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mercoledì 21 settembre 2011

SARDARA - SU TRIGU ARISEU OI E CRAS – CONVEGNO

Quale valore diamo alla qualità del grano duro sardo come parametro per la definizione del giusto prezzo? E’stato questo il filo conduttore del convegno moderato da V.Viaggiu e G.Ibba. Il convegno organizzato dalla Pro Loco di Sardara con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la Provincia del Medio Campidano era uno degli eventi in cartellone con la 6^ sagra del grano, e le tematiche erano urgenti e di strettissima attualità. Cosa fare quando il mercato se ne frega delle realtà agricole stabilendo i prezzi in base ad altre logiche? (nelle borse sono movimentate quantità di grano 5 volte superiori a quelle reali). Certo il nostro nanismo produttivo non ci aiuta in una realtà economica oramai in totale sfacelo. I molitori sono disposti a riconoscere un piccolo sovraprezzo ai nostri agricoltori per la qualità del grano (oggi quasi totalmente canadese). Prezzo è al di sotto della soglia di convenienza ma deve tener conto anche della grande distribuzione commerciale che detta legge. Per il presidente della Provincia F.Tocco bisogna ripartire dall’agricoltura perché nel medio campidano oramai non c’è altro, rimettendola in moto si riuscirà ad riattivare anche gli altri settori dell’economia. Certo bisogna puntare sulla qualità dei grani come il Capelli e sugli accordi di filiera tra agricoltori e mugnai. La regione deve investire di più anche perchè la parola agricoltura è da anni scomparsa dal lessico dei governi italiani. Per il Sindaco Garau, preoccupato perché il Premio Unico è in funzione delle superf. aziendali, la RAS deve anche rendere efficiente programmazione e spesa dei rilevanti fondi strutturali europei oramai a rischio restituzione. I molitori Brundu e Galleu hanno lamentato il fatto che i sardi non consumano i loro prodotti. Solo il 3% del nostro carrello della spesa è sardo (il 97% della pasta consumata è barilla), contro ad esempio il Trentino che consuma il 90% di ciò che produce.
Che dipenda anche da un’educazione scolastica e degli altri istituti educativi che prescindono dal territorio? Il Trentino è un popolo bilingue con un forte senso di appartenenza territoriale grazie anche al loro sistema educativo, noi sardi invece cosa siamo?
Oltremodo preoccupato il capo gabinetto agricolt. RAS ha esordito con “triste è il popolo che affida ad altri quanto è necessario per il suo sostentamento”: abbandono del 60% delle terre fertili e importazione dell'85% dei nostri consumi alimentari. Viviamo una brutta situazione di continuo avvicendamento della classe dirigente senza memoria delle esperienze precedenti. Le produzioni agricole sono legate all'ingegno e all'intelligenza del popolo, cose di cui oggi dobbiamo dubitare. A causa dell’errata alimentazione si è giunti alla riduzione del 75% della fertilità e alla riduzione fisica degli attributi sessuali dei nostri figli.
Insomma dopo la castrazione culturale (non c’è lingua, storia e cultura sarda a scuola) e la conseguente castrazione politica ed economica, assistiamo impotenti a quella fisica. Siamo sulla buona strada per l’estinzione fisica dei sardi. E’ necessario invertire totalmente la rotta per il bene dei nostri figli e la nostra terra.
PRO LOCO SARDARA

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