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mercoledì 4 aprile 2012

CARA IMMONDEZZA

Questo è un periodo in cui i Sindaci devono far quadrare i conti. Il tutto in un contesto fatto di tagli alla spesa pubblica, minori trasferimenti erariali e applicazione di nuove imposte locali. Il potere d’acquisto delle famiglie è tornato indietro di qualche anno, le imprese arrancano, la disoccupazione cresce, aumentando un disagio sociale che si tocca con mano ogni giorno. Come se ciò non bastasse dobbiamo fare i conti con il “caro immondezza”. Chi scrive ha rivestito il ruolo di assessore comunale all’ambiente nell’ormai lontano 2005. Allora attivammo la raccolta differenziata con il “porta a porta”, separando la frazione organica (umido) da quella indifferenziata (secco non riciclabile). Dal 2006 ad oggi il comune di Sardara ha conseguito percentuali di differenziazione variabili tra il 60 e il 68 per cento. Un comune virtuoso, quindi, grazie al senso civico dimostrato dai sardaresi. Tutto bene, peccato che quest’anno, mio malgrado, sarò costretto ad aumentare la tariffa per far fronte ai maggiori oneri di raccolta, trasporto e smaltimento. Stiamo per bandire il nuovo appalto. Sino all’anno scorso l’amministrazione comunale è riuscita mantenere quasi invariata la tariffa adottata nel 2005 pari a € 0,74 a mq per le case di civile abitazione, quest’anno ci vediamo costretti a innalzare la tariffa sino € 1,12 a mq. Come mai? ci chiederà il cittadino e l’impresa. Io differenzio e voi aumentate la tariffa. Complimenti! Non è semplice spiegarGli che nel corso di questi anni i costi relativi al ciclo dei rifiuti sono aumentati principalmente per tre ordini di motivi: gli adeguamenti contrattuali dei lavoratori (il costo del lavoro), gli organici cresciuti oltre il buonsenso negli impianti di trattamento e il costo di smaltimento degli stessi rifiuti. La normativa oggi impone poi il conferimento nei termovalorizzatori, con un ulteriore aggravio rispetto alle piattaforme tradizionali (discariche). Dal sito RAS si evince alcuni dati importanti: - nel corso del 2010 la quantità totale di rifiuti urbani prodotti nel 2010, 825.125,45 tonnellate, ha subito una leggera contrazione, pari a -1,4%, nella produzione rispetto al 2009, mentre la raccolta differenziata è sensibilmente migliorata passando dal 42,5% del 2008 al 44,9%; - la quantità annua di rifiuti destinati allo smaltimento, di circa 454.879,89 tonnellate nel 2009, è diminuita di circa il 5,5% rispetto allo stesso anno; - la produzione media procapite, su base regionale, è passata da 501 kg/abitante/anno nel 2009 a 492 kg/abitante/anno. Il prossimo scoglio normativo riguarda il divieto di conferimento in discarica di rifiuti ad alto potere calorifico (superiore a 13.000 kJ/kg) a partire dal 1.1.2013, salvo ulteriori proroghe. La stessa RAS ammette che diventa sempre più urgente estendere una raccolta differenziata di livello elevato ai Comuni più grandi ed ai territori in ritardo e completare la dotazione impiantistica di Piano (termovalorizzatori e discariche di servizio) per evitare di incorrere in situazioni emergenziali che hanno vissuto altre regioni del territorio italiano. Benissimo e allora perché aumenta la bolletta della TARSU? A me pare che si sia creato un cortocircuito incomprensibile per il cittadino: a fronte di una maggiore differenziazione, i costi del ciclo integrato dei rifiuti aumentano, scaricando di fatto sul cittadino (con la tariffa) le inefficienze del ciclo. Diventa allora un imperativo per la Politica regionale mettere mano al ciclo integrato dei rifiuti. In questi anni è aumentato il costo dello smaltimento in discarica, pari a € 115,30+IVA. E’aumentato il costo dello smaltimento negli inceneritori, pari a € 177,93+IVA. In Continente i rifiuti rappresentano una risorsa. Da noi le “crocchette” per i gabbiani. E’ arrivato quindi il momento in cui non più possibile sopportare in silenzio questa situazione, alibi per salvaguardare inefficienze e rendite di posizione consolidatesi negli anni.

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