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lunedì 27 settembre 2010

Conti sballati e deboli svantaggiati

Amministrare un ente locale non è mai stato semplice. E’ infatti compito degli amministratori individuare le priorità del paese e adeguare la programmazione sulla base di queste.
Questo è il difficile compito della Politica: scegliere quali obiettivi e quali bisogni soddisfare in modo prioritario rispetto ad altri seppur meritevoli di attenzione. Ma come in tutte le famiglie il cui reddito disponibile non è mai sufficiente, occorre programmare bene le entrate e di conseguenza le spese. A maggior ragione se vengono utilizzati soldi pubblici, cioè di tutti. E a maggior ragione se i soldi di tutti sono pochi.
Nella predisposizione dei documenti contabili si traducono quindi le priorità individuate dall’amministrazione comunale, compatibilmente con le risorse a disposizione.

Ogni anno i comuni approvano il bilancio di previsione, in cui vengono previste le entrate e le spese future, soddisfando degli equilibri interni dettati dalla normativa. Senza addentrarci troppo nei tecnicismi, possiamo affermare che il bilancio deve essere in pareggio. Ossia spendo nella misura in cui guadagno. E’ chiaro a tutti che nel corso dell’anno si susseguono variazioni di entrata e di spesa rispetto a quanto previsto, ma l’equilibrio del bilancio (il pareggio) va sempre salvaguardato.

Una buona amministrazione va quindi valutata per la capacità di programmare e gestire i soldi pubblici nell’ambito delle competenze e delle risorse attribuite all’ente locale.
Dispiace constatare che a Sardara la situazione contabile è sfuggita un pochino di mano: nel corso dell’ultimo consiglio comunale la maggioranza ha dovuto coprire un disavanzo di bilancio, ossia un disequilibrio dei conti. Ovviamente subito ripianato, ma occorre spiegare il motivo che lo ha generato e le conseguenze per la cittadinanza.

In generale un disavanzo si crea in seguito al verificarsi di minori entrate rispetto a quelle previste, oppure di maggiori spese, o ancora per la copertura di spese straordinarie e pertanto imprevedibili. Succede in una famiglia, può succedere in un’amministrazione pubblica. Proprio per questo motivo chi amministra il paese ha grosse responsabilità. Ma cosa è successo a Sardara?

Innanzitutto alcune entrate non si sono verificate: sono stati programmati oltre 92.000 euro relativi alla concessione dell’albergo termale. Previsione errata: albergo chiuso, spendiamo ma non incassiamo. Si sono verificate poi maggiori spese legali legate ai contenziosi e maggiori spese relative alle utenze elettriche. E’chiaro che il tutto vada ripianato, ma chi paga una programmazione allegra? Probabilmente era necessario adottare maggiore prudenza durante l’anno riducendo al minimo alcune spese non obbligatorie, meno prioritarie rispetto ad altre. Questo è il nodo politico.

La copertura del disavanzo ha comportato infatti il taglio di alcuni capitoli di spesa dietro i quali ci sono i bisogni delle persone. Vediamone alcuni:
- spese a sostegno di alunni disabili Scuola elementare per 3000,00 euro;
- erogazione di sussidi diversi per 16.700,00 euro;
- manutenzione centro anziani per 11.400,00 euro;
- ma soprattutto nel corso del 2010 sono stati praticamente azzerati i fondi per i cantieri comunali (120.000,00 euro), che hanno da sempre rappresentato una boccata di ossigeno per i disoccupati di lunga durata iscritti all’ex ufficio di collocamento.

Purtroppo i tagli di settembre costano cari alle fasce più deboli della cittadinanza. Non si tratta semplicemente quindi di far quadrare i conti: dietro i numeri ci sono le persone. Buon senso avrebbe voluto che alcune spese fatte durante l’anno andassero evitate oppure ridotte.
Capisco benissimo che oggi occorre pagare gli avvocati e la luce dell’ENEL, ma avrei preferito qualche contributo in meno per associazioni, eventi o manifestazioni piuttosto che tagliare i servizi ai più svantaggiati. E per questi motivi abbiamo votato contro.

Peppe Garau Gruppo consiliare Partito Democratico per Sardara

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo devo contraddire il redattore dell'articolo. anche i contributi alle associazioni di Sardara sono stati fortemente ridotti. Ma questo non è un fattore positivo, perchè molte associazioni svolgono delle importanti attività relativamente al contesto sociale e culturale di Sardara e non devono essere sottovolatute neppure in sede di predisposizione del Bilancio di Previsione dell'Ente Comunale.

D.T.

Unknown ha detto...

La riduzione dei contributi dipende ovviamente dalla gestione del bilancio fatta da chi amministra.
Tutti siamo a conoscenza del ruolo fondamentale svolto dall'associazionismo, ma il ragionamento è un altro: esistono attività o eventi prioritari rispetto ad altri?
Capisco benissimo la difficoltà ad effettuare certe scelte, anche dal punto di vista del consenso politico, ma sarà necessario.
Non possiamo, secondo me, ad es. equiparare l'attività svolta dall'AVIS e dal volontariato rispetto ad altre legittime attività oppure non riconoscere la centralità della Pro loco.
Va quindi individuato un percorso condiviso per individuare le priorità rispetto alle esigenze del paese cercando di ridurre l'esercizio della mera discrezionalità politica che potrebbe portare a finanziare talune iniziative e associazioni a discapito di altre.
Inoltre nel sito web comunale si dovrebbe pubblicare l'elenco dei beneficiari di contributi e sovvenzioni pubbliche.
Cordialmente,
Peppe Garau