abbattimento delle diffidenze, dello spirito individualista e dei pregiudizi culturali
Fare rete richiede forte impegno e convinzione alla base, perchè non si può applicare rigidamente su un territorio un modello per cui non si sono precedentemente creati i presupposti di attecchimento.
E' quindi fondamentale l'avvio di un processo di riflessione, condivisione, partecipazione in grado di coinvolgere e sensibilizzare gli imprenditori, i rappresentanti delle varie categorie produttive, gli istituti formativi, le istituzioni.
Fare rete deve diventare strumento di visibilità, di approfondimento, di confronto per le imprese, deve far parte di una strategia per migliorare la conoscenza del territorio, sensibilizzare sull’importanza di utilizzare e rivendere prodotti locali, facilitare l'attivazione di un network collaborativo in grado di oltrepassare il commercio tradizionale nel rispetto delle produzioni locali.
“Fare rete” significa analizzare problematiche da punti di vista differenti, razionalizzarle e riportarle alle istituzioni, responsabili ultime della creazione dei presupposti per lo sviluppo del territorio.
Le istituzioni e la politica non possono stare a guardare, ma attivare e guidare processi di partecipazione che comprendano tutto il sistema economico e sociale e confluiscano in un progetto che generi fiducia tra i vari attori dello sviluppo e, di conseguenza, economia.
Questo non può avvenire se non sostenendo soprattutto le fasce imprenditoriali più deboli: le imprese femminili e quelle in fase di start-up, perchè sono loro la risposta concreta alla crisi che attanaglia l’economia e rappresentano un insostituibile contributo alla crescita della Sardegna.
Obiettivi economici, quindi, ma anche sociali.
Denominatori comuni:
- la presa di coscienza di sé della nostra imprenditoria sarda
- la voglia di collaborare ad un progetto ampio e condiviso di affrancamento, di riscatto, di crescita collettiva
Nella ferma convinzione che l'unione faccia davvero la forza.
Roberta Atzori

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