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mercoledì 1 agosto 2012

Cittadinanza attraverso lo Ius Soli : una questione di civiltà

Nel corso della seduta del Consiglio Comunale di lunedì 9 luglio il gruppo di maggioranza Sardara Cambia ha proposto la votazione, approvata con la non partecipazione al voto di due consiglieri del gruppo di minoranza “Nuove Iniziative”, di una delibera di sostegno alla campagna nazionale “CHI NASCE E CRESCE IN ITALIA È ITALIANO", una battaglia di civiltà portata avanti nell'ultimo anno con grande determinazione dalla maggior parte del mondo associazionistico, oltre che dal Partito Democratico, attraverso sit in, raccolte firme, incontri, mobilitazioni per la modifica della legge attualmente in vigore, la n.91 del 1992, per la quale non sono cittadini italiani i nati in Italia da genitori di origine straniera, così come non lo sono i ragazzi e le ragazze che vivono, crescono e studiano nel nostro paese ma hanno genitori privi della cittadinanza italiana. Inoltre, pur contribuendo all'economia nazionale lavorando e acquistando nel nostro Paese, agli stranieri regolarmente presenti in Italia da anni, è preclusa la possibilità di partecipare alle elezioni delle amministrazioni che governano le comunità in cui vivono. E questo nonostante l'articolo 3 della Costituzione Italiana stabilisca il principio della pari dignità sociale e dell'uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Sulla base della legge n.91 del 1992 l’acquisto della cittadinanza italiana avviene per trasmissione dai genitori (ius sanguinis) e nessun riconoscimento è invece presente, a differenza di altri Paesi come U.S.A. o Canada, alla facoltà di acquisto basata sulla nascita o l’integrazione scolastica e sociale, possibilità incentrate invece sullo ius soli e sullo ius domicili. Le due proposte di legge di iniziativa popolare presentate dalla campagna “CHI NASCE E CRESCE IN ITALIA È ITALIANO" si propongono di sanare queste palesi ingiustizie, introducendo da un lato il principio dello Ius Soli, cioè il diritto alla cittadinanza sulla base del luogo in cui si vive; dall'altro il riconoscimento del diritto di voto attivo e passivo alle amministrative per chi risiede in un determinata comunità da almeno 5 anni. La proposta di legge propone sostanziali modifiche per chi nasce in Italia da genitori stranieri, per i minori nati altrove e arrivati al seguito dei genitori, per chi intende diventare italiano da adulto. Viene inoltre proposta la competenza dei Sindaci nella procedura di attribuzione della cittadinanza, avvicinando così l'ambito delle decisioni alle persone e alle comunità coinvolte. Infine, la proposta di legge riduce al minimo la possibilità di discrezionalità sulla decisione definitiva, che deve basarsi su presupposti certi e verificabili. La proposta di legge prevede che chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente da un anno sia italiano. Per i nativi si introduce dunque lo ius soli, che vale anche nel caso di figli di genitori nati in Italia, a prescindere dalla loro condizione giuridica. La campagna propone che valga il principio dello Ius Soli anche per minori non nativi che frequentano la scuola. Prevede infatti che bambini, nati in Italia da genitori privi di titolo di soggiorno, o entrati in Italia entro il 10° anno di età, che vi abbiano soggiornato legalmente, possano diventare italiani con la maggiore età se ne fanno richiesta entro due anni. Inoltre, su richiesta dei genitori, diventano cittadini italiani i minori che hanno frequentato un corso di istruzione. La domanda, infine, può essere presentata anche da uno straniero legalmente soggiornante da 5 anni (e non più da 10). Sul diritto all'elettorato attivo e passivo alle amministrative, la campagna ha deciso di adottare il testo che l'Anci ha elaborato nel 2005. La proposta dà attuazione a un principio contenuto nella Convenzione di Strasburgo del 1992 sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica, che il nostro Paese non ha ratificato per la parte che riguarda proprio il diritto di voto. Unico vincolo per l'esercizio di questo diritto è che lo straniero sia regolarmente soggiornante in Italia da almeno 5 anni. Tutto questo potrebbe sembrare una cosa lontana per Sardara, ma in realtà non lo è. Da circa un anno, infatti, anche la nostra piccola comunità accoglie Donne e Uomini provenienti da Nigeria e Ghana, i quali hanno dato alla luce 8 bambini, 4 dei quali risiedono ancora a Sardara. L'ingiustizia sancita dalla legge attuale sulla cittadinanza è quindi tutti i giorni anche sotto i nostri occhi, e lo sarà sempre di più, se questi Uomini, Donne e Bambini, crescendo, decideranno di rimanere e Sardara, contribuendo e partecipando alla crescita culturale ed economica del nostro paese. E' per questo che partecipare concretamente a questa battaglia di civiltà è un dovere, battaglia che comincia dal riconoscimento di quelli che, a nostro avviso, sono diritti fondamentali dell'Uomo. Roberta Atzori, Consigliere del Gruppo di maggioranza “Sardara Cambia”

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