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giovedì 5 maggio 2011

TERME. ANDARE OLTRE LA SPECULAZIONE EDILIZIA


Pubblichiamo un articolo apparso sul Corriere della Sera di mercoledì 4 maggio “Riabilitazione e Terapia del Dolore. Perché Non Usare (Meglio) Le Terme? Lo facciamo per stimolare il dibattito programmatico, che appare viziato dall'uso dello specchietto retrovisore da parte della destra, mentre occorre guardare soprattutto avanti, con visioni lungimiranti.
Usare le acque termali per la riabilitazione e la terapia del dolore per noi significa riscoprire la vocazione originaria delle nostre terme e aggiornarla alle esigenze di oggi.
Per riflettere di queste prospettive sarebbe bene che la prossima amministrazione comunale dotasse il paese di un “Piano Strategico di Sviluppo”, di lungo periodo e in grado di interessare in modo integrato i vari settori della nostra economia, da discutere collettivamente e pubblicamente con tutta la cittadinanza, in modo che sia condiviso e che possa durare oltre la scadenza di una singola amministrazione comunale.
Nell'ambito di un simile piano bisognerebbe ricollocare il futuro del terreno comunale ceduto a vil prezzo ad un impresario edile senza alcuna esperienza in campo termale. Il non avergli richiesto competenze specifiche, capacità economiche ed un piano industriale per la realizzazione di cure termali è stato un grave errore dettato da un modo di amministrare superficiale e avventato.
Un altro errore rischia di rivelarsi anche la cessione in affitto dell'albergo termale comunale avvenuta anch'essa senza richiedere piani di gestione e d'investimento, che chiarissero quale sviluppo si vuole dare alla struttura pubblica. Questa ha bisogno di superare i propri deficit, costituiti del numero troppo limitato dei posti letto e dalla mancanza di padiglioni per le cure termali. Bisogna infatti evitare che lo stabilimento resti così come è. Bisogna cioè evitare una gestione statica, ferma al poco esistente, tesa a tutelare il monopolio di un unico centro di cure, anch'esso bisognoso di investimenti e di ammodernamenti qualitativi e tecnologici. Per diventare una stazione termale abbiamo bisogno di una pluralità di imprese che, competendo tra di loro, possano fare squadra e reggere la concorrenza ben più agguerrita delle altre 130 località termali nazionali
La discussione sta eludendo questi problemi, ma sono queste le questioni più grosse per il futuro del paese, che in campo termale deve andare oltre la speculazione edilizia e le polemiche distruttive. http://www.novasdisardara.it/terme.odt.jpeg

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